Il 6 gennaio, nella tradizione cristiana, è il giorno dell’Epifania, il giorno in cui Gesù Bambino si manifesta ai tre re Magi giunti a Betlemme per vederlo. “Epiphaneia” in greco significa appunto “manifestazione del divino” e il nome “Befana” non è altro che una derivazione di questa parola. Ma è un po’ tirata per i capelli, a cosa allude questa manifestazione?

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Anticamente era manifestazione della vegetazione che spuntava con l’anno nuovo, visto che nell’antica Roma, ancora nella prima epoca monarchica, lo riferisce Plutarco, l’anno finiva e ricominciava nell’equinozio di primavera, fu Numa Pompilio ad aggiungere Gennaio e Febbraio ai mesi dell’anno, così che Marzo (che all’inizio non era Dio della guerra ma bensì Dio dei giardini e della vegetazione) divenne il terzo mese dell’anno.
Tanto è vero che settembre non è il settimo mese ma il nono, e ottobre non è l’ottavo mese ma è il decimo e così via.

Pertanto la Epiphaneia, o Epifania, era la manifestazione della Dea natura in cui i prati e gli alberi verdeggiavano per teneri germogli. Poiché spostata la data non era finita la ricorrenza, i giorni seguenti all’equinozio di primavera vennero spostati ai giorni seguenti del solstizio d’inverno, data a cui si erano spostati la fine e l’inizio dell’anno.

Poichè nelle campagne sopravvisse a lungo la religione pagana, soprattutto nelle Dee legate alla fertilità dei campi, la chiesa si ingegnò a creare santi che sostituissero questo compito, inventando la benedizione dei campi, degli animali, degli attrezzi da lavoro, del raccolto e così via. Ma nelle campagne per oltre un millennio, e quasi 1500 anni in alcune zone, restò in auge la Dea Diana, riedizione della Dea Dia, ancora più antica, da cui proviene il termine Dio. Sostituire Dia o Diana col termine Dio sembrò più facile, e in effetti funzionò.

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Ma per secoli e secoli Diana, col suo corteo di ninfe, volò sui campi nella prima settimana di Gennaio per benedire i campi seminati, poichè trattavisi di un periodo critico in cui non doveva gelare o grandinare pena la morte dei semi. poichè invece “sotto la neve pane”, come cita il proverbio, si facevano le novene per la neve a Diana, novene poi adottate trasformandole un poco, dal cattolicesimo. sembra che in questo caso si seppellisse nel campo un fascio di rami del salix alba, di salice bianco, per evocare la neve.

Belili era la dea sumera dei pozzi, delle sorgenti e in particolare, del salice. Essa dette origine a molti Dei sparsi nel mondo, tra cui la Bellona dei Romani. La Dea del salice era pertanto la Dea della scopa, in modo che si confusero un po’ la Diana che volava nei cieli col suo corteo di ninfe con la scopa e i regali della Dea Strenna.

Il cattolicesimo tentò “strenuamente” di bollare la Dea come strega, ma vi riuscì solo in parte. Diana conservò a lungo il suo volo benefico che proteggeva le sementi e le erbe curative, dovendo però rinunciare al suo avvenente aspetto e assumerne quello di vecchia strega in volo sulla scopa della Dea Strenna di cui portava regali tangibili. Non potendo toglierlo fu tollerato come favola.

Luce e Conoscenza

La Soffitta delle Streghe

Fonte : http://www.lasoffittadellestreghe.it/shoponline/6gennaioepiphaneia-la-manifestazione-del-divino-del-dea-diana-2/

 

 

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