Una lampada è troppo occupata a brillare che non pensa se qualcuno stia beneficiando della sua luce, come una rosa diffonde il suo profumo proprio perché non può fare nient’altro, alla stessa maniera un albero che offre la sua ombra.

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Luce, profumo e ombra non vengono prodotti soltanto in presenza di persone e tolti via quando le persone non ci sono. Non hanno coscienza di avere dei meriti o demeriti, loro sono così e si accettano per quello che sono senza coercizione o controllo emotivo da parte di qualcuno. Dove arrivano quest’ultimi, lì muore l’Amore. Il pregiudizio è proprio questo: ASSENZA DI AMORE.
La rosa, l’albero e la lampada non hanno preconcetti, non hanno schemi mentali rigidi, non hanno euristiche con cui giungono a delle conclusioni; la lampada non ti butterà addosso la sua luce per evitarti di inciampare nel buio, l’albero non farà nulla per trarti la sua ombra se stai per prendere un’insolazione. Loro fanno quello che sono, senza giudicare senza anteporre i loro vissuti sopra ai tuoi. NON TI GIUDICANO, LORO SONO.
Ogni volta che tu giudichi smetti di Essere e quindi di Amare, e quando smetti di Amare smetti di essere sensibile, ricettivo alla vita, e soprattutto alle persone, smetti di essere in sintonia con ogni cosa. Escludi, e l’esclusione, è segno di indurimento di chiusura, stai chiudendo una porta.
Appena ti fai un’idea su una persona o su una cosa o una situazione, tu ne trai una conclusione.
Allora ormai ti sei bloccato e hai annullato la tua ricettività; sei preda di un PREGIUDIZIO, ed è con questi occhi che tu da ora in avanti vedrai quella persona. In altre parole NON VEDI PIU’ QUELLA PERSONA.

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Ma allora come puoi essere sensibile verso una persona che non vedi? Prendi un tuo conoscente e vedi a quale conclusione negativa o positiva sei pervenuto a riguardo, conclusione che tu hai in mente quando sei di fronte a loro. Quando dici ‘Tizio è saggio,bello, stupido, arrogante’ o qualsiasi altra cosa, tu hai indurito la tua percezione, hai quindi soffocato una piccola vena che pompa sangue verso il tuo cuore,sede dell’Amore. Sei diventato preda di un pregiudizio e cessi di vedere quella persona nel suo momento attuale. Sei come un pilota che oggi decide di regolarsi sul bollettino meteorologico di ieri.
Poni un severo sguardo su queste opinioni preconcette, perché per farle cadere saranno necessarie almeno 18 prove su 20 contrarie, all’incirca. Esse sono soltanto conclusioni e non riflessi del reale. ‘Non ho affatto gradito la reazione spropositata di Francesca, è troppo impulsiva e irrazionale’. Quante volte vi sarà capitato di sentire una frase del genere? Questo pensiero è entrato dentro di voi, e adesso ha la maggior parte del controllo sul profilo psicologico che avete tracciato su quella persona. Quindi, in questa circostanza, tutto ciò che farà quella persona sarà pilotato da questa vostra credenza, che non farà altro che alimentarsi quotidianamente; una visione alternativa della ‘profezia che si autoavvera’ dove una volta inculcata una credenza, individuiamo solo caratteristiche che ce ne danno conferma, e finiamo sempre per avvalorare e rafforzare la suddetta credenza.
L’idea non è realtà, l’idea di ‘vino’ non è ‘vino’. Tutti noi abbiamo una mappa mentale e una mappa di vita in base alla quale agiamo e regoliamo le nostre scelte; ma la mappa non è il PERCORSO. La mappa è una rappresentazione del percorso, ma non ha le caratteriste neutrali ed oggettive del percorso, perciò quando giudico sto dando una mia opinione, una mia rappresentazione mentale in base al mio vissuto, che può essere molto diverso da quello di mia madre, mio padre, mio fratello e del mio migliore amico.
Purtroppo però, la maggior parte delle volte la gente non si prende la briga di vedere le cose in questa maniera, nella loro unicità: sentono le parole, tengono conto delle idee, ma non guardano mai con gli occhi di un bambino le entità concrete, vive e dinamiche che hanno di fronte.

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Il pregiudizio crea una barriera, un filtro che mi impedisce di VEDERE. Mi blocca, mi ostacola dal cogliere gli aspetti più unici di quella persona. Il leone e l’elefante non sono né buoni né cattivi; sono semplicemente leone ed elefante. Buoni e cattivi si dicono in riferimento a qualcosa che sta al di fuori di loro stessi.Noi li definiamo buoni e cattivi nella misura in cui rientrano nella nostra prospettiva, nella misura in cui sono piacevoli ai nostri sguardi oppure costituiscono una minaccia.
Sforziamoci di:
BRILLARE come una lampada che offre la sua luce incondizionatamente, senza dover prendere posizione su chi illumina;
PROFUMARE come una rosa che regala la sua essenza a chiunque si avvicini, senza porsi il problema su chi meriti o meno la sua fragranza;
OFFRIAMO riparo e ombra rigenerante come un albero a chiunque manifesti atteggiamenti che consideriamo troppo ‘accecanti’ e quindi troppo diversi dai nostri, riflettendo sulla differente natura di questi ultimi.

Giulia Budini

 

 

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