Meravigliarsi è come dire grazie. Essere grati per ciò che vediamo, sentiamo e viviamo ci porta a una consapevole felicità. Troppo spesso siamo ignari di ciò che ci avvolge. Diamo per scontate troppe cose per poter riconoscere di essere persone ricche di doni. Ti dico una cosa molto semplice: il solo fatto di essere al mondo è un motivo di gratitudine. Recuperiamo, allora, l’attitudine allo stupore. Torniamo a osservare il mondo come fossimo bambini. Hai mai passato del tempo a guardare come interagisce con il mondo esterno un bambino? Vive nel presente, ama stupirsi per le cose più semplici, è curioso, si gode ogni attimo del suo gioco. La cosa buffa è che noi adulti stanchi, disillusi, offuscati, un tempo siamo stati bambini  La gioia è gratitudine. La gratitudine è gioia entusiasti, gioiosi e affamati di conoscenza. Bizzarro vero? Eppure è così. Abbiamo provato tutti la gioia dell’infanzia. Quel sentimento di allegria senza motivo, che consente di cogliere la magia nel mondo che ci circonda. Quella stessa magia che, crescendo, tendiamo a nascondere. La buona notizia è che lei è ancora lì: aspetta solo che noi ce ne accorgiamo. Basterebbe portare la nostra attenzione per un solo istante su quello che ci circonda e annotare su un taccuino le cose belle e meravigliose che vediamo attorno a noi. La magia tornerebbe ad abbellire il mondo e a rendere la nostra vita più emozionante. Meravigliarsi, in fondo, significa desiderare di vivere l’esperienza della gratitudine. È così che sviluppiamo la nostra attenzione e che lasciamo andare l’abitudine ad analizzare e comprendere ogni cosa. Robert Emmons ha affermato: «La gratitudine è la constatazione del bene nella nostra vita e il riconoscimento del fatto che la fonte di questo bene si trova, almeno in parte, al di fuori di noi!». Più si è grati e più ci si meraviglia.  È una questione di allenamento a non dare le cose per scontate. Sapersi fermare: questo è il punto. Siamo continuamente stimolati da una valanga di cose da vedere, sentire, controllare e gestire. Abbiamo disimparato la nostra capacità di prestare attenzione. Per questo è necessario fermarsi ed entrare in contatto con l’oggetto del proprio stupore. Meravigliarsi richiede una sorta di fermo immagine. Lì, nel presente. L’unica cosa che abbiamo davvero. Non è facile? In realtà è solo una questione di scelta. Decidere di svegliarsi al mattino, prepararsi, uscire di casa e vivere al massimo è una scelta. La scelta di vivere nella gioia e nella felicità. A volte torna utile chiedersi: “Se questo fosse il mio ultimo giorno di vita, come lo passerei?”. La semplice risposta a questa domanda, se autentica, mette in moto la gioia. Perché un nuovo giorno non è scontato: il domani non lo conosciamo e non sappiamo cosa ci riserva, ma possiamo lavorare affinché il nostro presente possa essere magnifico e possa contribuire a un prossimo futuro migliore. A piccoli passi. La vita è fatta di singoli momenti e viverli nella  gioia è il dono più grande che possiamo fare a noi stessi e alle persone che amiamo. Non si può vivere nella gioia se non si impara a vivere nella gratitudine. Essere grati per le cose semplici e apparentemente scontate della nostra vita è il sentiero che conduce alla porta della gioia. L’acqua che possiamo bere, i raggi del sole sul viso, la nostra casa che ci protegge, le mani con cui possiamo lavorare, gli occhi che ci permettono di guardare le meraviglie del mondo è un nostro attimo di pura gioia. Questo è ciò di cui possiamo essere grati. Adesso, ora. Se desideriamo far accadere qualcosa di meraviglioso nella nostra esistenza, partiamo dalla gratitudine. Anche quando ci troviamo in quei momenti nella vita e nella quotidianità, in cui risulta difficile sentirsi grati. Cerchiamo allora di trovare il lato positivo nelle situazioni più complicate. La gratitudine è in grado di restituirci la giusta prospettiva. Sa come farlo anche quando ci sentiamo meno riconoscenti. È allora che dobbiamo mettere da parte l’ego sostituendolo con la compassione.  Dire, fare…ringraziare È così che avviene la trasformazione: cambia l’energia e si mette in moto il cambiamento.

Tratto dal libro :DIRE,FARE RINGRAZIARE di Assunta Corbo

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