marthayjesus

 

Non conoscevo Roberto Senesi…malgrado fossimo amici   su fb…non abbiamo mai parlato tra di noi…So che leggeva qualcosa di mio  da qualche  suo mi piace nella mia  bacheca  come io leggevo  qualcosa di suo…ma tutto finiva li…Non ho mai approfondito il suo messaggio… in realtà lo conoscevo poco …Il 27 giugno 2016 sulla mail del mio blog mi arriva un messaggio di Roberto che fedelmente vi riporto

Ciao Maria Rosaria, seguo spesso il tuo blog e ho letto un post nel

quale hai esortato chi fosse interessato a mandarti qualcosa con la

possibilità di venire pubblicato.

Grazie dell’opportunità 🙂

Ti mando un paio di scritti dal mio blog, ce ne sono tanti, ma valuta

tu se risuonano con il tipo di energia che vuoi far passare attraverso

il tuo canale oppure no, ovviamente va benissimo in ogni caso, grazie

a prescindere per l’opportunità. Roberto

Ne fui contenta e subito gli risposi che lo avrei fatto presto compatibilmente ai tempi e alla scaletta del mio  blog …Mi inviò due articoli …ricordo che pubblicai volentieri  “le Nozze d’oro”…e lasciai il secondo pensando poi di pubblicarlo in un occasione che averei ritenuto importante …Passò il tempo … questa estate io non sono stata molto bene e ho attraversato un periodo molto difficile…eppure ogni tanto mi balenava in testa che volevo pubblicare l’altro suo articolo ma come mi balenava cosi mi dimenticavo presa dal mio momento NO e dal mio blog con le sue  tante richieste che ho sempre da parte di molti autori  di pubblicare i loro articoli…Non ci crederete ma anche una settimana fa pensai all’ articolo di Roberto e dissi tra me e me …che l’avrei pubblicato al più presto … e gli avrei scritto scusandomi del ritardo….Quando ieri  ho saputo di Lui…mi è caduto il mondo addosso e ho pensato …Dio  non ho pubblicato l’altro suo articolo….Non ricordavo quale fosse il titolo …quindi mi misi alla ricerca frenetica nella mail del  mio  blog del messaggio di Roberto …nell’aprirlo…scopro qual’era il secondo testo che mi aveva inviato “AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO”…sono rimasta a bocca aperta…commossa e senza parole…Questo post che pubblico oggi  quando lui non potrà più vederlo in questa realtà tridimensionale  …è il messaggio che Roberto avrebbe voluto che io pubblicassi nel mio blog …Lo faccio oggi …senza aggiunta di pubblicità e di libri …ma solo nel rispetto di una richiesta  e nella lungimiranza del grande valore di un messaggio che vale la pena di leggere fino in fondo …Grazie Roberto e scusa per il ritardo… Maria Rosaria (Cammina Nel Sole)

 

 

«Amerai il prossimo tuo come te stesso»
(Mt 22,39)

Questa frase del vangelo di Matteo non è da intendersi solamente come un comandamento, ma come una precisa legge psicologica secondo la quale possiamo amare l’altro nella misura in cui amiamo noi stessi, nulla di più, nulla di meno.

La quantità e la qualità dell’amore che emaniamo verso l’esterno trova origine all’interno del nostro cuore, e a nulla servono gli sforzi di aderire quanto più possibile a un dato modello comportamentale se non a scimmiottare qualcosa che in realtà non ci appartiene ancora a livello profondo.

L’altro svolge l’importantissima funzione di mostrarci esattamente in che misura abbiamo imparato ad amare noi stessi e di conseguenza gli altri, in un gioco di incastri perfetto, all’interno del quale ciascuno sperimenta la possibilità di entrare in contatto con i propri blocchi, con le proprie ferite e guarirle.

Fin quando non sappiamo chi siamo, fin quando non ci è chiaro che la fonte zampillante di ogni grazia risiede all’interno di noi, saremo costretti a mendicare all’esterno ogni tipo di appagamento emotivo ed affettivo, in un turbinio di relazioni che sfocia spesso nella dipendenza, nelle aspettative deluse, nella richiesta più o meno esplicita di vedere i propri bisogni e i propri desideri realizzati attraverso l’uso esclusivo dell’altro.

Sembra quasi uno scenario apocalittico, ma il più delle volte è esattamente così che si espleta questo “gioco”, che nei casi più estremi arriva persino a sfociare nella violenza e nell’omicidio laddove le proprie richieste egoiche non vengano soddisfatte.

Tutte le ferite, tutte le esperienze dolorose non servono ad altro che ad indirizzare la nostra attenzione verso l’interno, a rendere la nostra attitudine nei confronti della vita intro-versa, recuperando la nostra innata regalità, la nostra naturale capacità di generare amore senza cercarlo in qualche posto là fuori.

Potremmo paragonare l’intero processo ad un viaggio.
All’inizio ci troviamo all’interno della nostra casa, e da lì procediamo verso l’esterno… poi, dopo tutta una serie di peripezie nelle quali sperimentiamo la solitudine e la lontananza dal nucleo, facciamo ritorno al nostro focolare, per accorgerci che il tesoro che abbiamo a lungo cercato era sempre stato lì, a meno di un palmo da noi.

Il lungo e tortuoso cammino nell’illusione di chi non siamo non è però fine a se stesso, anzi tutt’altro.
Nel corso di quest’avventura infatti, impariamo l’uso corretto degli strumenti più disparati, affiniamo le nostre capacità, apprendiamo il discernimento, ed infine approdiamo al riconoscimento di quelle particolari qualità che ci appartengono fin dalla nascita e che costituiscono le peculiarità esclusive della nostra anima, quel quid che appartiene a noi e soltanto a noi, e che non può essere espresso nello stesso identico modo da nessun altro.
Si tratta di una nota, di un suono musicale che una volta riconosciuto e manifestato è unico nel suo genere, ed insieme ad altri suoni particolarmente affini può dar vita ad una melodia senza eguali.
Uno dei principali scopi dell’esistenza umana è trovare questo suono ed esprimerlo, allineandosi così al proprio progetto d’amore.
Tutta l’esperienza umana non è altro che questo, un’educazione all’amore.
Riporto uno scritto di Paola Ferraro che descrive meravigliosamente questo processo al quale tutti, ciascuno con i propri modi e con i propri tempi, siamo chiamati:

“Educare deriva da educere, che significa ‘Tirare fuori’ ciò che già c’è.
Saper vedere e riconoscere l’Unicità che abita la persona senza volerla correggere o riadattare, nella piena fiducia del Progetto in cui siamo immersi.
Ecco che qualsiasi tipo di ‘educazione’ parte da noi, e da quanto sappiamo ascoltare, riconoscere e valorizzare il Codice originario che abbiamo scritto dentro, e che diventa richiamo alla nostra realizzazione.

Quel Codice è fatto d’Amore, è manifestazione del Creato che ha un progetto ben preciso per ognuno di noi.
Nella quotidianità che ‘fa rumore’ e che accelera i ritmi coprendo il nostro ‘battito’, concederci lo spazio e il tempo per ricontattarlo, sentirlo, riconoscerlo, è vitale.”

Non c’è amore più grande di quello che nascendo da sé, basta a sé stesso e diviene nutrimento anziché dispendio d’energie.

Roberto

 

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Maggiori informazioni http://www.robertosenesi.it/news/amerai-il-prossimo-tuo-come-te-stesso/

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5 Replies to “IL MESSAGGIO DI ROBERTO SENESI che NON PUBBLICAI “AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO””

  1. Dopo aver letto questo scritto ho realizzato una cosa agghiacciante.
    Indipendentemente dai miei cinque sensi funzionanti, sono quasi interamente cieca e sorda: non riesco quasi a vedere né riesco a sentire.

    È stato uno shock, una doccia fredda, un pugno nello stomaco.
    Ma mi è servito.
    Grazie.

    Ho una domanda: avete un qualche suggerimento su come poter fare per imparare ad ascoltare la musica del battito del mio cuore?
    La mia idea è quella di restare in silenzio totale e placare la mia mente, come esercizio quotidiano.
    Potrebbe servire qualcosa di più specifico o va bene cominciare da qui e affidarmi direttamente alla mia parte animica con fede?

    Grazie.

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