di Alessandra Barbieri

In un marzo così complesso, con movimenti fortissimi, c’è un giorno che rischia di passare inosservato, ma che dal mio punto di vista ha invece una sua importanza e può essere utile sottolinearlo: il 30 marzo.

Venere congiunta a Urano e un grande triangolo formato da una doppia quadratura e opposizione di Luna congiunta ad Atena che quadra Mercurio molto vicino a Giove, Chirone e Vesta, che quadra Plutone appena entrato in Aquario, ma ancora cuspidale al Capricorno.

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Potrebbero emergere verità scomode che ci sbattono di fronte all’amara realtà che in questa esistenza umana potremmo aver incrociato la cattiveria e l’egoismo: possono sicuramente essere frutto di ferite e quindi compresi, ma ce ne dobbiamo necessariamente allontanare.

La prima, e anche la più difficile da accettare, è quella provocata dal nostro genitore.

Cosa è successo?

Ci ha abbandonato?

Ci ha scaricato addosso responsabilità?

Ci ha manipolato?

Ci ha usati per essere socialmente accettato?

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Potrei fare un elenco infinito di situazioni di profonda incoscienza che purtroppo si riscontrano in questo rapporto dal quale il figlio fatica a staccarsi, perché certe verità sono inaccettabili.


Mi ricordo un film documentario sull’Africa dove vidi un giovane padre portare il figlioletto nella fossa comune. Stava chiacchierando con un amico.

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Quella scena mi colpì tantissimo, mi rimase impressa nell’Anima.

Come può avere così poca importanza un figlio?

Eppure, la miseria umana forgia situazioni come quella e a volte sono anche più vicine a noi e mascherate da perbenismo. Genitori che mettono al mondo i figli per essere accettati da un punto di vista sociale, oppure per trattenere qualcuno che si sta allontanando, oppure perché si deve dimostrare a sé stessi che si sa produrre qualcosa, oppure per lasciare l’eredità materiale a qualcuno.

E sapete qual è la cosa più tremenda? Nel figlio si genera un’aspettativa enorme di riconoscimento o di bisogno d’amore.

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E questo si manifesterà da adulto, nel bisogno di dimostrare qualcosa a livello sociale o attirando a sé qualcuno.

Cambia poco, sempre di ferita si tratta.

Quante volte abbiamo aspettato in vano parole di scusa, parole che in qualche modo risarcissero il danno subito dall’incoscienza altrui?

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La crescita personale e spirituale ci insegna che non serve attaccarci a quel dolore, che dobbiamo andare oltre, perdonare e voltare pagina.

È vero, è l’unica soluzione. E nel prendere coscienza cercare di migliorare nel modo in cui ci poniamo verso le generazioni successive, cercando di non danneggiarle allo stesso modo.

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E’ un lungo processo di presa di coscienza, ma per noi che siamo figli di una generazione governata da credenze che hanno autorizzato comportamenti a volte aberranti, resta un’enorme cicatrice che in questi giorni, intorno al 30 marzo, si farà sentire.

Ho spiegato che si è aperto un lungo corridoio dedicato all’amore, e partirà proprio con questo triste film: quello dei nostri primi anni di vita e di come abbiamo vissuto i rapporti più importanti.

Tenete in casa dell’edera in questi giorni: la sua vibrazione vi aiuterà a lasciare andare il dolore e a trasformare in amore.

Vi rinnovo l’invito al webinar dove tratteremo il tema dell’amore: la partecipazione è libera, ci si iscrive qui

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