E’ possibile che la suddivisione dell’anno celtico vedesse come primo mese del BLN (Beth-Luis-Nion) il periodo che va dall’1 al 28 di febbraio, che si apre con la festa di Imbolc, detto mese della Betulla (Beth – lettera B). La betulla infatti era ritenuta sacra alla dea Brigid, Bright, poi divenuta Brigida e Brighitte) patrona dei guaritori, degli artigiani e soprattutto dei musicisti e poetirigit/Brigit/Brigh (Filid), figure a cui la festa è associata in quanto capaci, attraverso il suono, di sollevare il velo tra visibile ed invisibile e quindi di compiere “riti” sciamanici.
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Imbolc era conosciuto con diversi nomi, ad ognuno dei quali dobbiamo un significato particolare legato alla mitologia della feste. Troviamo infatti Cetsamhain, fine dell’inverno; Oimelc che ci rimanda al latte e quindi alla gestazione; Giorno di Brigantia poiché dedicata alla dea Brigit, una cui eccezione del nome fu anche Bride, divinità protettrice delle mogli e più in particolare delle giovani spose; Imbolc, con il duplice valore di: “nel ventre” poiché i semi e la vita che hanno fecondato la terra per il solstizio si stanno lentamente sviluppando nel suo grembo e di “pioggia”, “acquazzone” che ci ricorda il tempo instabile di questo periodo dell’anno ma ci spinge anche a considerare la possibilità che questa ricorrenza fosse momento di purificazione, iniziazione e, perché no, anche di “battesimo” (nell’eccezione non cristiana) donato ai figli dei fuochi di Beltane dell’anno precedente, che nascevano in questo periodo.
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Imbolc, che per tradizione si celebra nella notte fra il 31 gennaio e il 1° febbraio, scandisce il tempo intermedio fra buio e luce, è una fra le quattro festività principali dei Celti e celebra ritualmente l’arrivo della primavera.
La scelta del freddo e ghiacciato febbraio come inizio della primavera si spiega con le concezioni spirituali più profonde degli antichi Celti, per i quali ogni cosa iniziava nell’oscurità e veniva generata nei luoghi più intimi e nascosti, nel ventre profondo della Dèa. Lo spirito vitale della primavera si accende infatti in segreto mentre l’inverno, con il suo manto di freddo e di neve, ancora copre la terra. C’è un proverbio – “sotto la neve pane, sotto la pioggia fame” – che illustra molto bene lo stato di maternità della natura in questo periodo: i semi stanno per germogliare sottoterra, la pioggia a causa delle gelate potrebbe comprometterli o distruggerli, la coltre di neve invece funge proprio da coperta e protegge i piccini, che pian piano iniziano a nascere nel grembo di Madre Terra. Come nella terra, anche nello spirito umano germoglia la corrente vitale e la speranza e ci prepariamo per accogliere il risveglio della natura.
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Imbolc era una delle porte dell’anno che divideva il periodo di massima oscurità rappresentato dall’inverno, dalla nuova vita, la rinascita, la fecondità che subentrava con la primavera. Durante le cerimonie era uso svolgere riti di iniziazione ai poeti ed ai guerrieri così come alle donne in generale; si accendevano i sacri fuori (come avviene durante gli altri sabbat maggiori), si immergevano i neonati in acque fredde in una sorta di battesimo per “temprare” anima e corpo, si preparava e beveva il bragawd, (una bevanda particolare composta da vino, miele, farina e possibili sostanze allucinogene per indurre visioni), semi e strumenti venivano consacrati per la futura semina primaverile. La dea Brigit veniva onorata come portatrice del sole partorito a Yule, come Madre Terra dispensatrice di fertilità e vita ed in suo onore venivano create e regalate croci e bambole di spighe.
**Possiate essere benedetti sempre**
La soffitta delle streghe
FONTE: http://www.lasoffittadellestreghe.it/shoponline/la-croce-sacra-della-primavera-imbolc-oimelc-candlemas-imbolg/