di Maddalena Premuti Bonetta
Il 4° Raggio : Armonia tramite il conflitto .Questo è il raggio mediatore che fa da ponte tra i primi tre, e i tre che lo seguono.
E’ il raggio degli artisti, in senso stretto e in senso lato: sia gli artisti classicamente intesi che quelli dotati di un estro artistico creativo in qualsiasi parte della loro vita. E’ il raggio dell’arte intesa come Ars Vivendi, l’arte del vivere la vita: riuscire ad interagire con la realtà creando insieme ad essa. Si parte da ciò che essa ci fornisce, per poi liberamente rimescolare e rinnovare le combinazioni degli elementi creando nuove creazioni. Così come ci sono 7 note di base ed infinite melodie, nello stesso modo il quarto raggio partendo da un numero finito di elementi riesce a creare infinite creazioni combinandoli in modi diversi. Coloro la cui anima appartiene prevalentemente a questo raggio possono essere individuati tra: i pittori, attori, inventori, architetti, poeti, scultori, artisti circensi, scrittori, registi e interpreti, cantanti, cantautori.
Una caratteristica tipica della frequenza di questo raggio è voler fare da mediatori, fare da ponte e creare armonia tra le parti; ecco come la professione dell’interprete trova giustificazione all’interno di questo raggio.
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L’arte connette il mondo visibile con il mondo delle emozioni, dell’anima e dello spirito. L’arte riesce a dare un senso al dolore facendolo parlare attraverso la bellezza delle sue opere e risvegliando quindi milioni di persone toccando le loro anime.
Quando questa frequenza è messa in atto in modo puro dà all’individuo possibilità di trovare nuovi modi creativi per trasformare ciò che nella sua forma attuale è obsoleto e non genera più bellezza quindi riuscire a risolvere problemi di diversa natura: sia pratica/meccanica che relazionale-emozionale.
Il quarto raggio tende alla ricerca del bello e dell’armonia. Per l’anima la bellezza è nutrimento, ed è tutto ciò che evoca una spontanea esclamazione di cuore e meraviglia.. “Ohh che bello..” ; questo moto lo si sente chiaramente nel cuore e nel corpo, dà una sensazione di alleggerimento, conforto, apertura, fede, entusiasmo, sorpresa, e/o sollievo.
Il quarto raggio trova la sua miglior espressione quando viene vissuto dal centro del cuore nel quale, secondo la tradizione Sciamanica risiede il genio creativo che è nostro alleato e antidoto al vittimismo e alla depressione.
Il quarto raggio, nella sua manifestazione distorta può condurre ad una creatività confusa, esasperata, compulsiva, caotica e non armoniosa. Un’altra rifrazione consiste nel perdere contatto con madre terra catapultando la coscienza in voli pindarici tra le alte sfere delle idee e idealismi senza riuscire a dar loro forma concreta. Il quarto raggio rifratto scappa dalla realtà materiale, che considera una prigione limitante e dolorosa, cercando spesso sostanze capaci di aiutarlo a staccarsi dalla vita quotidiana facendogli perdere completamente la nozione di tempo e sfumando i confini dello spazio circostante. In passato molti esponenti del quarto raggio furono etichettati come pazzi e vennero rinchiusi nei manicomi, altri ancora possono ricordare il fervore dei loro spiriti e come questi, prendendo il sopravvento li allontanarono dalla terra e dai suoi sacri e saggi ritmi. Le abitazioni di alcune anime appartenenti a questo raggio, nella sua rifrazione, possono essere un guazzabuglio disordinato di pezzi d’arte, che seppur belli perdono il loro valore e non riescono a irradiare la loro bellezza in un luogo dove è palpabile la trascuratezza di sé, e lo sfacelo interiore.
Secondo Platone il Bello equivale al Vero e al Bene. Serve armonia affinché il connubio di creazione, sentimento ed emozione generi una frequenza elevatrice e benefica; il bello però va oltre il bene morale: la parola morale deriva dal latino mos, moris che significa costume e tradizione sociali. Questi cambiano di epoca in epoca e sono indotti: ciò che era bene una volta, oggi magari non lo è più. Ancora diversa è la bellezza come principio, idea o valore puramente spirituale in quanto non afferrabile se lasciata astratta nell’alto dei cieli disconnessa dalla Mater.
La Bellezza di Dostoevsky, quella che salva il mondo, è la bellezza sentita e vissuta nel corpo e nell’anima, e per ognuno sarà unica, irripetibile e in assonanza con il proprio vero destino (quindi anche concorde con il proprio Spirito) alchemizzato ed espresso nel e dal proprio cuore.
Qualsiasi sia la tua vita e/o la tua professione puoi renderla un’opera d’Arte vivendola pienamente immergendoti in essa ad ogni respiro, dove tu sei sia il pittore/pittrice della la tela sia la tela stessa poiché è proprio lo scambio e relazione che intercorre tra la tua essenza e la tua esistenza manifesta ad essere la vita vissuta
Fonte : https://maddalenapremutibonetta.com/blog/4-raggio-armonia-tramite-il-conflitto