Buongiorno Anime, stiamo camminando verso il momento in cui gli equilibri tra luce ed ombra cambieranno ancora in una danza notturna tra ciò che resta e ciò che va con l’avvenire delle prime luci dell’alba, quasi fosse un nascondino di sensazioni, verità e essenza. Nella notte del 23 Settembre rincorreremo nuovi insegnamenti e melodie che dall’interno ci chiederanno di frantumare strutture legate al passato sé, ripetendo una richiesta che la nostra Anima ci sta mostrando dall’inizio di questo anno, liberiamoci di ogni catena, e di ogni realtà che sentiamo stretta nella carne e nella dimensione quotidiana. E anche troviamo in noi quelle credenze, quelle realtà di pensiero, di ricordi, di insegnamenti che limitano il nostro vivere piuttosto che farlo liberamente respirare.

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La frattura verso cui ora andiamo è più interna che esterna, non si tratta solo di riordinare la nostra esistenza, le nostre relazioni, il nostro lavoro, le nostre scelte… si tratta di rimettere in ordine, di riclassificare, di rimodellare la nostra interiorità e ciò che crediamo possa essere per noi verità , per noi illusione, per noi una struttura aleatoria che ci dice qualcosa su chi eravamo ma non su chi possiamo essere. Guardiamoci dentro per accorgerci di quei piccoli racconti quotidiani che non ci permettono di esplorare i territori sconosciuti del desiderio, della bellezza e del mistero. Quali racconti ci narriamo per strutturare la nostra verità? Sono reali? Sono distorti? Sono segnati dal dolore? Dalla gioia? Dalle parole di persone da noi amate? Qual è la forma che diamo alla nostra storia? E questa forma da dove deriva? Le mani con cui scriviamo la nostra storia siano aperte per accogliere ciò che dall’esterno ci potrebbe dare un nuovo spunto ed un diverso sguardo su ciò che pensavamo di aver vissuto, ma che non abbiamo vissuto realmente, scaliamo i gradini della nostra identità fino a raggiungere la conformazione che come un cubo di rubik completa l’intera sequenza.

Gli equilibri e gli incontri che sembrano fermi in questo momento in realtà stanno subendo l’influsso della potenza solare che li conduce a vivere in una dimensione di sospensione spirituale attraverso cui è possibile comprendere realmente ciò che desideriamo essere e avere nella relazione con il mondo che ci circonda, il processo stesso di bilanciamento tra polarità ed esperienze opposte diviene qui un qualcosa di difficoltoso che ci mette alla prova per vedere dove siamo, e quale mossa scegliamo di fare quasi stessimo giocando ad una partita a scacchi e dovessimo comprendere cosa dover lasciare per avanzare ancora nella griglia della nostra vita, ed anche e ancora voltiamoci verso la nostra esistenza, guardiamo coloro che ci circondano… e scegliamo… con chi camminare, con chi evolvere, con chi creare delle realtà di manifestazione di ciò che ci si muove dentro… in un fermo immagine lasciamo scorrere la tempesta fino a carpirne l’arcobaleno, ma soprattutto sentiamo quello che essa ha da dirci, poiché per troppo tempo è stata ferma in una promessa che non si è mai realizzata. La felicità non può più aspettare o restare a guardarci al di là di una porta che ci invita ad essere attraversata, sciogliamo il ghiaccio interno a noi – nel caso vi fosse, e lasciamoci vivere da ciò che ci da gioia vera; ritroviamo il senso del percorso in ciò che ci conduce ad un’espansione delle nostre fondamenta tenendo conto però delle illusioni del percorso, e di ciò che si mostra come Sole essendone solo un suo riflesso, o a volte neanche questo. Addentriamoci allora con cautela, e con il rispetto del tempo e del sacro, nelle profondità della nostra vita, sondando le nostre certezze, mettendo alla prova le nostre credenze, rivedendo le nostre priorità per esperire una realtà maggiormente reale nelle sue croci e nelle sue libertà. Indietreggiamo un secondo per cadere dentro noi stessi, e pazientemente osserviamo quello che dentro di noi si muove in assenza di forti strutture esterne, in assenza di chiarezza o al contrario nella presenza di situazioni che creano incongruenza, cambiamenti necessari, divergenze.

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La presenza del numero universale 7 nella data dell’equinozio, ultimo giorno di una settimana 38/11, ci mostra come sia fondamentale il processo educativo, culturale, lavorativo scelto dall’individuo nel mostrare, reprimere o esaltare le qualità e le fattezze della propria anima, mi ritorna in mente ciò che disse ne “La filosofia della storia”, Hegel: “L’uomo è ciò che deve essere solo grazie alla cultura, all’educazione; spontaneamente esso è soltanto la possibilità di essere, cioè di essere raziocinante, libero; soltanto la destinazione, il dovere… L’uomo deve diventare ciò che deve essere da sé, deve conquistare tutto questo da solo proprio perché è spirito, deve scrollarsi di dosso la materia. Il risultato dei suoi sforzi è lo spirito”. Entrando e andando oltre queste parole notiamo come lo Spirito come soffio, respiro vitale, non si arresti di fronte alle convenzioni ma anzi trovi sempre il modo di rinascere nella materia mostrando la sua visione più espansa attraverso il sentire e le esperienze della vita che già da sé bastano a essere scuola. In questo momento siamo invitati a riflettere sul mondo reale interno a noi, su ciò che crediamo possibile e impossibile, su quello che desideriamo più autenticamente e su tutti i limiti che mettiamo tra noi e la nostra piena Realizzazione. Il mondo relazionale nella sua interezza, in questo momento, ci spinge a vivere una dimensione di profondità e di ricerca nell’area spirituale e sacra interna a noi, portandoci a comprendere la qualità della nostra vita e la fattezza della nostra quotidianità da noi creata e supportata con pensieri, emozioni, parole, azioni che insieme creano quella narrazione personale di cui abbiamo parlato all’inizio.

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Questo autunno ci spingerà ad attraversare i nostri limiti mentali spingendoci più in là, senza quella copertina di Linus che dandoci tanta sicurezza ci preclude la piena potenzialità dell’esistere. Saremo spinti oltre la zona comfort nello sconosciuto, per ricreare una storia lì dove c’è pieno spazio – vuoto – per esistere in una rinnovata dimensione esistenziale. Lasciamo andare ogni strumento retrò, e si anche ogni risorsa che non sentiamo più necessaria, creeremo con il corso degli eventi nuove narrazioni accogliendo molteplici strumenti e altrettante risorse. Lasciamoci performare dalla realtà, seguiamo le onde del “destino” con spirito di iniziativa e gioia, ritroviamo in noi la fede chiedendo all’Universo di accompagnarci in questi mesi di trasformazione in cui ogni chiusura sarà un lato della medaglia dove dall’altra parte vivremo un’apertura. Temiamo l’abitudine e non scegliamo assolutamente in questo momento a partire da essa, solo ciò che nella tua visione più espansa, più gioiosa, più piena vorresti – in questo momento asseconda. Dal desiderio più euforico, dalla realtà più entusiasmante accogli, non fare un solo passo ora che sia dettato dal bisogno ( vivilo, affrontalo, esperiscilo e vai oltre ) poiché in questo momento le carte della vita sono anche tra le tue mani, fanne una scala reale! E non uno strisciare convulso intorno allo stesso recinto, a tal proposito mi viene in mente un racconto di David Foster Wallace con cui voglio concludere  donandovi l’augurio di liberarvi da tutte quelle catene che al di là di ogni desiderio profondo accogliamo nella nostra realtà per una questione di sicurezza, disistima, bisogno, credenze limitanti, punizione, sfiducia, esaurimento…

“Il cane odiava quella catena. Ma aveva una sua dignità. Quello che faceva era non tendere mai la catena del tutto. Non si allontanava mai nemmeno quel tanto da sentire che tirava. Nemmeno se arrivava il postino, o un rappresentante. Per dignità, il cane fingeva di aver scelto di stare entro quello spazio che guarda caso rientrava nella lunghezza della catena. Niente al di fuori di quello spazio lo interessava. Interesse zero. Perciò non si accorgeva mai della catena. Non la odiava. La catena. L’aveva privata della sua importanza. Forse non fingeva, forse aveva davvero scelto di restringere il suo mondo a quel piccolo cerchio. Aveva un potere tutto suo. Una vita intera legato a quella catena. Quanto volevo bene a quel maledetto cane”.

Con amore,

Joele Sahel Schiavone, per consultazioni individuali: sahel.joele@gmail.com

Fonte: https://joelesahelschiavone.wordpress.com/2018/09/19/il-cane-e-la-catena-autunno-2018-equinozio-astronumerologico-jss/

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