L’autunno inizia con una chiamata alla saggezza dei grandi Cicli.
Nella Ruota della Vita, è importante saper attraversare le fasi di cambiamento senza resistere e senza voler – a tutti i costi – trattenere persone e cose che hanno terminato la loro “funzione”.
Sembra poco gentile parlare di “utilizzo” e “funzione” riferendosi alle persone che incontriamo (per poco o tanto tempo).
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Se osserviamo la Vita – e i suoi cicli – tuttavia possiamo riscontrare come ci sono stati ingressi ed uscite continuamente, che possiamo chiamare amici, conoscenti, colleghi, partner, familiari.
Dallo spazio della Coscienza, quindi, può essere corretto riferirsi agli incontri con il termine “funzione” perché ogni incontro ha portato una opportunità di espansione e di crescita interiore, se lo sappiamo accogliere in quanto tale.
L’altro ha, dunque, una funzione in termini di crescita interiore, ha portato qualcosa che nella relazione ha determinato delle esperienze reciproche, è stato oggetto di confronto,
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condivisione, ha avuto un ruolo nell’aiutarmi a decidere cosa voglio e cosa non voglio, è stato specchio di limiti che ho potuto decidere di infrangere, oppure dei quali sono stata vittima.
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L’autunno, con la sua lenta diminuzione della luce solare, l’atmosfera più grigia e piovosa, il sole che diventa tiepido, richiama simbolicamente e sensorialmente l’emozione della malinconia.
Malinconia è un necessario passaggio tra ciò che è cresciuto, ha nutrito, ed ora è pronto per andare.
Le relazioni, di qualsiasi tipo esse siano, vivono continui cambiamenti e può accadere spesso di doversi confrontare con il “lasciar andare” qualcuno quando si è arrivati ad un bivio.
Il bivio può essere un figlio che è in età di viaggiare e di stabilirsi in altro luogo, può essere un lutto atteso o improvviso, può essere un trasloco importante, può essere un cambio di lavoro, può essere un crollo economico, può essere una relazione di coppia terminata, può essere l’arrivo della menopausa o del pensionamento.
“Lasciar andare” è un atto generoso di grande maturità interiore.
E’ liberare l’altro dalle aspettative, dal risentimento, dal desiderio di vendetta, dall’essere oggetto di recriminazioni e di disarmonia.
E’ liberare sé stessi dalla pretesa di essere visti, riconosciuti, valorizzati ad ogni costo.
E’ liberare sé stessi dalle distorsioni mentali create da “ciò che avrei voluto che fosse” oppure da “ciò che avrei potuto fare di meglio”, dai sensi di colpa e dalla frustrazione per non essere stati “abbastanza”.
Prendiamo ad esempio un albero di mele in questa stagione: i frutti hanno dato nutrimento, le foglie si preparano al distacco…ma l’albero resta eretto e vigoroso e non si dispiace di tutto questo. Nella sua saggezza, nella incondizionata accoglienza dei cicli stagionali, esso si prepara alla nudità e al silenzio invernale che gli servirà per accumulare forza nelle radici, così da prepararsi per la successiva primavera.
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Facciamo come l’albero, rilasciamo ciò che è pronto al distacco ed ascoltiamo la malinconia come opportunità di guardare dentro, di scendere nella meravigliosa purezza dell’essere, così che la Natura faccia il suo corso.
Rendiamoci disponibili ad ascoltare e far fluire tutte le emozioni che questa stagione ci porta.
I suoi colori e le sue forme sono nutrienti, ma solo se si apre il Cuore al lento scorrere dei suoi insegnamenti.
Manuela Forte
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