È ormai incontestabile che esista un tipo di energia in grado di guarire e rigenerare il corpo e lo spirito. Oggi conosciamo diverse terapie che utilizzano la trasmissione di questo “fluido” attraverso le mani o, addirittura, il pensiero.
Lo spazio, secondo le scoperte dei fisici, non sembrerebbe vuoto, bensì immerso in un campo energetico dalla concentrazione estremamente elevata. Gerald Feinberg, nel 1966, fisico dell’Università della Columbia (USA), lo ha descritto come composto da particelle che si muovono più velocemente della luce. Da questa caratteristica deriva il nome ‘tachione’, da lui scelto per definirlo. Infatti, il termine proviene dal greco ‘tachy’ e significa accelerazione, velocità (vedi le nostre parole italiane ‘tachimetro’ o ‘tachicardia’, che hanno la stessa origine).
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Queste particelle costituiscono una fonte di energia libera, che sta al di fuori del campo elettromagnetico, quindi al di sopra delle frequenze, e indipendente dalla luce e dal sole.Questa energia primaria più veloce della luce, è fonte infinita di energia libera (free energy) nello spazio, e sembra essere quel certo quid che tiene l’intero universo in armoniosa e sinergica crescita, cioè in fase di entropia negativa. Lo si potrebbe paragonare a una specie di “collante vitale cosmico” che impregna l’intero creato, e ha in sé lo spettro di tutte le frequenze necessarie alla crescita e al benessere di tutto ciò che contiene.
L’energia inesauribile
Benché l’energia tachionica sia stata definita “ufficialmente” solo nel 1966, essa era stata già identificata da diversi studiosi e ricercatori molti secoli prima:
– Thephrastus Bombastus von Hohenheim, meglio conosciuto comeParacelso (1493-1541) sosteneva che l’organismo umano fosse influenzato, oltre che dalle stelle e da altri corpi celesti, da una specie di emanazione sottile, o fluido, che pervadeva tutto l’universo.
– L’austriaco Franz Anton Mesmer, nel 1778, affermava di guarire attraverso l’utilizzo illuminato di una energia universale, da lui definita fluidum. Sosteneva che questa fosse un fluido fisico, di consistenza sottile, che riempiva l’universo e che connetteva tutti gli esseri viventi, la terra e i corpi celesti.
– Nikola Tesla, fisico e ingegnere di origine croata (1856-1943), così si esprimeva a tal proposito: “Ho scoperto una fonte di energia sconosciuta e inesauribile che può essere utilizzata. Ovunque, nel cosmo, vi è energia”. Per provare questa sua scoperta, Tesla mise a punto un esperimento con una pesante macchina di lusso, che funzionava (raggiungendo una velocità di 130 km/h!) attingendo a questa misteriosa fonte energetica, da lui chiamata ‘energia del campo gravitazionale’. Oggi, questi esperimenti sono considerati un classico esempio di conversione dell’energia tachionica.
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– Georges Lakhovsky, vissuto all’inizio del secolo scorso, ha lasciato un’impronta fondamentale nella biologia, grazie alla sua preparazione in fisica. Afferma l’esistenza di ciò che lui definisce ‘universione’, termine composto da ‘universo’ e ‘ione’, ad indicare il “campo energetico che riempie tutto l’universo, ed è allo stesso tempo presente negli spazi intermolecolari e intra-atomici dei componenti elementari della materia. (Tratto da “Terapie vibrazionali” di Roberto Tresoldi, Tecniche Nuove)
– Henry Moray, il fisico americano che attorno al 1929 riuscì a convertire quella che lui definiva ‘energia radiante’ in utilizzo elettrico.
– Il medico austriaco Wilhelm Reich, fuggito con l’arrivo del nazismo prima in Norvegia poi negli Stati Uniti, nel 1938, descrive come la materia organica non viene necessariamente generata dalla materia organica, ma può anche essere prodotta dall’aggregazione di minuscole vescicole energetiche che lui chiama ‘bioni’. Nel corso degli esperimenti sui bioni, Reich osserva la comparsa di una particolare luminescenza, che lui poi definirà ‘energia orgonica’ (da ‘organismo’ e ‘orgastico’), un’energia che carica e irradia da ogni sostanza vivente e non vivente. (Tratto da “Terapie vibrazionali” di Roberto Tresoldi, Tecniche Nuove)
– Il medico e scienziato tedesco Hans A. Nieper così si esprimeva, al simposio sull’energia tecnologica di Hannover nel 1980: “Ora è realtà provata che la terra è immersa in un campo energetico, chiamato campo tachionico, di alta intensità. L’utilizzo di questa energia tachionica introdurrà la terza rivoluzione energetica”.
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La funzione dell’energia cosmica
Questa specie di fluido energetico, di cui tutto il creato è permeato – quindi anche noi esseri umani – è quell’energia che mette in grado i sistemi vitali di mantenere il proprio ordine rigenerandosi, grazie all’innata capacità di assimilare questa stessa energia vitale. Il nostro campo energetico, quindi il nostro intero organismo e la nostra realtà, hanno la naturale tendenza ad equilibrarsi, rinforzarsi e rigenerarsi, tendendo al loro meglio. Sono queste le qualità di autoguarigione insite in ogni organismo: una ferita si rimargina da sola, e noi, questa straordinaria capacità del nostro corpo, la troviamo semplicemente scontata!
Quando il flusso di questa energia si restringe o si blocca, l’organismo perde la sua capacità di autorigenerarsi, generando sempre più disturbi e disfunzioni, finché non si deteriora in un vero e proprio processo entropico (di disordine e disgregazione). Per avere un corpo in salute e perfettamente equilibrato nelle sue funzioni, quindi, dovremmo riuscire a mantenerci aperti a questo flusso d’energia cosmica. Purtroppo, noi esseri umani, abbiamo la deleteria capacità di bloccare questo libero scorrere della forza vitale, causandoci, così, tutti quei disturbi psico-fisici che abbruttiscono la nostra vita. Il grande lavoro di riconoscimento ed eliminazione delle cause, siano queste d’ordine fisico (come l’intossicazione costante a cui sottoponiamo il nostro organismo) o di ordine emotivo, spesso, è lungo e articolato, e sovente abbiamo bisogno di aiuto per riuscire a farlo.
Passare il “fluido”
Se ci facciamo male, istintivamente, ci mettiamo la mano sopra. Da sempre, infatti, è conosciuta l’imposizione delle mani per stimolare la guarigione. Quanto più si è “carichi” di questa energia cosmica, tanto meglio riusciamo a trasmetterla. E proprio nelle mani, le antiche dottrine spirituali (cristianesimo incluso), hanno sempre indicato esserci dei punti di trasmissione dell’energia.
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Le mani sono degli strumenti di trasmissione dell’energia magnetica assolutamente eccezionali, c’è una grande forza di emissione a livello del palmo, e c’è una forza variabile a seconda delle dita: il dito che emette maggiormente è il pollice e per questo lo si usa per fare le unzioni sacerdotali; anche il dito indice e il medio emettono abbastanza energia, mentre l’anulare e il mignolo ne emettono pochissima. I sacerdoti della tradizione cristiana benedicono con anulare e mignolo chiusi sul palmo e le altre tre dita aperte (gesto conosciuto come ‘benedizione alla greca’). Anulare e mignolo chiudono il centro di emissione del palmo, per evitare che l’energia si disperda, mentre le altre tre dita, che emettono maggiormente, canalizzano l’energia. Anche i faraoni egiziani benedivano in questo modo. Inoltre, anche in alcune scuole esoteriche, come l’ordine rosacruciano di Morcre, si usano molto le tre dita per fare delle imposizioni a livello della colonna vertebrale, e trasmettere l’energia in punti ben precisi che poi agiscono sul corpo. Potete poi incrociare le punte delle dita le une con le altre affinché l’energia non si disperda. Anche quando si mettono le due punte delle dita a contatto (pollice con indice, per esempio) si crea un circuito chiuso: per questo il prete, nella chiesa cattolica, dopo aver consacrato l’Eucarestia, tiene il pollice contro l’indice; non è una posizione pratica, ma è efficace perché crea un circuito d’energia che concentra in lui la forza”. (Da “Guarigione spirituale” di Charles Rafael Payeur, Edizione L’età dell’acquario)
Per canalizzare l’energia magnetica, la tecnica migliore è la respirazione, inspirando infatti allarghiamo i polmoni e immettiamo l’ossigeno a noi vitale. In latino e in greco, si definiva l’aria ‘soffio’ (spiritus, pneuma), in sanscrito, si definisce ‘prana’, ovvero il soffio vitale che ci permette di stare in vita. La respirazione ci distende internamente, permettendo così all’energia di fluire con maggiore facilità, depurandoci al contempo dalle tossine accumulate.
La nostra carica fisica ci permette di avere a disposizione abbastanza energia da poter comunicare agli altri. Soprattutto i pranoterapeuti, per una loro configurazione particolare, hanno una carica energetica molto superiore a quella dei “normali” esseri umani. Questo surplus energetico permette loro di passare tale carica attraverso l’imposizione delle mani (o del pensiero) ad altre persone. Anche se tutti possiamo passare (o rubare!) energia ad altri – siamo, infatti, delle specie di antenne ricetrasmittenti – è ovvio che se vogliamo contribuire al benessere altrui dobbiamo curare di essere noi, in primo luogo, abbastanza carichi per poterlo fare, altrimenti ci esauriremo.
Illuminare la propria energia
James Redfield, il famoso autore de “La profezia di Celestino”, ha la grande capacità di tradurre in romanzi e rendere più accessibili alle persone, le informazioni reperite dagli antichi testi sacri delle tradizioni spirituali, e dalle più moderne scoperte della nuova fisica.Nel suo ultimo lavoro “Il segreto di Shambhala”, la metafora del viaggio avventura ci illustra come affrontare le prove quotidiane del nostro viaggio avventura, che è appunto la vita di tutti i giorni. E così, in poche pagine, vi troviamo la spiegazione di come aumentare la nostra carica energetica, e perché sia così importante farlo. La nostra energia, infatti, determina i risultati – positivi o negativi, a seconda dei nostri convincimenti, anche inconsci – che attiriamo nella nostra esistenza.
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Se vogliamo avere una vita stimolante e positiva dobbiamo innanzitutto elevare la nostra carica energetica attraverso una sana alimentazione, il giusto riposo dopo l’attività, il movimento e la respirazione, che contribuiscono a mantenere vigorosa la nostra batteria. Il distacco interiore dai forti coinvolgimenti emotivi (siano essi positivi o negativi) è un altro fattore molto importante, così come vivere saggiamente, in quanto le emozioni “bruciano” l’energia.
Dobbiamo anche connetterci, consapevolmente, con l’energia divina, “respirando” la bellezza che ci attornia e l’amore supremo, e lasciandoli fluire dentro e fuori di noi, così che questa carica recuperata ci guidi, indicandoci la via, allargando, rafforzando, il nostro campo energetico. Quanto è maggiore e positiva nei convincimenti la nostra carica energetica, tanto immediati e positivi saranno gli effetti equivalenti richiamati nella nostra vita.
Il punto messo in evidenza è la necessità di mantenere sano il nostro organismo, evitando ciò che lo intossica, e l’urgenza a elevarci al di sopra delle emozioni, soprattutto quelle negative come la paura e la rabbia, che possono solo richiamare effetti disastrosi. Dobbiamo essere in grado di divenire sempre più canali coscienti di questa energia cosmica divina, che ci sostiene e guida verso le realizzazioni migliori. Nel momento in cui consapevolmente canalizziamo questa carica energetica e spirituale, saniamo il nostro organismo e la nostra vita, gli individui con cui entriamo in contatto e, di conseguenza, contribuiamo a sanare l’intero pianeta
Fonte e immagini : www.fisicaquantistica.it
Grazie dell’articolo. Interessante e ben fatto. Mi permetto di aggiungere una piccola tecnica per vedere il PRANA.
nel link sotto o soprastante.
grazie
eccolo qua http://consulenzespirituali.com/2014/04/29/29-aprile-2014-come-vedere-il-prana/
Grazie