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A me piace molto pensare che quando nasciamo ci venga regalato un pacco. Questo pacco, oltre al nostro nome e cognome (e quindi la storia della nostra famiglia..) contiene una serie di schemi di pensiero e di comportamento già belli e pronti per essere “indossati”.

Uno dei più portentosi (ed insieme sbagliati!), è quello secondo cui ciò che accade nella nostra vita determina il nostro stato d’animo. Se accade qualcosa di “bello” sono felice, se accade qualcosa di “brutto” sono triste.

In questo post ti propongo di prendere in considerazione l’idea che sia l’esatto contrario: sono le mie credenze interiori a creare la realtà che vivo, e non viceversa.

Il paradigma che tutti conosciamo suona più o meno così: la mia ragazza mi ha lasciato e quindi sono triste. Mi sento triste perché vivo il senso di abbandono e solitudine.

Il nuovo paradigna che ti propongo dice l’opposto: in me c’era (già anche prima) un senso di abbandono e la paura della solitudinee quindi mi sono ritrovato a vivere esattamente la situazione che temevo.

Vediamo un esempio?

Sul mio blog ho raccontato la mia esperienza di alcuni anni fa, quando ho smesso di fumare. Una lettrice ha commentato che lei vorrebbe farlo, ma ha paura perché smettere fa prendere peso.

Le ho risposto che, personalmente, non ho preso neppure un etto; anzi, dovuto al fatto che, finalmente libero dal fumo di sigaretta, riuscivo a rendere di più nello sport, probabilmente sono anche dimagrito.

Allora ha insistito dicendo che non è posssibile, perché ci sono delle ragioni fisiologiche per cui questo avviene ed anche la scienza lo dimostra, ecc…

…ma il punto è che è possibile eccome! Non solo è successo a me, ma conosco molte altre persone che hanno smesso di fumare senza ingrassare! Attenzione, non sto negando l’esistenza di un meccanismo fisiologico che porti ad aumentare di peso, sto semplicemente dicendo che il fatto di ingrassare non è inevitabile.

Io non ho mai creduto che lo fosse, e infatti non sono ingrassato. La mia credenza ha trovato riscontro nella realtà. Allo stesso modo, anche la credenza della signora che commentava.

Ed ecco che arriviamo al titolo di questo post: “che tu creda di farcela o meno, avrai comunque ragione. È una frase di Henry Ford.

E non vale solo per “farcela” cioè, per riuscire a raggiungere i nostri obiettivi et similia. Vale per molti altri aspetti.

Da musicista quale sono ho sentito dire innumerevoli volte che “con la musica non si arriva a fine mese”.

Applichiamo il nuovo paradigma.

 Non è che con la musica sia oggettivamente impossibile “arrivare a fine mese” (mi fa ridere questa espressione) altrimenti…nessuno ci arriverebbe. Qualcuno ci arriva, e già questo ne dimostra la possibilità. È casomai il credere che sia impossibile arrivarci che per alcuni lo rende tale.

A mio avviso anche le celebri Leggi di Murphy si basano su questo principio: quale miglior modo per far andar male qualcosa di avere la credenza che “se qualcosa può andar male, lo farà”?

 Ci tengo, anche qui su Cammina nel sole, a riportare un esempio contenuto nello “spiraglio”

(chiamo così i post del mio blog) da cui questo è tratto.

Ho avuto uno scambio di opinioni riguardo la città di Milano. Secondo un amico, questa, sarebbe un luogo ostile, abitato da gente triste e grigia (sia nel carattere che nel modo di vestire…) che si aggira per strade ed edifici altrettanto tristi e grigi.

Il punto è che, proprio qualche settimana fa sono stato a Milano per il workshop di Spiragli di Luce e sono rimasto stupito positivamente. 

 Non nego la presenza dei palazzi grigi…ma è anche vero che sono abbelliti da coloratissimi murales… e per quanto riguarda le persone, a me non son sembrate grigie…né fuori dentro!

 A dispetto da quanto mi aveva detto (cioè che nessuno ti saluta)… a me hanno salutato eccome, nei locali, al bar e persino per strada!

Ma perché è accaduto? È stato un caso? 

 Nulla è un caso.

Probabilmente è accaduto perché non avevo aspettative su Milano e la sua gente. Dopo i sei mesi in sud America, l’emozione del ritorno a casa, rivedere la mia famiglia, i miei campi, l’orto…e la gioia di andare a condividere l’esperienza dei worskshop…beh…credo che le persone che ho incontrato abbiano fatto da specchio al mio entusiamo interiore.

Attenzione, non mi sto dando delle arie!

È stato un week end in cui avevo una bella energia ma le giornate no capitano anche a me…e “guarda csao”…è proprio in quei giorni che cambia anche il comportamento degli altri. Ovviamente, in peggio: la mia disarmonia interiore crea automaticamente quella esteriore. È il principio che molti di noi hanno conosciuto grazie alla legge dell’attrazione (link a fine articolo).

 E così anche la “povera” Milano…non ha nulla di “oggettivamente” triste che quindi ci fa lamentare di lei; è ancora una volta il contrario: abbiamo la credenza che sia triste…e quindilo diventa!

Un ultimo esempio lo troviamo nelle persone che generalizzano sul sesso opposto, magari lamentandosi. Il famoso “gli uomini sono tutti uguali” o il suo omologo “le donne sono tutte uguali”.

Se per un uomo le donne sono “uguali”…ahimé…come abbiamo visto questa credenza farà si che nella sua vita arriveranno donne effettivamente “uguali” (a come lui le immagina). E se per una donna, gli uomini sono (poniamo) “inaffidabili”, inevitabilmente finirà per conoscere ed instaurare relazioni con questo genere di individui.

Un’amica, qualche tempo fa, mi ha domandato: ma perché gli uomini di adesso non prendono più l’iniziativa?”

 Non sono riuscito a non scoppiare a ridere. Se penso alla mia cerchia di amici…farei fatica ad individuarne uno che non prenda l’iniziativa con le ragazze.

Ma, evidentemente, a lei accade così.

Ancora un volta: non è che le accade “a caso” e quindi questo genera questa sua idea, è proprio questa sua idea (sicuramente basata su qualche nodo ancora da sciogliere), che fa sì che le accada.

In parole povere, bisogna rigirare la frittata.

 Il mondo reagisce alle nostre credenze e si comporta di conseguenza. Più è radicata la credenza e maggiore sarà la probabilità con cui gli avvenimenti esterni si conformeranno ad essa.

Proviamo a fare un esercizio.

Tutte le volte che affermiamo qualche cosa, chiediamoci se siamo veramente sicuri di ciò che stiamo dicendo/pensando. L’abbiamo visto con i nostri occhi o è un sentito dire? E se l’abbiamo visto, siamo sicuri che quell’avvenimento/fenomeno non potrà cambiare nel tempo?

Se non lo siamo, lasciamo in sospeso il giudizio. Stiamo a vedere cosa succede. Prepariamoci a cambiare idea, a meravigliarci.

Dire che trovare lavoro è difficile non ci aiuta a trovarlo. Al contrario. Dire che non tutti possono amare senza essere possessivi, non ci aiuta a placare la gelosia. La rafforza. Affermazioni di questo genere peggiorano le cose, perché rinforzano uno schema limitante che possediamo al nostro interno.

E so che, forse, avrai l’impressione che questo meccanismo che sto descrivendo non sempre funzioni, cioè che tu non possiedi per niente le credenze che vedi nel mondo. È probabile però che tu quelle credenze le abbia eccome, semplicemente sono difficili da riconoscere perché nascoste nel tuo inconscio. 

Ma, ovviamente (come diceva Michael Ende) questa è un’altra storia… e quindi te la racconterò in un prossimo…spiraglio di luce.

Concludo con un paio di citazioni ed un paio di link che hanno a che fare con quanto ti ho raccontato finora.

 

La vita è come uno specchio, ti sorride se la guardi sorridendo

(Jim Morrison)

 

Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo

(Ghandi)

 

Lascia che il tuo sorriso cambi le persone, ma non lasciare che le persone cambino il tuo sorriso

(Anonimo)

 

 post originale:

che tu creda di farcela o meno avrai comunque ragione

 

 Ed ecco i link!

Come funziona la legge dell’attrazione

Legge della risonanza e senso di colpa (come uscire dalla trappola)

Sull’autore:

 

Mi chiamo Elvio Rocchi e sono un ingegnere che ha deciso di lasciare il suo lavoro per fare il musicista, blogger e viaggiatore. Contestualmente a questo cambiamento ho iniziato un percorso di crescita personale che racconto sul blog Spiragli di Luce.

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