di Giuditta Dembech
Il primo Wesak è una tappa emozionante per ogni individuo. Anche se qualcuno apparentemente vi è arrivato per caso, trascinato da un amico, per compiacere la compagna o incuriosito da un annuncio, in effetti si trova nel luogo giusto nel momento giusto. Verrà coinvolto da qualcosa che ascolta, con le orecchie o col cuore.
Anche se inizialmente da segno di non aver compreso la portata dell’avvenimento, qualcosa, comunque, è sicuramente rimasto in un angolo della sua coscienza, pronto a risvegliarsi e germogliare al momento giusto, è solo questione di tempo.
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L’impronta del Wesak è tarata su una misteriosa nota dominante infusa direttamente dai Maestri, contiene in sé quel certo “seme di luce” predisposto a crescere e svilupparsi gradualmente nel cuore degli uomini, per quanto scarsa possa essere la loro predisposizione… ecco il cuore del suo segreto!
Il messaggio solidale e pacificatore del Wesak germoglierà e porterà i suoi frutti lentamente, man mano che in ciascuno di noi, qualunque sia il livello di evoluzione spirituale, avverrà la giusta fioritura e crescita spirituale.
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E’ come quando si conoscono poche parole di una lingua straniera, al momento opportuno, nel caos della non-comprensione, quelle poche parole ci permetteranno di capire qualcosa, di non sentirci totalmente isolati…
Naturalmente, la situazione migliore sarebbe quella di giungere al Wesak pienamente consapevoli, cioè perfettamente informati su ciò a cui stiamo per assistere. Questo ci permetterà di vivere intensamente ogni sfumatura, di seguire più profondamente la meditazione, immergendosi nella cerimonia i pellegrini sulla montagna Sacra.
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Lasciarsi andare
Il Maestro Tibetano chiede di “partecipare intelligentemente… utilizzando l’immaginazione al massimo possibile”. Non è difficile,
Nel corso della serata, non vi verrà chiesto nulla di complicato, il rituale è semplicissimo, non richiede alcuno sforzo particolare o una precisa conoscenza della meditazione, basterà seguire le indicazioni e lasciarsi andare, vivere l’emozione interiore dell’avvenimento.
Mantenete un atteggiamento sereno, sentitevi fino nel profondo del cuore come se foste presenti alla celebrazione sul sacro monte Kailash. Non importa se geograficamente non sapete dov’è, immaginatelo come più vi piace, ma immaginate di esserci.
Ricordate che “lo spirito va dove la mente lo porta”. Basterà collegarsi mentalmente con la valle del Wesak, ovunque essa sia, pensare di essere con gli altri partecipanti al cospetto dei Maestri e la vostra anima sarà là, proprio dinanzi a Loro, a ricevere e ridistribuire la grande Benedizione che poi riporterete con voi, diffondendola nei vostri luoghi di vita e lavoro…
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E’ chiaro però, che la persona che conduce la meditazione dev’essere preparata a questo compito, dev’essere capace di parlare in pubblico senza esitazione, deve possedere la capacità di semplificare e rendere comprensibili a tutti i termini complessi, la dolcezza di guidare con le parole più semplici e giuste, pronunciate con voce calda e gradevole. Deve avere la capacità di legare e coinvolgere i presenti con grazia e simpatia.
Non è facilissimo, ma neanche tanto difficile è tutta questione di “cuore”. Una persona serena e disinteressata, che ama sinceramente i suoi simili, che desidera condividere con loro una esperienza straordinaria, che desidera il loro benessere e la loro crescita spirituale, sicuramente possiede in sé tutti i requisiti necessari. Una persona simile è ciò che i Maestri cercano per lavorare sulla Terra, sarà aiutata, affiancata, sostenuta, vedrà le difficoltà sparire una ad una. Purché decida di cominciare la lotta e gettarsi nel lavoro con coraggio, energia e determinazione, il resto verrà da sé.
Non dimenticate mai, neanche per un momento, che i Maestri vegliano!
L’atteggiamento fisico
Ed ora veniamo ad osservare le cose dalla parte dei partecipanti. Sappiate che la parte più importante della cerimonia avviene sui piani sottili ed invisibili, a vostra stessa insaputa.
Sappiate che il Wesak vi conduce spiritualmente al cospetto di grandi Guide Spirituali. Sappiate che il fatto stesso di parteciparvi, in qualunque città si svolga, è una grande opportunità che vi è stata concessa dal karma. Ritenetevi fortunati di poterci essere…
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Non aspettatevi uno spettacolo che vi coinvolga con luci e colori, anzi, la celebrazione migliore è quella che non distrae l’occhio e la mente, che permette a ciascuno di rimanere centrato sull’avvenimento, immerso nell’energia del gruppo ed in quella, potente, della Grande Benedizione.
Per aiutarvi a partecipare al meglio, seguite se possibile alcune semplici indicazioni, ricordando comunque, che le cose dello spirito sono gioia, non matematica…
Prima della serata consumate un pasto leggero, se possibile evitando di bere alcoolici. Questo non per motivi mistici, ma per assicurarvi una maggiore lucidità e consapevolezza.
Sempre se vi possibile, indossate qualcosa di bianco: una camicia, una felpa, un golfino, o soltanto un foulard o una sciarpa. Il bianco è un colore facilmente magnetizzabile, emette e riceve un tipo di vibrazione positiva in sintonia con l’energia della serata.
Portate con voi una bottiglia d’acqua, sappiate che nel corso della cerimonia verrà magnetizzata, assorbirà l’energia come quella che si trova nella coppa di cristallo sull’altare nell’Himalaya. Una volta a casa, distribuitene un sorso alle persone care, non è detto che sia un’acqua risanante, ma è certamente molto carica a livello energetico.
Il significato dei fiori
Portate con voi dei fiori, non legateli a mazzi, ma lasciateli sciolti. Va bene qualunque tipo di fiore purché sia privo di spine. Le rose sono bellissime, ma potrebbero ferire le mani di chi le prenderà dopo di voi.
Occorre dire qualche parola sul significato dello scambio di fiori che si svolge al termine della serata, un significato molto suggestivo.
I fiori sono creature vive, portatrici di un messaggio di bellezza. Fatene un dono d’amore, coglieteli o acquistateli con gioia, pensando alle persone che li riceveranno.
All’arrivo in sala, deponeteli tutti insieme a formare una lunga siepe con le corolle rivolte verso gli officianti del Wesak.
Rappresentano i fiori che nella valle dell’Himalaya si aprono al contatto dell’energia del Buddha, rappresentano la pace che scende dal cielo su tutti gli esseri umani.
Al termine della cerimonia, ciascuno dei partecipanti prenderà un fiore a caso. E’ un gesto di amore e di pace che circola fra i presenti, chiudendo un cerchio di luce.
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Quando prenderete un fiore fra i tanti, non saprete chi l’ha portato per voi, ma ne sentirete l’onda amorevole. E allo stesso modo, chi prenderà i fiori che voi avete portato non conosce la vostra identità, ma riceverà l’onda amorevole racchiusa nel vostro gesto.
Anche i fiori, come l’acqua verranno magnetizzati, fateli essiccare a testa in giù, si conserveranno a lungo. Conservateli in un angolo un pò speciale della vostra casa, rilasceranno lentamente nell’ambiente la forza di cui sono stati caricati. Il prossimo anno li sostituirete con un fiore nuovo.
Ultimamente a Torino abbiamo inserito una particolare innovazione che ci ha dato molta gioia: pensate con un sorriso alla persona che riceverà i vostri fiori. Scrivete un biglietto con delle parole gentili, un augurio, una frase di incoraggiamento, il versetto di una poesia, quello che il cuore vi detta, immaginate la gioia della persona che lo riceverà e lo leggerà… scrivete qualcosa proprio con lo scopo di dare un attimo di gioia ad una persona sconosciuta, sarà tutto più facile… legate il biglietto con un nastrino allo stelo del fiore… tutto qui, è una piccola-grande cosa!
Tratto dal libro “Conoscere il Wesak“ di Giuditta Dembech
Puoi leggere anche:
Il Wesak spiegato da Giuditta Dembech (Video)
FONTE: http://animeradianti.com