Energeticamente, siamo molto potenti. Attiriamo per risonanza, secondo la legge dell’azione-reazione, tutto ciò che corrisponde alla nostra frequenza energetica o campo vibrazionale, perciò, siamo co-creatori delle nostre vite, anche se nella tridimensionalità, per la maggior parte delle volte, lo facciamo in modo restrittivo e limitante.
*Per invertire la ruoto, necessità riconoscere e trasformare la confusione interiore, reinterpretare i disagi del passato assumendosi la responsabilità del proprio malessere, che vuol dire rimanere presenti e disponibili a riviverlo senza evitarlo, anestetizzarlo, giustificarlo o sentirsi impotenti.
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Il passaggio dalla autocommiserazione o ‘Self-pity’ (moralismo della terza dimensione) alla ‘ Self-Sovereignity’, la Sovranità del Se della quinta dimensione, accade scegliendo e consentendo al momento presente di essere così com’è, perché assente del giudizio, è perfetta anche in ombra, in dolore e in scomodità. Ammettendo e accettando, con onestà e umiltà, che per quanto cerchiamo di essere ‘buoni’ e ‘bravi’, di perdonare e accogliere con il cuore tutto e tutti, non siamo in grado di accettare quello che è inaccettabile negli altri e in noi stessi, chiudendo definitamente con il conflitto, il senso di colpa e l’auto-giudizio.
Lo spazio creato dalla resa e la messa in movimento dell’energia statica di bassa frequenza, permette un cambiamento vibrazionale, o risonanza, che poi si riflette nella realtà circostante, e qualunque cosa o chiunque entra nel nostro campo ne sarà influenzato, talvolta in modo visibile e immediato, talvolta a livelli più profondi che si manifesteranno in un momento successivo.
Una spiegazione scientifica di questo processo ce la offre la seconda cibernetica, per cui oggetto e soggetto, conoscente e conosciuto sono parte dello stesso sistema, dove la realtà non è più indipendente dall’osservatore. Il fisico viennese Heinz von Foerster, che ha lavorato e contribuito notevolmente allo sviluppo della seconda cibernetica, un’estensione della prima, di Norbert Wiener e John von Neumann, afferma:
L’ambiente come noi lo percepiamo è una nostra invenzione. A me, ora, il compito di sostanziare quest’affermazione scandalosa.
Di questi tempi potrebbe sembrare strano rivendicare l’autonomia, perché l’autonomia implica la responsabilità: se io sono il solo a decidere come agire, allora sono responsabile della mia azione. Siccome la regola del gioco, oggi più diffusa, è quella di attribuire ad altri la responsabilità delle proprie azioni – il nome del gioco è “eteronomia” – le mie argomentazioni, mi rendo conto, esprimono una rivendicazione impopolare.
Il punto di partenza del pensiero di von Foerster è la riflessione su come sia possibile la conoscenza del mondo che ci circonda (da cui deriva il problema): la nostra conoscenza ci mostra una realtà già esistente, indipendente da noi, oppure essa è una nostra costruzione?
È il mondo, la causa primaria e la mia esperienza ne è la conseguenza, o è la mia esperienza a essere causa primaria e il mondo la conseguenza?
Inutile dire che von Foerster sostiene la seconda alternativa. Egli osserva, infatti, che gli oggetti del mondo sono costruiti attraverso la nostra attività nel mondo, essendo il sistema nervoso e quello motorio strettamente interdipendenti. Senza dubbio i studi di von Foerster sono affascinatati ma cosa c’è di tangibile?
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In Inghilterra abbiamo un proverbio che tradotto dice così: “Un leopardo non può cambiare le sue macchie”, in Italia si dice: “Il lupo perde il pelo, ma non il vizio”. Molti di noi sono convinti che il nostro carattere e la nostra personalità non siano modificabili ma permanenti, come il colore degli occhi. Nonostante l’apparenza, è interessante sapere che l’essere umano nasca dotato di un “software”, un programma installato nel DNA, per cui certi comportamenti e istinti sono fissati durante la gestazione. Si tratta di una serie di istruzioni fondamentali, codificata in innumerevoli schemi comportamentali cellulari, tramite specifiche connessioni neuronali che si attivano e rispondono a ogni evento, esperienza o pensiero. La cosa interessante, e importante al fine della trasformazione interiore, è che, stando agli studi di Avi Karni e Leslie Ungerleider del National Istitutes of Mental Health, queste cellule non sono immutabili e il cervello umano è adattabile. Gli scienziati hanno scoperto la possibilità di sviluppare nuovi schemi comportamentali, nuovi correlazioni di neuroni e neurotrasmettitori (le sostanze chimiche che veicolano i messaggi). In altre parole: la mente umana è altamente plasmabile. Questa straordinaria caratteristica rappresenta la base sia fisiologica che psicologica che permette la metamorfosi della mente.
I Maestri spirituali hanno sempre sottolineato che attuare per lungo tempo comportamenti limitanti, sotto forma di cattive abitudini in-consapevoli, ha un impatto negativo sui pensieri, sulle emozioni, sullo stato d’animo e sulla realtà personale.
La crescita personale, tramite una progressiva ricerca interiore, ci incoraggia a comprendere, affrontare e accogliere le emozioni che scaturiscono dai nostri limiti con piena coscienza. Percorrendo questo cammino, si è testimoni del fatto che quando l’attenzione è focalizzata sul sé autentico, anche in ombra (nel qui e ora) piuttosto che sulla mente/ego (proiettando i dolori e/o bisogni del passato altrove) avviene una metamorfosi, un fatto straordinario: la confusione mentale è placata e la realtà si trasforma.
Oggi esiste una scienza che offre molte prove sulla plasticità del cervello umano, questa metamorfosi che potrebbe sembrare frutto della magia, invece è spiegabile dalla scienza o meglio dalla neuroscienza. Le ricerche dello psicologo Richard Davidson dell’Università del Wisconsin viaggiano in parallelo alle teorie sulla metamorfosi spirituale e, per citare le sue parole:
Iniziamo a impartire ordini a un’emozione sconvolgente nel momento in cui ne diventiamo consapevoli”.
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Secondo Davidson, nel cosiddetto normale stato di coscienza, le reazioni emotive sono più forti, ma nel momento in cui avviene uno spostamento dallo stato ordinario dell’incoscienza allo stato straordinario della consapevolezza, anche il cervello si sposta. Davidson ha misurato i cambiamenti che avvengono nel cervello durante questa metamorfosi, e ha scoperto che gli spostamenti si intensificavano nell’area prefrontale sinistra, una zona che genera sentimenti positivi, smorzando di conseguenza quelli negativi.
Già dopo due mesi, queste aree erano diventate più attive, non solo durante la meditazione, ma anche stando semplicemente seduti e a riposo. Il centro esecutivo cerebrale si trova nell’area prefrontale; le decisioni e le azioni che scegliamo sono determinate principalmente da questa parte del cervello. Le reazioni emotive impulsive avvengono quando proviamo un sentimento forte, mandando un’ondata di messaggi che arrivano nel profondo dell’amigdala, che guida le aree prefrontali.
Se lasciamo che questa funzionalità meccanica ci “controlli”, i neuroni che dovrebbero arrestare questo processo cedono alla forza dell’impulso e di conseguenza la potenza della reazione emotiva si manifesta indisturbata e libera di proiettare il passato sulla realtà circostante. Se al contrario pratichiamo la presenza del qui e ora, nel momento in cui siamo preda della rabbia o della paura, qualcosa inizia ad accadere nel cervello.
Nell’area prefrontale sinistra c’è un gruppo di neuroni preposto a diminuire le ondate di “impulsi” provenienti dall’amigdala. Per intenderci meglio, il tutto funziona un po’ come una diga e la consapevolezza nel qui e ora arma questa diga, rendendo più attivi i neuroni che servono da freno, permettendoci di gestire in modo più efficace le emozioni dolorose. Le cellule che fungono da riduttori della potenza emotiva ci mostrano le emozioni da un punto di vista più razionale e, a mano a mano che portiamo alla luce i nostri impulsi e le nostre reazioni emotive, questi circuiti sembrano rafforzarsi, proprio come succede in palestra quando si segue un programma per aumentare la massa muscolare.
Per secoli i Maestri spirituali hanno insegnato questa verità, ma solo oggi, nell’era della scienza, è stato possibile portare la prova scientifica tangibile sul mondo metafisico; finalmente si sta celebrando il tanto atteso matrimonio mistico, ossia l’unificazione tra il manifesto e il mistero.
Grazie alla neuroscienza, l’importanza della crescita personale è una realtà tangibile, riconosciuta e oggetto di indagini. Studiare i meccanismi neuronali che sottostanno alla trasformazione personale, è lavoro per i neuro scienziati, invece, per i ricercatori della crescita personale, lo stato olistico, la trasmutazione del sistema metafisico, la funzione e natura dei chakra, la struttura dei corpi sottili e la metamorfosi del cervello umano sono passi lungo un sentiero in cui si sperimenta il funzionamento del proprio sistema energetico in prima persona, nel qui e ora.*
La 5° dimensione non è un luogo magico ma una metamorfosi, una vera e proprio evoluzione della specie misurabile dalla scienza!
Caroline Mary Moore
*brano tratto dal libro “ Radicarsi nel Corpo – la via verso un campo energetico equilibrato”. Edizioni del Cigno
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