Oggi alle 4.49 am c’è stato l’equinozio di primavera. Si apre una nuova luce che entra dopo questi mesi di buio, un buio che ancora non sembra essere passato e infatti è così…il buio si unisce alla luce in un respiro profondo. E’ proprio questo momento che segna un nuovo divenire, un nuovo incontro, un nuovo equilibrio.
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Siamo immersi in eventi talmente straordinari che questa luce che ormai bussa alle nostre finestre da una settimana o forse più, non sembra rallegrarci molto. Sembra un castigo dover stare in casa con cotanta bellezza fuori, mentre la Natura, infatti, si riprende la vita che gli umani le hanno tolto. Torna a respirare. Pensate quanta gioia c’è in questo giorno di primavera, la Natura è contenta che la sua casa torna ad essere sua. Le strade deserte, infatti, fanno notare uno scenario apocalittico dove nulla può perturbare il silenzio naturale del Mondo e questo è un dono che ci permettiamo di osservare e vivere anche noi.
Siamo davanti a una nuova apertura: questo momento è un passaggio a qualcos’altro di cui non sappiamo nulla…proprio perché è nuovo così come questo virus, un microrganismo a RNA del ceppo dei coronavirus (come quelli dell’influenza) chiamato covid-19. Essendo a RNA (materiale genetico ad alta velocità riproduttiva) è velocissima la sua risposta al terreno da parassitare e velocissimo anche il suo mutamento. Cosa ci indica? Siamo in un’accelerazione di cambio di frequenza e di cambio di forma. E’ evidente ormai da un pò e siccome il tempo stringe secondo l’Universo, abbiamo bisogno di accelerare. E non vi sembra quasi paradossale il fatto che mentre dobbiamo accelerare tutto si ferma?
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Nulla può cambiare forma senza la fase di stasi. Proprio perché “facendo” stavamo scappando dallo scendere in profondità e nessuna vera trasformazione può omettere le radici, le uniche basi dell’esistenza sulla Terra. E questo siamo chiamati a fare, attraversare il nostro corpo fisico e tutto ciò che contiene: emozioni, sentimenti, paure, rabbie, delusioni, strutture, filtri, dolore, traumi, gioia, allegria, follia, memorie…tutto ciò che è UMANO, persino la malattia, la perdita e la morte (aspetti estremamente legati alla vita).
Non possiamo essere umani nuovi se non veniamo spinti nei nostri abissi e conosciamo ciò che si nasconde sotto. Non possiamo ammorbidire la nostra personalità, le difese che abbiamo messo senza qualche evento straordinario che ci obbliga a farlo. Andare dentro è il motto di questo 2020 perché l’unica maniera per ri-conoscerci per ciò che veramente siamo, nella luce e nell’ombra, è necessario fermarsi. Nessuno lo avrebbe fatto altrimenti. Non saremo mai scesi nei nostri inferi ingranditi dagli eventi proprio per non lasciare nulla di non visto. Non possiamo espandere la luce senza guardare l’ombra e comprendere che abbiamo molto da fare dentro più che fuori. Che abbiamo molto potere dentro più che fuori. Infatti viviamo in tempi assolutamente precari, non sappiamo quale sia la forma che assumeremo tutti né quanto durerà il passaggio da crisalide a farfalla. Non sappiamo nulla per quanto cerchiamo spiegazioni e previsioni in tutti i modi. Cosa c’è di brutto nel non sapere? Cosa si risveglia dentro di te se non sai? Puoi stare nel presente e immergerti in te stesso/a senza porre limiti?Cosa accade quando sei davanti all’ombra della vita? La morte la giudichi? Giudichi i momenti come questo perché non ci sai stare o perché per te sono davvero negativi? I più grandi Imperi sono stati costruiti dalle macerie.
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Non possiamo più fuggire da noi stessi ed è ADESSO il momento di transito più complesso. Transitare negli abissi è la cosa più difficile ma vi dico una cosa: molte persone stanno ritrovando una connessione mai avuta prima. Una sensibilità mai conosciuta. E lo sai perché? Perché siamo tutti costretti ad entrar in contatto con la nostra vulnerabilità. Ed è proprio questo passaggio il più duro di tutti. Qui ci sono le ferite anche quelle che sembra che non hai mai vissuto, le hai dentro, le erediti, sei connesso/a con il collettivo. La vulnerabilità è amore infinito nel momento in cui te lo permetti. La vulnerabilità è la porta di entrata al vero potere dell’amore che unito alla forza che tutti abbiamo (quella che in questi casi, ahimè, fa evitare di entrare in te) può cambiarti la vita e la può cambiare al Mondo intero. Perché i cambiamenti iniziano da dentro e si espandono a macchia d’olio, si contagiano in questo modo. Le informazioni viaggiano su binari invisibili chiamati campi morfici ed è inevitabile che più ci permettiamo di stare dentro e vedere tutto ciò che c’è, più l’informazione viaggerà veloce. Non importa vedersi di persona per farla diffondere. Siamo comunque tutti connessi sempre. E abbiamo anche questo strumento importantissimo, è tempo di usarlo. Non pregare per gli altri, prega per te e gli altri. Tutto passa sempre e solo attraverso di te che sei connesso/a a tutto il resto.
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Davanti alla tua vulnerabilità sviluppi inevitabilmente compassione nel momento in cui smetti di combatterla e giudicarla. Sviluppi ciò che è l’amore più elevato. Davanti a lei siamo tutti UGUALI, siamo UMANI e tutti siamo vulnerabili. E quando diventiamo UMANI smettiamo di sentirci separati e possiamo guarire la nostra ferita più grande.
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In questo periodo di numerosi lutti e perdite, di paura e impotenza, sappi che hai gli strumenti per stare senza combattere. Tutto passa con i suoi tempi che hanno un senso più grande di ciò che comprende la tua mente e ciò che viene in questo momento è da vivere. E’ la famosa pratica che stavamo tutti aspettando. Non è rincuorante e non per le persone che in questo momento stanno male e perdono i propri cari. Il lutto è un dolore enorme in qualunque modo si presenti. E’ un dolore che insegna molto e che va accompagnato e vissuto senza lottare con il dovuto sostegno se necessario.
E’ importante ora fare la differenza per se stessi e nel proprio piccolo. Potersi affidare che qualunque cosa accada è la cosa migliore non è semplice per chi ha sempre creduto di controllare la vita. Davanti al lutto siamo nudi e impotenti perché è sempre la vita a volerlo. Ed è proprio qui che sperimentiamo che luce e ombra sono saldamente unite. E possiamo vedere che non può esistere il giudizio perché siamo tutti uguali davanti ai grandi eventi della vita. La morte è parte della vita e non è nulla di male. La morte non è negativa ma è parte di una fine che lascia spazio a nuova vita, anche se è doloroso viverla. Proprio come in grande così in piccolo…. siamo tutti UNO.
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Sono gli insegnamenti che non scorderemo mai. Ma solo DOPO vedremo cosa siamo diventati, quale forma assumeremo e ci ri-conosceremo passo a passo fino a vederci completamente. Questo processo ci porta a noi in un modo totalmente nuovo. E ci porta agli altri cambiando totalmente le nostre relazioni! E’ da dentro che mandiamo fuori ……ed è questo il momento in cui possiamo imparare a farlo. La pratica è la migliore scuola di vita. Lo capiremo dopo…solo dopo.
Con amore,
Ollìn
crescita ed evoluzione
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