Ogni essere umano nasce per incontrare quello che ha perduto: un filo d’oro. Lo cerchiamo nelle relazioni, nella coppia, nei soldi, nella vita. Il Filo d’Oro, che collega tutte queste esperienze, consiste nell’incontrare costantemente se stessi e traccia il percorso che conduce alla consapevolezza che ciascuno è esattamente il cammino che compie
In ogni individuo è presente una profondissima spinta a vivere sempre (e per sempre) coscientemente, in maniera felice e senza limitazioni. Quando questo impulso, che ha origine dalla natura più intima e autentica dell’essere, è così forte da trasformarsi in una necessità fondamentale della vita allora ha inizio a un percorso individuale profondo e completo, che ha come fine la piena realizzazione della propria natura coscienziale. Quando il bisogno innato di ristabilire la consapevolezza nella completezza della coscienza è realmente influente, ogni tecnica di meditazione, contemplazione e gnosi sarà realmente trasformatrice e porterà rapidamente alla piena soddisfacente. L’autorealizzazione è essenzialmente una questione di attitudine. Attitudine nei confronti dell’infinito. La ricerca è un modo di essere, uno stile di vita. O si comprende chiaramente questo o il rischio è di ridurre tutto a una banale pratica di meditazione e alla necessità di risolvere dei problemi, di raggiungere il successo, la guarigione, il potere, esperienze extra-ordinarie. La questione invece, in questo contesto, appartiene a una dimensione più profonda e infinitamente più ampia.
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Nasce l’esperienza del Filo d’Oro
Per facilitare queste comprensioni, circa dieci anni fa, ho inaugurato l’esperienza del Filo d’Oro, un percorso di studio ed esperienza integrata dei quattro talenti: meditativo, trascendentale, devozionale e gnostico. Per la prima volta un percorso di consapevolezza propone lo studio e l’esperienza integrata di questi talenti.
Il Filo d’Oro è un approccio esperienziale agli stati superiori di coscienza, al di là delle normali possibilità percettive che normalmente si sperimentano. Queste esperienze portano chiarezza mentale, sobrietà, rimozione delle idee limitanti, pensieri ed emozioni armoniosi, comportamenti appropriati e successo nella realizzazione degli scopi di valore e servizio. Quando inizia l’esigenza di un percorso come il Filo d’Oro non è più sufficiente accontentarsi di avere un buon livello di conoscenza e consapevolezza, di vivere in equilibrio e felici, in salute e prosperità. I ricercatori maturi sono estremamente motivati a raggiungere la piena realizzazione della natura della coscienza e non si accontentano di vivere attraverso stati ordinari della mente, né tantomeno si accontentano di sperimentare situazioni e relazioni prodotte dagli stati ordinari di coscienza. Ogni individuo mentalmente capace ha la possibilità e la capacità di realizzarsi come coscienza e di scoprire ed esprimere equilibratamente le caratteristiche intrinseche della propria natura essenziale: amore, felicità e consapevolezza.
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Sono fermamente convinto che ognuno di noi, nonostante queste cose siano molto importanti, non è qui semplicemente per soddisfare i desideri e i bisogni mondani, godere delle relazioni, lavorare, adattarsi e cercare di risolvere i problemi, accumulare beni materiali e ricchezze ed infine andarsene senza aver sperimentato la relazione intima che ha con l’infinito.
Per conoscere la natura della coscienza e sperimentare gli stati superiori in forma equilibrata e autentica, dalla mia personale prospettiva, è necessario essere fermamente risoluti, sviluppare, integrare e praticare uno stile di vita integrato e meditativo e liberarsi da qualsiasi condizione che limita la propria consapevolezza.
È particolarmente adatta a questo percorso la persona che sente l’autorealizzazione come una questione di vitale importanza. Ciò per cui è qua. Con questa chiarezza interiore si creano le condizioni interiori più favorevoli per realizzare ciò che questo percorso propone. Quando in un ricercatore è presente una passione ardente e inarrestabile verso la conoscenza allora ogni azione esprimerà un’intensità e una forza tali da permettergli di trasformare e di liberarsi da tutto ciò che lo appesantisce e lo ostacola nel conseguimento del proprio obiettivo: abitudini, situazioni, emozioni, pensieri, blocchi, relazioni. Tutte queste cose possono risultare difficili da cambiare fino a che non si considera l’autorealizzazione come una questione di vitale importanza. Allora si avrà una autentica motivazione trasformatrice.
In questa motivazione non deve essere presente rigidità, ossessione o esaltazione, ma assoluta determinazione e grande amore.
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Studio e pratica dei 4 talenti
L’approccio integrato alla realizzazione e studio della natura della coscienza si fonda su solide basi filosofiche e valori esistenziali: costanza, umiltà, pazienza, perseveranza, passione e amore. Questi sono i pilasti e le virtù necessarie per affrontare questo percorso di ricerca e gli strumenti che propone. In controtendenza alle ondate progressive di superficialità nell’affrontare le tematiche legate alla consapevolezza, alla spiritualità, alla meditazione e alla crescita personale e collettiva (dove anche la felicità può essere mercificata e l’illuminazione venduta nei corsi fast food di un fine settimana), lo studio e la filosofia dei 4 talenti sottolinea come il segreto del successo nelle pratiche di consapevolezza sia la perseveranza e lo sviluppo di coerenza nell’applicare le proprie conquiste interiori alla vita quotidiana.
Quando le radici sono profonde l’albero può far salire in alto le sue chiome senza che il vento lo sradichi. Lo studio e pratica dei 4 Talenti si basa su tecniche superiori di meditazione dove si sperimentano gli stati superiori di coscienza descritti dalle principali filosofie esistite nel pianeta e presenti soprattutto nei testi filosofici della cultura indovedica, dove la pratica della meditazione, degli stati trascendentali, gnostici e devozionali ha raggiunto la sua massima espressione (Sutra di Patanjali, Bhagavad Gita, Veda, Upanishad). Lo studio e la pratica dei 4 talenti non si limita all’esperienza degli stati superiori di coscienza, ma trasmette un metodo per poter trasformare ed applicare queste esperienze al fine di migliorare notevolmente la qualità della propria vita a livello personale, relazionale e collettivo, fino alla realizzazione delle necessità ed esigenze più profonde ed autentiche ed alla scoperta e al conseguimento del proprio scopo personale e universale.
I 4 Talenti
In questo pianeta si sono susseguite linee di conoscenza e di sapere (il buddismo tibetano, le civiltà ancestrali sudamericane, gli indiani d’America, l’Alchimia occidentale, la Tradizione Indovedica e il misticismo indiano) che hanno condotto l’essere umano all’esperienza più elevata che possa essere concessa ad una vita, la realizzazione di se stessi, ovvero la realizzazione della natura essenziale della propria coscienza e delle sue caratteristiche intrinseche: felicità, amore, compassione, potere, conoscenza. Non stiamo parlando di religione ma di quella spiritualità scevra da condizionamenti e dogmi che a stento si racchiude in tradizioni perché in perfetto e costante contatto con l’esperienza diretta dell’assoluto. L’esperienza personale mi ha portato a maturare una particolare visione sull’approccio integrato alla realizzazione della natura della coscienza. Una visione basata su 4 talenti principali: meditativo, devozionale, trascendentale e gnostico. Secondo questa visione ogni essere umano nasce con uno o massimo due talenti più sviluppati rispetto agli altri. Ognuno ha poi la possibilità di integrare i talenti mancanti o di arrivare alla conoscenza dell’assoluto direttamente ed esclusivamente mediante uno di essi. Lo sviluppo e l’esperienza dei 4 talenti possono essere osservati in grandi personalità e/o maestri che hanno influenzato la coscienza di milioni di persone.
Il talento devozionale e i suoi tratti caratteristici possono essere ritrovati leggendo Sri Ramakrishna e il suo esempio di vita straordinario. Anche l’opera del suo discepolo diretto Swami Vivekananda è un chiaro esempio di come il talento devozionale possa portare a una piena ed autentica realizzazione. Anche la vita di molti santi o mistici cristiani, come San Francesco o Santa Caterina da Siena sono esempi straordinari del talento devozionale e dei suoi prodigi. La devozione, al di là di un costrutto religioso, deve essere intesa semplicemente come un flusso di amore costante verso un oggetto di attenzione. Conosco molti devoti dei propri figli, di un lavoro, di uno sport, di un ideale o di un popolo. Quando questo flusso di amore viene rivolto verso l’infinito allora le caratteristiche e le esperienze che si sviluppano sono incredibilmente profonde.
Il talento meditativo è stato portato in Occidente da una lista interminabile di maestri, tra cui spicca Yogananda, per la sua linea pura di conoscenza: il Kriya Yoga. La chiave di questo talento risulta essere l’attenzione e la presenza che, se rivolta totalmente verso un oggetto (interno o esterno: un movimento di luce interno, una corrente di energia, il respiro, il Sole, etc.) specifico e prolungata, diventa rispettivamente concentrazione, contemplazione, meditazione e Samadhi (mistica unione tra percepente e percepito). Il talento meditativo è normalmente associato a quello devozionale, senza il quale non si conquista la dolcezza e l’abbandono necessari per conquistare la purezza interiore necessaria all’esperienza degli stati superiori di coscienza.
Il talento Gnostico può essere studiato approfondendo l’opera di Ramana Maharshi, il saggio di Arunachala. Questo talento punta dritto all’identità essenziale al di là di ogni identificazione transitoria. Il suo approccio mira dritto a rompere ogni dinamica mentale e arriva in maniera rapida al cuore dell’esperienza della pura coscienza di essere, senza limiti né forme. Quello gnostico è un talento meno comprensibile alla massa di persone e le sue tecniche e pratiche avanzate facilitano esperienze molto profonde e potenti, che permettono al ricercatore di confrontarsi con aree di coscienza difficili da trasmettere attraverso le parole o le emozioni. Nel percorso del Filo d’Oro il talento Gnostico viene trasmesso integralmente solo dopo il terzo anno di pratica proprio perché le esperienze sono molto profonde e necessitano di equilibrio per poter essere metabolizzate ed espresse correttamente.
Il talento trascendentale: esistono molti rappresentanti del talento trascendentale, anche il più famoso in occidente è forse Maharishi Mahesh Yogi, balzato agli onori della cronaca per il soggiorno dei Beatles nel suo Ashram in India. Il talento trascendentale è stato largamente frainteso o studiato in maniera superficiale e ridotto a una semplice conseguenza di una pratica meditativa. Nel Filo d’Oro si usano tecniche, percorsi di consapevolezza e metodiche molto efficaci e raffinate per fare esperienza di questo talento e poterlo non solo comprendere ma anche usare nella vita quotidiana per raggiungere rapidamente stati di coscienza elevati. Il talento trascendentale ci permette di comprendere la non identificazione, l’assenza di giudizio e di delusione, il non attaccamento e le esperienze di coscienza impersonale. È sicuramente una delle esperienze più straordinarie ed efficaci per comprendere che ognuno di noi è una coscienza senza limiti né forma, capace di creare la propria realtà e stato percettivo a comando.
Il percorso del Filo d’oro
I 4 talenti portano sempre alla medesima realizzazione, ma passano per percorsi differenti. Sono 4 facce di uno stesso diamante. Ogni talento, adeguatamente studiato, si integra con gli altri e facilita una comprensione globale del processo di autorealizzazione. In questo periodo storico, nel quale stiamo comprendendo la profonda interconnessione tra ogni forma di vita e abbiamo l’occasione di comprendere una visione olistica dell’esistenza, è possibile per la prima volta accedere allo studio ed esperienza di tutti e 4 i talenti in un percorso integrato.
Questo approccio integrato permette una particolare accelerazione nel percorso individuale e collettivo. Ho avuto la fortuna di conoscere direttamente grandi personalità e ricercatori che, in questi anni di pratica, hanno fatto maturare un’esperienza unica: il Filo d’Oro, l’esperienza integrata dei 4 talenti. Tra tutti mi piace sempre ricordare Anthony Elenjimittan, uno degli ultimi discepoli diretti di Ghandi. Incarnava perfettamente l’equilibrio armonico dei 4 talenti.
Ho trasmesso l’esperienza integrata dei 4 talenti a migliaia di persone in diversi livelli e gradi di comprensione. Per sperimentare i 4 talenti generando un profondo impatto nelle persone, da undici anni esiste un gruppo internazionale di ricerca, ogni anno più numeroso. I ricercatori vengono da tutto il mondo (India, Irlanda, Sud America, Spagna, Italia, etc). Dal 2014, dopo anni di esperienza, stanno nascendo spontaneamente i primi insegnanti capaci di trasmettere integralmente questa esperienza straordinaria. Per studiare e sperimentare i 4 Talenti esiste un percorso strutturato in quattro cicli annuali; ogni ciclo prevede 20 lezioni e due intensivi residenziali (ogni anno), nei quali i ricercatori dei vari Paesi si ritrovano per approfondire la propria conoscenza e ricevere le informazioni più delicate.
L’esperienza integrata dei 4 talenti nasce da una visione interiore maturata attraverso l’esperienza diretta e uno stile di vita completamente dedicato alla ricerca. Venti anni di esperienza sono solo l’inizio di un percorso senza fine, che celebra i valori della costanza nella pratica, della perseveranza, della consapevolezza e della felicità attraverso la coerenza con cui ognuno di noi riesce a contestualizzare le profonde ed elevate realizzazioni interiori nella vita quotidiana. Praticare meditazione, ad alti livelli, non si limita più all’esecuzione di una tecnica o ad alcune esperienze interiori, ma si espande ed influenza tutto lo stile di vita del ricercatore, proiettandolo in una dimensione esistenziale infinitamente più soddisfacente, autentica e completa.