“Esistono, nel mondo, dei libri maledetti che una sorta di ‘Santa Alleanza contro il sapere’ ha combattuto aspramente dai tempi più remoti fino ai nostri giorni.” 

Yves Naud

Il libro di Dzyan è uno dei più antichi libri dell’Umanità, viene menzionato in diverse tradizioni; nessuno lo aveva mai visto, possediamo la sola testimonianza di Helena Petrovna Blavatsky, la quale sosteneva di essere stata nel Tibet, a Lhasa, dove nel 1868 avrebbe avuto la possibilità di prenderne visione e stenderne un compendio in versi.
La teosofa russa sosteneva che esso fosse scritto in una lingua pre-ariana – ora completamente dimenticata, il “senzar” – e che esso sarebbe stato dettato dagli Atlantidi, ossia i membri della quarta razza “creata” sul nostro pianeta dagli “dèi costruttori” provenienti dallo spazio, e poi distrutta da una immensa catastrofe e sommersa dalle acque di un Diluvio (mentre la razza attuale, alla quale noi apparteniamo, sarebbe la quinta in un ciclo di sette). L’unica versione nota in occidente del “Libro di Dzyan” è perciò quella che H. P. Blavatsky ha tradotto in versi, intitolandola “Le Stanze dal Libro di Dzyan” (di fatto, sovente i non specialisti confondono i due titoli e le due opere) ed esponendola nel suo volume “La Dottrina “Segreta”: il quale, assieme ad “Iside Svelata”, è generalmente considerata l’opera più importante della mistica russa e fondatrice della Società Teosofica.

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Si pensa che la copia originale del “Libro di Dzyan”, di cui esistono forse anche dei codici posteriori, non consisterebbe in un libro vero e proprio, come noi lo intendiamo – fatto cioè di pagine riempite da caratteri destinati alla lettura – bensì sarebbe una sorta di oggetto “magico” il cui contenuto verrebbe compreso intuitivamente, per via telepatica, da coloro i quali vi poggiano sopra la mano sinistra, ma solo a determinate condizioni: in particolare, quella di possedere una mente ed un cuore sgombri da secondi fini o desideri impuri. Tale, infatti, è la descrizione che la teosofa russa fa di questo libro “maledetto”.

Secondo il “Libro di Dzyan”, i primi uomini della Terra erano discendenti dai Celesti o Pitris, venuti dalla Luna. Il testo descrive l’evoluzione dell’uomo dalla prima razza fino alla quinta – la nostra – che si ferma alla morte di Krishna avvenuta cinquemila anni fa. Scritto in una lingua assolutamente sconosciuta, il “senzar”, si dice che sia stato dettato agli Atlantidi da esseri divini. Il “Libro di Dzyan” parla delle dinastie atlantidi divine e ricorda i “re del Sole” che occupavano “troni celesti”.

Quest’epopea religiosa non potrebbe essere il ricordo distorto di extraterrestri, di Venusiani che si posarono sulla Luna e poi sulla Terra? I “re del sole” sono forse uomini dello spazio venuti a “colonizzare” la Terra su macchine spaziali?

Come è stato scoperto il “Libro di Dzyan”? Quali segreti nasconde? Presenta davvero dei pericoli per la nostra civiltà, come pretendono alcuni ricercatori?

È alla fine del XVIII secolo che il mondo occidentale sente parlare per la prima volta del “Libro di Dzyan”. In quell’occasione, l’astronomo Bailly afferma che il manoscritto viene dalle Indie, ma che in effetti è stato scritto… sul pianeta Venere!
Nel XIX secolo, un altro francese, Louis Jacolliot, si interessa del “Libro di Dzyan” che egli chiama “Le Stanze di Dzyan”. Ma la sventura sembra accanirsi contro tutti coloro che pretendono di possedere il manoscritto. Per qualche anno i ricercatori – cedendo alla superstizione – rinunciano allo studio del manoscritto. Ma la questione torna alla ribalta con l’entrare in scena della famosa teosofa H. P. Blavatsky.

La Blavatsky fin dalla tenera età, manifesta dei notevoli poteri psichici e medianici, tanto che la famiglia stessa, spaventata da queste sue particolari doti, cerca di farla sposare pensando che il matrimonio potesse assopire quella sua condizione così imbarazzante. Ma Helena fugge e raggiunge il porto di Odessa, dove si imbarca per Costantinopoli e da lì arriva in Egitto.

Al Cairo Helena vive con un mago di origine copta che le manifesta l’esistenza di un libro maledetto, dai poteri nefasti. Si trattava, naturalmente, del “Libro di Dzyan”, del quale Helena Blavatsky si mise alla ricerca e che finì per trovare, forse con l’aiuto di quei “Maestri occulti” tibetani dei quali ella ha parlato frequentemente, e sulla cui realtà e natura si dividono, su fronti opposti, coloro che la considerano una ciarlatana, e sia pure dotata di facoltà insolite e di una certa genialità istrionesca, e coloro che la considerano invece una autentica iniziata. Tra questi ultimi, Paola Giovetti ricorda la testimonianza del colonnello Henry Steel Olcott, secondo il quale la donna scriveva le sue opere in un evidente stato di “trance” ipnotica e aggiunge che ella sembrava “copiare” da un manoscritto visibile a lei soltanto; tanto più che, spesso, i brani da lei citati a memoria figuravano su libri estremamente rari, ad esempio reperibili solo presso la Biblioteca Vaticana o il British Museum.

 

La descrizione del libro che ne viene fatta lo rappresenta con i suoi grandissimi fogli di colore nero e densi di simbolismi a caratteri d’oro zecchino; è un libro colossale, pesantissimo, chiuso alla maniera tibetana tra due spesse tavole, ma sono tavole di oro purissimo e magistralmente cesellate. Le “Stanze di Dzyan” è un Libro Sacro magnetico nel senso che, appoggiando il palmo della mano sinistra sui suoi simboli profondi e avendo l’animo e la mente completamente scevri da qualsiasi impurità, si vedono passare avvenimenti, si odono voci, si percepiscono segreti svelati.

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Evoluzione cosmica e Antropogenesi 

Il testo è diviso in due parti: la prima, Evoluzione cosmica, consta di 7 Stanze (capitoli) e 53 capoversi; la seconda, Antropogenesi, comprende 12 Stanze e 49 capoversi. La grande studiosa russa Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891),ha lasciato ottimi libri di commento sulle “Stanze di Dzyan” (“La Dottrina Segreta”), ma sono commenti e direttive prettamente esoterici; non è dato sapere del resto, se la Blavatsky, durante il suo ipotetico ingresso nel Tibet nascosto, abbia potuto prendere visione del Libro Sacro oppure ne abbia potuto assaporare il contenuto soltanto da una copia (non integrale) durante il suo soggiorno in India.

Analizziamo alcuni passi riguardanti l’Antropogenesi interpretandoli in modo concreto, senza i soliti misticismi; così operando otterremo una visione davvero sorprendente su meravigliose e remote descrizioni concernenti la non più misteriosa comparsa dell’uomo sulla Terra.

La discesa di Esseri dallo spazio cosmico, la loro divinizzazione, i loro terrificanti combattimenti con esseri mostruosi che popolavano questo pianeta e, cosa estremamente valida e importante, i loro vari tentativi di creare una Razza a loro immagine e somiglianza, abbastanza funzionante sul pianeta Terra: una Razza scaturita da vari esperimenti basati sull’ingegneria genetica.

Questa è l’Antropologia spaziale o Antropologia cosmica; una scienza d’avanguardia che è un atto di coraggiosa rottura con gli studi e le teorie sino ad ora formulati sul mistero dell’origine dell’uomo. Antropologia cosmica significa immagazzinare, registrare ed elaborare un’infinità di elementi, un turbine di avvenimenti in un vortice di concrete possibilità; significa mettere ordine tra le righe di antichissimi testi e saper bene leggere tra le righe, cogliere significati occulti di fatti storici o religiosi per ottenere così una chiara visualizzazione mentale sul passato remoto dell’Uomo. (…)

Queste doverose, brevi premesse, prima di cominciare lo studio di alcune descrizioni contenute nell’Antropogenesi delle “Stanze di Dzyan”: diremo ancora che il termine “Dzyan” deriva certamente da “Dhyâni”, Dei planetari.

Formatori e costruttori che, assieme ai “Lhâ”, Dei celesti con poteri sovrumani e ai “Lhâmayn”, Dei risplendenti inferiori, misero ordine sul pianeta Terra e cominciarono a costruire le razze umane, alcune distrutte perché mal riuscite, fino a giungere alla Quinta Schiatta, che tuttora alberga sulla Terra.

La Prima Razza 

“Allora i costruttori, indossate le loro prime vestimenta, discendono sulla terra radiosa e regnano sugli uomini che sono loro stessi” (Stanza VII-7).

Soffermandoci sul termine ‘allora’, viene spontaneo osservare che trattasi di un’azione consequenziale, cioè il succo, il riepilogo, seguito da una decisione, di una lunghissima preparazione al disegno programmato da una civiltà planetaria, di colonizzare il pianeta Terra. L’interpretazione di questa frase suona così:

“Dopo la suprema decisione, i cosmonauti, che avevano il compito di formare una Razza umana, atterrarono sul pianeta Terra in pieno giorno e da quel momento essi sono capi e re della futura Razza terrestre da loro formata e costruita.” 

I “Costruttori” erano scesi sulla Terra dopo che il Pianeta aveva subito sconvolgimenti catastrofici e dopo la comparsa di Razze mostruose sulla sua superficie.

“La ruota girò per trenta crore ancora… dopo trenta crore si rivolse… essa creò dal proprio grembo. Sviluppò uomini acquatici terribili e malvagi… I Dhyâni vennero e guardarono. I Dhyâni vennero dal lucente padre-madre, dalle regioni bianco latte, dalle dimore dei mortali immortali… essi furono malcontenti… non Rûpa adatti per i nostri fratelli del quinto. Non dimore per le vite… e le fiamme vennero. I fuochi con le scintille… I Lhâ dall’alto ed i Lhâmayn dal basso vennero. Essi uccisero le forme che avevano due e quattro facce. Combatterono contro uomini-capra e contro uomini dal capo di cane e contro gli uomini dal corpo di pesce” (Stanza II-6).

I primi esseri che furono creati o che già abitavano la terra, qui il testo non è chiaro, erano quindi delle creature acquatiche definite “terribili”; i Dyhâni capirono che l’anima non si poteva incarnare in quel corpo grezzo, e vedendo che erano dannosi decisero di distruggere la loro creazione. Poi notiamo nel testo, che in quel tempo vi erano contemporaneamente più razze sulla terra, gli uomini-capra, gli uomini dalla testa di cane e gli uomini dal corpo di pesce, questi altri esseri non si capisce se siano stati creati dagli stessi oppure da altre razze di creatori, e quali siano i fini di questi ultimi, non è dato saperlo.

La descrizione che la Terra si ribaltò è quanto mai veritiera. Il papiro Haris (1.300 a.C.) fa riferimento ad una “catastrofe di fuoco e di acqua che provocò il rivoltarsi della Terra”; il papiro Ipuwer (1.250 a.C.) precisa che “il mondo prese a girare a rovescio come se fosse una ruota del vasaio e la Terra si è capovolta” ; il papiro Hermitage (1.700 a.C.) afferma che “il mondo si è capovolto” e per finire l’antichissimo testo indù “Visuddhi Magga” sostiene che la terra venne “scrollata”, si capovolse e un ciclo del mondo ne rimase distrutto.

Dopo la prima e la seconda Razza, rispettivamente Esseri formati da un connubio tra appartenenti a un pianeta giallo e altri di un pianeta bianco nonché i prodotti “per germinazione ed espansione”, il Sacro Testo passa a descrivere la formazione della Terza e Quarta Razza.

La Terza Razza 

“Il bianco cigno della volta stellata adombrò la grande goccia. L’uovo della Razza futura, l’uomo-cigno della Terza che venne più tardi. Prima maschio-femmina, poi uomo e donna…” (Stanza VI-22).

La bianca costellazione del Cigno dunque, adombrava la Terra (Grande Goccia), allorché fu costruita la Terza Razza che venne appunto chiamata Razza-Cigno; una Razza diretta discendente dall’Essere androgino. Infatti viene specificato che mentre prima esisteva l’Essere Maschio-Femmina (cioè bisessuale), dopo l’intervento si ebbe lo stesso Essere che era diventato due, cioè Uomo e Donna.

Ma ecco una descrizione più dettagliata:

“Gli animali si separarono per primi; essi cominciarono a far Razza. L’uomo duplice si separò pure. Egli disse: ‘Facciamo come loro, uniamoci e formiamo delle creature’. E così fecero… e generarono dei mostri. Una Razza di mostri deformi coperti di pelo rosso, che camminavano a quattro zampe. Una Razza muta perché l’onta non fosse narrata” (Stanza VIII, 31-32).

Questo secondo intervento dei “Formatori” e dei “Costruttori” fu quindi dapprima sperimentato sugli animali e poi sull’Essere androgino, che era sì intelligente ma, come vedremo, non poteva dirsi “ragionevole”. Anche questo Essere, divenuto due, cominciò ad accoppiarsi come del resto facevano da tempo gli animali e diede origine a una Razza di Mostri, che camminavano a quattro zampe ed erano coperti di pelo rosso. “Una razza muta, perché l’onta non venisse narrata”!

I creatori cominciarono ad apporre ulteriori modifiche manipolando il DNA, e crearono la terza e quarta razza, chiamata l’uomo-cigno. Quando si usa il termine “androgino”, non possiamo dire con certezza se indicasse proprio la a-sessualità dell’essere stesso, o una questione puramente simbolica, per esprimere il concetto di un uomo non ancora immerso nella dualità. Questi cominciarono ad accoppiarsi e a procreare. Alcuni di loro si accoppiarono con animali o altri esseri presenti nel pianeta, dando vita a esseri mostruosi e pelosi. Secondo i nostri studi, questi esseri mostruosi dal pelo rosso, sono ancora esistenti nel nostro pianeta, o almeno dei discendenti di questa razza, sono conosciuti con il nome di Bigfoot, e vivono all’interno della terra, sebbene in un’altra dimensione; ogni tanto vengono avvistati in prossimità di grandi foreste, questi tramite tunnel sotterranei, riescono a risalire in superficie. Le migliaia di avvistamenti di questi esseri non possono essere tutti frutto di fantasia, sicuramente sono dei superstiti di quei tempi lontani.

Antichi reperti risalenti ad un’epoca antidiluviana, furono ritrovati da Padre Carlo Crespi, un prete salesiano nativo di Milano, nella regione amazzonica ecuadoriana chiamata Morona Santiago dove esiste una caverna molto profonda, detta in spagnolo Cueva de los Tayo. Il posto dove si trovavano questi oggetti, gli fu indicato dagli autoctoni Jibaro. Nel corso di decenni, egli raccolse centinaia di favolosi pezzi archeologici risalenti ad un epoca sconosciuta, molti di essi d’oro o laminati d’oro, spesso intagliati magistralmente con arcaici geroglifici che, a tutt’oggi, nessuno ha saputo decifrare.

La Quarta Razza 

Dopo l’esperimento della Terza razza, ecco che le “Stanze di Dzyan” passano alla descrizione della formazione della Quarta:
“Vedendo la qual cosa i Lhâ, che non avevano costruito uomini, piansero dicendo: ‘Gli Amanâsa hanno disonorato le nostre future dimore… insegniamo loro meglio perché di peggio non avvenga…’. Così fecero. Allora tutti gli uomini divennero dotati di manas… La quarta razza sviluppò la parola” (Stanza IX, 33-34-35-36).

Questa volta non i Dyhâni ma i Lhâ, Dei celesti con poteri sovrumani, restarono delusi dalla riuscita di questo terzo esperimento che aveva generato degli Esseri “Amanâsa”, cioè senza “Manas”, senza mente. E allora corsero ai ripari: aggiunsero qualcosa per cui la Terza Razza sviluppò la parola e divenne così la Quarta razza che, se pur non proprio gradevole dal punto di vista estetico, divenne intelligente.

Ma ecco che l’intelligenza sviluppò evidentemente anche la malignità e la cattiveria per cui ricominciarono i guai:

“La Terza e la Quarta divennero gonfie di orgoglio: ‘Noi siamo i re, noi siamo gli dei’. Essi presero mogli belle a vedere. Mogli dai senza-mente, da quelli dal capo schiacciato: essi generarono dei mostri, demoni malvagi maschi e femmine, anche Khado, con piccole menti…” (Stanza X, 40-41).

Si deve quindi dedurre che la Terza Razza, mal riuscita, non fu annientata ma fu rifinita e modificata; tuttavia molti esemplari dovettero rimanere, specialmente donne, per cui da questi accoppiamenti si generò una Razza cattiva con la comparsa dei Khado, ovvero Esseri inferiori con piccole menti.

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Ricapitolando 

Dalla Terza Razza modificata (cioè dotata di mente) si ebbero due specie: una originata da accoppiamenti di appartenenti dalla Terza razza modificata e una originata da accoppiamenti della Terza modificata con donne della Terza non rifinita.

Avvenne quindi che la Quarta Razza, invece di progredire, ottenne dei processi involutivi fisici e mentali rispetto alla dotazione del “Manas” difatti il senso della ragione, a poco a poco, fu adoperato sempre più per scopi immorali e malefici:

“Eressero templi al corpo umano. Essi adorarono il maschio e la femmina. Allora il terzo occhio cessò di funzionare…” (Stanza X, 42)

Il senso della ragione quindi, era servito esclusivamente ad erigere Templi al corpo umano, ad abbrutirsi in una errata Religione e ad atrofizzarsi nel culto di se stessi: fu una Razza forte tuttavia malvagia, che dimenticò ben presto i propri Costruttori.

Fu questa la famosa Razza dei Giganti:

“Essi fabbricarono immense città. Fabbricarono con terre e metalli rari dei fuochi vomitati, della pietra bianca delle montagne e della pietra nera. Essi scolpirono le proprie immagini, della propria grandezza e somiglianza e le adorarono. Essi fabbricarono grandi immagini, grandi nove yati, statura del loro corpo…” (Stanza XI, 43-44).

Questa è la razza che si riferisce agli atlantidi, essi erano stati generati dalla terza razza, che venne a sua volta modificata, con interventi genetici per raffinare il corpo.
Questa razza aveva intelletto e grandi qualità spirituali: gli atlantidi nella Grecia antica, venivano raffigurati simbolicamente con la figura dei ciclopi, esseri giganti che disponevano di un occhio solo al centro della fronte, questo rappresentava simbolicamente la ghiandola pineale aperta, quindi il terzo occhio o occhio divino. Si narra anche che avessero la possibilità di vedere la propria anima all’interno del loro corpo, e che questa veniva percepita all’esterno come un bagliore.

Dopo l’epoca d’oro, questa civiltà si corruppe, o venne infiltrata, e frange che inseguivano il potere materiale presero il sopravvento, creando guerre e non dando ascolto alla saggezza che i divini creatori avevano impartito.

Avvenne la prima grande catastrofe, in cui venne usata un’arma devastante, destinata prima ad un uso diverso, ora veniva usata per la morte. Quest’arma sfuggì al controllo e distrusse quasi la Terra. La seconda catastrofe avvene per una caduta di un asteroide, o l’inversione dei poli magnetici, che distrusse Atlantide inabissando Poseidonia, la capitale, provocando immense fratture terrestri, che poi diedero vita agli attuali continenti.

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La catastrofe che distrusse Atlantide 

“L’acqua minacciava la Quarta. Le prime grandi acque vennero. Esse inghiottirono le sette grandi isole. Tutti i santi salvati, gli empi distrutti. Con questi, molti degli animali colossali prodotti dal sudore della terra…” (Stanza XI, 45-46).

Si fa quindi espresso riferimento ad una catastrofe avvenuta sul pianeta Terra nella notte dei tempi, per cui potrebbe essere sia il ben noto Diluvio universale, sia la scomparsa del continente di Atlantide, sia la caduta di un immenso meteorite e sia l’esplosione e la disintegrazione di un intero pianeta del sistema solare (il pianeta Mellon).

Qui ora si sottolinea un passo molto importante del libro:

“Presero delle mogli piacevoli a vedersi. Donne prese tra coloro che erano sprovvisti di mente, dalle teste strette, e nacquero dei mostri, cattivi demoni, maschi e femmine, e anche dei Khado, con piccole menti.” 

Dal libro della Genesi:

“Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. Il SIGNORE disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni». In quel tempo c’erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi. Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. Il SIGNORE si pentì d’aver fatto l’uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo. E il SIGNORE disse: «Io sterminerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato: dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del SIGNORE.” (Genesi 6:1-8)

Dal libro di Enoch:

“Dopo che i figli degli uomini si furono moltiplicati, nacquero loro in quei giorni belle e amabili figlie. Ma quando gli angeli, i figli del cielo, le videro furono presi dal desiderio per esse e parlarono fra loro: «Orsù scegliamoci delle mogli tra le figlie degli uomini e generiamoci dei figli»” (Enoch cap. 6)

“Costoro si presero moglie, ciascuno di loro se ne scelse una e cominciarono a frequentarle e a contaminarsi con esse, le ammaestrarono nelle arti magiche, nelle formule di scongiuro, nel taglio di piante e radici e rivelarono le piante dotate di proprietà medicinali. Ma esse rimasero incinte e generarono giganti alti tremila cubiti che consumarono il prodotto degli uomini. Ma quando gli uomini non poterono più rifornirli di nulla, i giganti si rivoltarono contro di loro e li divorarono….” (Enoch cap. 7:1-4)

Dalla Terza Razza modificata (cioè dotata di mente) si ebbero due specie: una originata da accoppiamenti con appartenenti dalla Terza modificata e una originata da accoppiamenti della Terza modificata con donne della Terza non rifinita.

I testi sono simili, raccontano la stessa storia, e presumibilmente alcuni uomini della terza razza modificata (perfezionata geneticamente affinché si incarnasse l’anima), cominciarono ad accoppiarsi generando figli, questi erano i figli di Dio, altri invece si accoppiarono con delle donne non perfezionate (in cui non s’incarnava l’anima o un’altra specie?), da qui nacquero dei figli malvagi: “cattivi demoni”, chiamati nella Bibbia anche Nephilim, questi i figli degli uomini.

Dunque questi figli di Dio non erano angeli caduti o alieni come molti asseriscono, ma erano i discendenti della terza razza, i quali, per motivi ca noi sconosciuti, cominciarono ad accoppiarsi con delle donne che vengono descritte con la testa stretta, e prive di mente, che a loro volta generarono una nuova specie di mostri.
Dal ceppo della terza razza modificata, si generarono due specie diverse, chiamate i figli di Dio e i figli degli uomini: un concetto bene espresso nello gnosticismo, così come in molte altre antiche tradizioni esoteriche e religiose, in cui il mondo è diviso in figli della luce, esseri spirituali, e i figli dell’oscurita, esseri puramente materiali.
Noi presumiamo che la diversità non consista nella razza specifica, ma nell’avere o no l’anima. Restano ancora delle domande su chi fossero queste altre donne con la testa stretta, o se fossero un’ altra specie? Se appartenevano ad un’altra specie furono create dagli stessi creatori, con gli stessi fini? E questi figli degli uomini o Nephilim sono ancora tra noi?

La Quinta Razza 

“Pochi furono i superstiti. Alcuni fra i gialli, alcuni fra i bruni e i neri, alcuni fra i rossi rimasero. Quelli del colore della Luna erano partiti per sempre”. “La Quinta prodotta dal gregge santo, restò; essa fu governata dai primi Re Divini. I Serpenti che ridiscesero, che fecero pace con la Quinta, la istruirono e guidarono”. (Stanza XII, 48-49).

La Quinta Razza, quella presente sulla Terra, sembra non abbia ricevuto alcun intervento di ingegneria genetica; è rimasta quella uscita malconcia , ma salva, da una catastrofe procurata. Una Razza che si avvaleva di alleanze e patti con gli Dei, visti i precedenti e fallimentari tentativi; una Razza presumibilmente mista ad incroci con le stesse Divinità per cui potrebbero essere sorte due Stirpi: una direttamente apparentata con gli Esseri superiori ed una prettamente terrestre. Dimostrare questa ipotesi è difficile o quanto meno richiederebbe fiumi d’inchiostro (…).

Conclusione 

Sulla Terra, migliaia di anni fa, una razza di “costruttori” – entità angeliche ultradimensionali – venne su questo pianeta per dare il via all’esperimento dell’uomo.
Serviva un pianeta dove dare vita a un corpo fisico di tipo umano, simile alle fattezze degli stessi costruttori, in cui si potesse incarnare l’anima.

Nel libro si fa riferimento a più razze di costruttori, e tra questi una superiore a tutte le altre. Apportarono più volte perfezionamenti al corpo fisico, e si denota chiaramente che questi esseri controllano da lontano ma con costanza, l’evoluzione spirituale dell’umanità.

Dopo vari tentativi ed errori, riuscirono a creare un corpo fisico in cui la scintilla divina, l’anima, si potesse incarnare per fare le esperienze nel mondo materiale fisico, come volontà della grande energia creatrice, da cui si diramano tutte le anime.
Quest’uomo venne creato prendendo come base un mammifero acquatico, di cui non si capisce se creato dagli stessi in un tempo precedente oppure già esistente sul pianeta.

Su questo pianeta hanno convissuto contemporaneamente più razze e più specie diverse, come del resto affermano anche le famose sebbene controverse “pietre di Ica” e altri antichi reperti, dai quali si evince che convivessero sulla Terra più specie, sia umane sia di tipo rettiloide.

Non sappiamo però chi ha creato le une e chi le altre, o se sono gli stessi, e per quali fini, sappiamo però da molti resoconti storic-mitologici, che vi sono state delle guerre combattute sia tra gli atlantidei stessi divisi in fazioni, sia atlantidei con altre specie sulla terra, sia guerre tra entità dimensionali.

Noi sappiamo che molte di queste specie sono sopravissute fino ai giorni nostri, e vivono all’interno della terra in una dimensione diversa dalla nostra (la Terra cava?), dove si sarebbero rifugiati prima della grande catastrofe, anche gli atlantidei rimasti fedeli alla luce, formando il regno di Agartha insieme al consiglio dei 10 saggi, che governava Atlantide, formato da esseri di grande saggezza appartenenti ad altre dimensioni, probabilmente i “costruttori”; tra di essi vi è il Re del Mondo, ritenuto da molti esoteristi il Melchisedech citato solamente un paio di volte nella Bibbia: una nell’Antico e una nel Nuovo Testamento.

Essi sono i guardiani dell’evoluzione umana, e attendono la fine del ciclo previsto per risalire in superficie e ripristinare il regno della luce. Secondo le nostre ricerche ci sarà una sesta razza sulla terra, ma questa volta non sarà modificata geneticamente, i maestri delle stelle ritornando riattiveranno alcune funzioni dell’uomo, funzioni psichiche e spirituali che sono state bloccate o ridotte a suo tempo, perché ancora non era pronto.

L’umanità quindi si appresta a finire un ciclo durato migliaia di anni, un grande ciclo cosmico, e sarà ora pronta a definire un nuovo percorso, caratterizzato non più dalla dualità ma da pace e amore, in cui tutti gli esseri ritorneranno all’Uno originario.
Naturalmente solo i destinati potranno accedere a questo nuovo orizzonte, chi non avrà una certa struttura spirituale, sarà annientato con lo stesso mondo disumano che ha alimentato e sostenuto. Sono questi i figli degli uomini, i figli dell’oscurità, che periranno insieme ai loro padroni, coloro che credono di avere il potere su questo pianeta.

Abbiamo cercato con questo articolo, di riassumere il più possibile le nostre ricerche e i nostri studi, non entrando nel dettaglio di argomenti che risulterebbero infiniti, affinché sia semplice capire argomenti di tale complessità, ma di grande valore storico per l’umanità. Cercando di fornire dei dati e basi da cui partire per effettuare una propria ricerca personale.

White Wolf

Revisione a cura di Fabrizio Garro 

http://whitewolfrevolution.blogspot.it/2014/06/il-libro-di-dzyan-la-storia-proibita.html

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