Molti anni fa un astronomo cileno Carlos Munos Ferrada parlò in una sua intervista https://www.youtube.com/watch?v=VJJ0N-Qq3CI  di un pianeta- cometa…in avvicinamento in un  futuro prossimo al nostro sistema solare.. non posso dire  e non credo che  questo pianeta menzionato in questo articolo(Quel pianeta ha la coda) sia lo stesso di cui parlava  Ferrada…perchè non  ho le competenze…ma avere l’opportunità di  fare la conoscenza  di un pianeta- cometa   non può che ampliare  la nostra comprensione e mettere in moto la nostra curiosità… (Cammina nel Sole)

I Pianeti e La Vita

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Quel pianeta ha la coda

mercoledì 24 giugno 2015 @ 19:03

 

 

Sembra una cometa. Invece è un pianeta extrasolare avvolto da una nube gigante, formata perlopiù da idrogeno. E rilevata grazie al confronto fra osservazioni in banda ottica e in ultravioletto, effettuate con il telescopio spaziale Hubble. Lo studio su Nature

 

Travestimento, abbiamo detto. In effetti, almeno in apparenza, la maestosa coda che GJ 436b si trascina appresso, nel suo vorticoso girotondo – ripassa dal “via” ogni due giorni e mezzo – attorno alla nana rossa che gli fa da stella madre, è una sorta di lunghissimo strascico d’atomi d’idrogeno. Per farsi un’idea delle dimensioni, basti pensare che se a ogni passaggio il pianeta occulta, con il suo corpo, appena lo 0.69 percento della superficie della stella, la “coda” ne mette in ombra il 56 percento. Fatte le dovute proporzioni, è come se una sposa entrasse in chiesa con un velo lungo quanto un campo da calcio.

Ma in realtà, più che una veste, quella coda è la carne stessa del pianeta. O meglio, della sua atmosfera, strappata via a forza dai raggi X provenienti dalla vicina stella. E parliamo di quantità di materia che farebbero impallidire anche la dieta più estrema: le stime dicono che GJ 436b riesca a perdere la bellezza di mille tonnellate al secondo. Sì, avete letto bene: quasi un centinaio di miliardi di chili al giorno, se preferite. Nemmeno lontanamente sufficienti, però, per affrontare anche la più indulgente delle prove costume: considerando che si tratta d’un pianeta dalla massa paragonabile a quella di Nettuno, se procedesse a questi ritmi GJ 436b impiegherebbe circa un miliardo di anni per calare d’un irrisorio 0.1 percento. Al punto da suggerire agli scienziati che, in passato, il ritmo d’evaporazione dell’idrogeno dovesse essere assai più sostenuto, altrimenti non ci si spiegherebbe come tanti esopianeti analoghi riescano a trasformarsi in corpi rocciosi liberandosi, in tempi ragionevoli, di tutta – o quasi – la loro atmosfera.

Per saperne di più:

Guarda il servizio video di INAF-TV:

FONTE e immagine : http://www.media.inaf.it/2015/06/24/gliese-436b-pianeta-cometa/

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