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Mi capita spesso di trovarmi di fronte a neo mamme affrante dal pianto dei loro piccoli.
Spesso sono mamme che hanno fatto un loro percorso di consapevolezza e sanno, per averlo sperimentato sul proprio corpo, quanto possa essere doloroso vivere la sensazione di abbandono e solitudine.
Queste meravigliose mamme pertanto, con notevole impegno, tengono quanto più possibile il loro cucciolo a contatto con il proprio corpo, magari usando la fascia o il marsupio quando hanno bisogno di avere le mani libere; allattano su richiesta del figlio senza mettere limiti e lo tengono nel lettone affinché non abbia paura di notte.
Nonostante tutto questo a volte il piccino, specialmente nel tardo pomeriggio o le prime ore della sera, entra in ‘crisi’: piange in maniera disperata, a volte si arrabbia e si irrigidisce, sembra inconsolabile nonostante sia in braccio.
A quel punto la mamma si sente impotente, inadeguata e si chiede dove stia sbagliando…
Cara mamma mi rivolgo a te:
Non stai sbagliando, anzi…
Quale è la funzione del pianto quindi?
Per tutti gli esseri umani, piccoli e grandi, il pianto ha una funzione fondamentale, di conseguenza è sacro.
Attraverso il pianto possiamo sciogliere e lasciar andare emozioni bloccate, dolore congestionato ( cosa che gli adulti hanno imparato a non fare). È impossibile non provare emozioni, il bambino già dai primi momenti di vita nella pancia della mamma comincia a sentire, sente serenità, gioia e amore ma sente anche paura, colpa e rabbia.
Quello che mamma vive, le emozioni che prova in conseguenza alla situazione che sta vivendo arrivano al bambino che, non avendo ancora sviluppato uno scudo protettivo, percepisce tutto con molta intensità.
Se per esempio la mamma é arrabbiata con il compagno ( perché non lo sente abbastanza presente, o perché non si sente economicamente al sicuro o perché si sente in competizione con la suocera o per altri motivi) questa rabbia arriva al piccolo, che, a sua volta, comincerà a sentirsi in colpa per il malessere di mamma ( se io non ci fossi mamma non sarebbe costretta a rimanere in questa situazione) oppure si sentirà sbagliato.
Quindi per quanto una mamma possa provare a stare rilassata e tranquilla durante la gravidanza ( cosa assolutamente saggia) non può comunque proteggere completamente il piccolo dalle emozioni che lei, in quanto essere umano, sta vivendo.
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Inoltre le forti emozioni che vive durante il travaglio ed il parto rimangono nella memoria del corpo del piccolo e si riaffacceranno sotto forma di paura, dolore e rabbia. Ovviamente ogni esperienza di parto é diversa ed ogni bambino si porta dietro il suo personalissimo ‘pacchetto’.
E ancora… attraverso mamma e papà arrivano al bambino tutte le memorie di eventi, conosciuti o meno, della storia dei genitori, nonni e antenati; condite con il proprio carico di energia emotiva bloccata ( non sciolta in pianto).
La bella notizia, cara mamma, é che il tuo piccolino ha scelto proprio te e il suo papà sapendo che la situazione che dovrà affrontare é giusta per lui. Gli fornirà esattamente gli ostacoli che lui stesso si é prefissato di imparare a superare.
Se riesci ad integrare questo concetto e smetti di sentirti in colpa per qualunque cosa, tuo figlio sta meglio… e anche tu.
Quando hai fatto il tuo meglio per te stessa e per il piccolo hai fatto tantissimo.
Se il tuo bambino piange, adesso sai, che ha i sui motivi per farlo… ha bisogno di rilasciare attraverso il pianto emozioni bloccate nel corpo.
Essere accolto senza paura tra le tue braccia mentre piange e si dispera, essere rassicurato dalle tue parole e dal tuo amore, é tutto quello che gli serve. Se tu riesci a contenerlo senza farti prendere dalla paura e dall’ansia gli fai un grande regalo, oltre tutto gli concedi il diritto di piangere ed essere triste o arrabbiato ed essere amato lo stesso. Meraviglioso!
– Silvia Pallini
Fonte : http://www.latuavitapienamente.com/blogsilviapallini/item/perche-noi-genitori-ci-sentiamo-in-colpa
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Proprio ieri anch’io mi sono sciolta in un gran pianto…così mi sentivo e così ho fatto.Sono una donna, e in quel momento mi sono sentita parte di tutte le donne…di tutte quelle donne che soffrono ed è come se le volessi abbracciare tutte…e dire che le AMO, che siamo creature meravigliose con un grande cuore, che ci meritiamo il meglio…questo cuore che spesso perché batte sembra essere quasi un nemico, un cuore non capito, non apprezzato, non onorato…ho pensato anche alle mamme che portano la vita dentro di loro, e in quel ventre trova spazio la vita il tutto si riorganizza negli spazi, proprio per fare spazio…come non amare la mamma dunque…ma siamo anche guerriere capaci di difendere con tranquilla fermezza TUTTO quello che siamo. Un abbraccio a tutte le donne che sono esistite che esistono e che saranno…con tutto L’AMORE di cui sono capace.