Quando si parla di solitudine siamo sempre abbastanza restii a entrarci fino in fondo, perché immaginiamo che essa rappresenti un principio di isolamento per cui ci scolleghiamo dagli altri e precipitiamo in un  mondo in cui il malessere, prima o poi, ci avvolge da dentro.

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In effetti la solitudine porta a confrontarci con noi stessi, come lea relazione porta a confrontarci con l’altro. E, proprio perché noi ci troviamo in relazioni con gli altri grazie al fatto che possiamo consentirti di essere in relazione con noi stessi, vorrei proporre di vedere la solitudine come una parola che possa indicare piuttosto il concedersi lo spazio per divenire coppia con sé.

Ispirata dalle persone con cui lavoro e dal mio stesso lavoro personale, posso osservare che diventa sempre più obbligato il percorso fino a noi. Mentre prima la relazione diventava un mezzo per conoscere se stessi e l’altro, adesso le condizioni di vita, le energie che si muovono, ci chiedono di abbreviare i tempi. Anziché compiere un’equazione del tipo: L’altro—-> Me—–> L’altro, adesso possiamo correggere un passaggio: Me—–>Me——> L’altro.

Questo ci consente di vedere la solitudine come un luogo in cui sperimentare la coppia che sta per arrivare o anche quella che già esiste nelle nostre vite. Abbiamo bisogno di capire noi stessi per poterci spiegare all’altro e quindi tutto questo ha un valore che supera veramente il prezzo da pagare, ovvero la sofferenza che, comunque, nella coppia quando non si ha stabilità interna, in ogni caso si presenta.

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Dunque, anziché coinvolgere immediatamente l’altro nelle questioni intime e inaccessibili, nonché incomprensibili di noi stessi, proviamo a colloquiarci noi per primi, così da offrire al partner una forma di noi lavorata, un diamante che ha subito il nostro stesso intervento ed è stato levigato, pulito, lasciato risplendere.

La parte grezza, così preziosa anch’essa, però può essere affrontata con cura da noi, in primo luogo, che sempre di più possiamo divenire abili ed anche delicati nel gestirla. Alcune volte, infatti, l’altro entra con irruenza nelle nostre questioni e questo ci può lasciare senza fiato, ci può fare sentire feriti, perché naturalmente, non conoscendoci come facciamo noi stessi, può essere meno attento a “maneggiare con cura”.

Ma se noi, artigiani della nostra anima, maneggiamo con cura ciò che riguarda, possiamo sempre meglio vedere come sia semplice il confronto con l’altro. Fare coppia con se stessi può davvero essere, in termini economici, un risparmio, perché ci fa arrivare dritti al cuore della questione senza girare intorno al problema.

Più coraggio di andare dritto, allora. Oggi, con questa bella energia concreta, vi invito a vedere la solitudine non più come un macigno, ma come un’occasione bellissima per costruire la relazione.

Contattami per qualsiasi cosa alla Pagina FBRitornare all’Anima – Tarocchi, Mandala, Danza, Pranoterapiao tramite mail all’indirizzo psicologiacreativa@libero.it. Sarò felice di aiutarti o di conoscerti.

Noemi Fiorentino

Fonte : https://www.psicologiacreativa.net/il-valore-della-solitudine/

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