Una volta capito il principio fondamentale dell’essere presente come osservatore di ciò che avviene dentro di te – e puoi capire quanto sia efficace solo provandoci con serietà e per un lungo periodo – hai a tua disposizione il più potente strumento di trasformazione.
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Detto questo, il nostro scopo non è la trasformazione dei disagi e delle emozioni negative, bensì la focalizzazione su “colui che è presente”, cioè l’osservatore. Usiamo il disagio unicamente come “punto di appiglio” per rendere sempre più forte “colui che osserva”, ossia la Presenza stessa. Il disagio ti costringe, per forza di cose, a focalizzare la tua attenzione all’interno di te, anziché sui soliti affari quotidiani; per cui, se ne approfitti, hai un’ottima occasione per far emergere la tua vera essenza.
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Forse non hai gli strumenti per elaborate psicologicamente la carica emotiva, ma sicuramente hai uno strumento per restare presente: la tua attenzione focalizzata.
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Come conseguenza, avverrà sicuramente anche la trasmutazione della sostanza delle emozioni negative, tuttavia si tratta d’un lavoro quasi infinito, mentre accadrà molto prima che tu ti identifichi con la tua vera essenza, il che ti renderà capace di affrontare qualsiasi disagio senza più identificarti con esso.
Non si tratta dunque di far rimpicciolire il negativo (i disagi), bensì di rendere più grande il positivo (la Presenza). Il vero obiettivo del lavoro su di sé non è la lotta contro l’oscurità, ma l’espansione della luce dentro di noi. Rifletteteci.
Salvatore Brizzi
[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]
Fonte : http://www.salvatorebrizzi.com/2019/04/il-vero-obiettivo-del-lavoro-su-di-se.html
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