di Noemi Fiorentino

 

LA NATURA è MAESTOSA ESATTAMENTE COME NOI

Camminate lungo un sentiero, inizialmente il sole filtra tra le foglie degli alberi alti. Poi, proseguendo, la luce viene sempre più a svanire. Aumentano i suoni inusuali per le nostre abitudini: ronzii violenti, strusci improvvisi tra i cespugli vicini, battiti di ali forti proprio sopra la testa. Istintiva sensazione di paura. Vi è mai capitato?

Passeggiate sulla spiaggia, l’oceano bagna i piedi dolcemente e poco alla volta. La sensazione è così piacevole che immergereste tutto il resto del corpo nell’acqua e, infatti, lo fate. Il fresco accogliente sale lungo le vostre gambe, raggiunge la zona pelvica, la pancia, la schiena, il petto e le braccia; siete completamente immersi, eccezion fatta della testa e allora nuotate verso il profondo. Sotto di voi i massi, ma più andate lontano, più diventano grandi, indistinguibili, scuri. E, ancora più dentro, ancora più a fondo, ancora più nero. Cominciate a sentire di esservi allontanati troppo. Vi è mai capitato?

Siete in auto, guidate lungo una strada umanamente riconosciuta. Il guard rail, le linee geometriche sul pavimento, altre auto – ogni tanto – intorno a voi. Ma la vostra meta è diversa, girate a destra, le auto diminuiscono, i segnali stradali diventano meno frequenti. Voi continuate, prima o poi credete di arrivare. Il telefono comincia a non prendere, il suolo diventa poco asfaltato. Poche persone, poche volte, sono passate da lì. Siete in macchina da soli e il tramonto vi ha voltato ormai le spalle. Il cuore batte un po’ più veloce, non sapete più dove siete. Vi è mai capitato?

Per quanto siamo profondamente affascinati dalla natura, per noi – uomini e donne civilizzati – arriva spesso un momento in cui essa diventa nostra nemica. Può spargere imprevisti lungo la nostra strada, può capovolgere le nostre risorse in pugni di chiacchiere, può avvolgerci di freddo e costringerci a spirare l’ultimo respiro. La natura vive di leggi che non ricordiamo più e utilizza suggestioni che mettono sottosopra la nostra abilità di risolvere ogni problema.

 

Eppure, quando la osserviamo da una posizione che ci fa sentire al sicuro, notiamo perfettamente un ordine armonioso in tutto ciò che accade. Il fiore sboccia quando è il momento, la pioggia bacia gli alberi al loro richiamo, il mare schianta il suo irruento amore contro gli scogli pazienti. Tutto sembra essere in armonia. Tranne quando veniamo inclusi in tutto questo.

“Perché non sbocci ancora, rosa del mio giardino? E perché proprio oggi sta piovendo così forte? Non ho l’ombrello, non ho il costume, non ho un muretto che ripari la mia casa. E la mia casa è stata distrutta, da un violento terremoto, che ha scosso le mie certezze, che erano l’unica cosa dritta della mia vita. Oh, maledetto uragano, che hai scoperchiato i tetti di quelle povere famiglie, e trascinato auto e pali elettrici lungo la strada in cui camminavo. Distruzione, morte, paura…tutto da ricostruire.”

 

Sembra difficile per noi accettare la semplice evidenza che la natura è maestosa e grande, nelle meraviglie, tanto quanto nella sua potenza e nel suo ardore continuo. La natura è esplosione costante di vitalità, affermazione dell’esistenza, sussurro delicato dell’essere. Vi ricorda qualcosa? Esplosione, affermazione, sussurro, essere. Cosa sei tu che leggi? Cosa sono io? 

Noi siamo Natura.

Noi siamo maestosi e grandi e terribili e gioiosi e fragili. Ci diramiamo lungo le manifestazioni che vediamo intorno a noi. Noi siamo il fiore tra le pietre, siamo il vento tra le foglie, siamo il buio della notte, l’urlo acuto della morte. E quanto più abbiamo difficoltà nel vedere questo e nell’accettarlo, tanto più temiamo gli scenari, gli atti, i suoni di Madre Terra.

Parliamo spesso di “ancestrale” quando ci riferiamo a Lei. Come se cogliessimo la matrice comune, ma ne disconoscessimo l’esistenza contemporanea, di oggi, del presente. Ci sentiamo meno spaventati (non più felici, mai direi questo), davanti a un palazzo, che in mezzo ad un bosco di notte. Ci sentiamo più a nostro agio nella separazione che nell’unione, là dove unione è intesa anche con l’oscuro, con l’improvviso, con l’imprevisto, con la morte. Ma facciamo un passo ancora più dentro, non fermiamoci al terrore dell’essere senza limiti da poter accarezzare. Facciamo un passo ancora più in fondo e sentiamo i brividi sulla nostra carne. Lì, dentro il bosco di notte, sentiamo come i nostri organi si sfaldano alla ricerca di un appoggio. Se ce la sentiamo, continuiamo a privarli di un appoggio, continuiamo a sentire che tutto ciò che ci sta accadendo è naturale.

 

Non dico di andare stanotte a vedere cosa accade. La nostra piattaforma interna è troppo consolidata e definita per poterla annientare in un’ora. Abbiamo bisogno di tempo. Abbiamo bisogno di fidarci di noi stessi e fidarci di Madre Natura. E abbiamo bisogno di accettare che essa non vuole sempre il nostro bene, ma vuole il bene del Tutto. Ed è per questo che spesso uccide e, altrettanto spesso, genera. Perché pensa all’unione, quindi anche a noi, ma non solo a noi. Pensa a noi tutti come fossimo un unico, grande, sublime essere.

Allora dico: a piccoli passi, andiamo verso di lei. Penetriamo nelle sue barriere e nelle nostre. Andiamo vicino a un fiume, ad uno scenario che ci può mettere pace. E poi…continuiamo e, poco alla volta, cominciamo a perdere l’orientamento e a sentire cosa accade. Inizialmente saremo totalmente smarriti e forse piangeremo, ci sentiremo morti. Desidereremo il rumore della piazza a mezzogiorno, mentre il pescivendolo urla prezzi di animali stesi su un bancone. Ma poi, piano piano, cominceremo a riconoscere i suoni tra i cespugli, riconosceremo le inflessioni del vento, il sibilo di un albero, il vuoto tra due rocce. E lì ci riconosceremo. Lì sapremo chi siamo. Un po’ meglio di adesso, un po’ più vicini alla nostra essenza, un po’ più armonici nella nostra natura.

Se vogliamo conoscere noi stessi, conosciamo la natura. Noi siamo lei e lei è noi.

Non ci sono nemici, non ci sono pericoli, solo brividi e scosse che ci avvertono di essere finalmente a casa.

Photo by Rob Mullholland

FONTE: http://psicologiacreativa.net/la-natura-e-maestosa-esattamente-come-noi/

 

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