“La prima volta che ho camminato, sono caduta. La prima volta che sono caduta, mi sono rialzata. La prima volta che mi sono rialzata, ho camminato”.

Dal libro: “La prima volta che sono nata”.

Non è necessario dire che va tutto bene se non è così. Puoi mettere da parte il tuo orgoglio ed il tuo senso di inadeguatezza per concederti finalmente di essere te stesso? Il dolore risiede nella lotta. Il dolore vive nella guerra in cui sei o che intraprendi ogni qualvolta ti raggiunge qualcosa che non ti piace. Il dolore alberga nell’ostinato e cieco rifiuto di sentire ciò che dal profondo grida per ricevere le tue attenzioni: “Mi riconosci? Sono la rabbia. Mi vedi? Sono la tristezza. Mi riesci a sentire? Sono la paura”. Per quanto tu possa scegliere di voltare loro le spalle non sarà mai abbastanza perché non riuscirai a liberartene. Sono le tue emozioni e di certo non vengono a “disturbarti” a caso. Vogliono attenzione, chiedono di essere ascoltate e torneranno ancora e sempre a farti visita gridando ogni volta più forte fin quando non deciderai di dar loro udienza.

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Essere felici e vivere una vita serena è ciò che bene o male desideriamo tutti. Avere relazioni autentiche e un compagno che ci ami, ci rispetti e con cui condividere, una famiglia armoniosa e un lavoro che ci dia soddisfazioni questo vogliamo si, ma c’è sempre qualcosa che all’apparenza gira al contrario, qualcosa che nonostante l’impegno e gli sforzi sembri remare costantemente dalla parte opposta. Dunque finiamo per trovarci alle prese con dei copioni che si ripetono, come dischi che sebbene suonino musiche diverse si incantano sempre allo stesso punto. E’ una specie di “corrente del no” che non riusciamo proprio a vedere, che nasce con l’intento di disfare i nostri piani, progetti e desideri, una corrente distruttiva che non è fuori e non dipende dalla sfortuna o dal destino avverso, ma vive in noi annidandosi proprio dietro quelle emozioni. Essa si nutre di un’energia che ha a che fare col nostro passato ed ha origini tanto antiche quanto sconosciute, perciò esiste e resiste esprimendo se stessa nell’oggi, perché vuole essere stanata.

Abbiamo costruito intorno a noi una corazza iper-resistente. Abbiamo dovuto recitare la parte dei bambini efficienti per sopperire alle ovvie e naturali mancanze dei nostri genitori. Ci siamo “puniti” addossandoci le responsabilità di insuccessi e problemi che non ci appartenevano neanche. Puro senso di onnipotenza. Abbiamo perfino pensato che senza di noi tutto sarebbe crollato e ci siamo dovuti perciò inconsciamente “organizzare” creando un ideale di noi stessi per sopportare dei vuoti altrimenti insostenibili, quanta fatica! E’ così che ancora oggi tutto dipende da noi.. tutto. E ci chiediamo ancora perché ci sentiamo tanto stanchi. Camminiamo con dei fardelli incredibili che non riusciamo più a sostenere e che schiacciano sotto il loro peso oltre alle emozioni anche i nostri poveri corpi che a forza di “sopportare” si ammalano e cedono sfiniti! Senza rendercene conto continuiamo a stare sotto botta di un “io idealizzato” e perfetto…che ahimè non esiste, oltre che di un dolore dalle radici antiche che ancora oggi ci porta inconsapevolmente ad indossare molte maschere e a farci inconsciamente dire: “forse, non merito di essere felice”. Ecco, credo proprio che sia arrivato il momento di liberaci da questo senso di distruzioneguardando nel profondo tutto questo o finiremo per esserne schiavi ancora a lungo e di accettarci per come siamo realmente: “perfettamente imperfetti”.Solo e soltanto noi possiamo porre fine alle nostre sofferenze aprendoci ad una nuova costruzione, al piacere e all’amore.

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La purificazione che oggi viviamo è la nostra occasione. Iniziamo col farci le giuste domande: “Cosa mi stanno indicando la paura o la tristezza che sento in questo momento?” Entriamo dentro le emozioni per risalire al “nodo”, all’origine di quella sofferenza e chiediamo alla nostra parte divina di guidarci instaurando con essa un vero e proprio dialogo. Non avanziamo attraverso ragionamenti o processi mentali, la nostra mente è abile a “mascherare” raccontandoci la storiella che più ci aggrada, ma senza cadere nella sua trappola facciamo le domande e lasciamo che le risposte  v e r e  arrivino a noi dal profondo, dallo stato di silenzio, dal nostro Sé. Siamo molto più grandi e potenti di ciò che immaginiamo ma per poterlo sperimentare dobbiamo aprirci alla possibilità di scendere in profondità di andare “oltre”, con l’intento di trascendere il nostro ego che è li solo per indicarci la via da seguire.

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Il cammino evolutivo ci vuole liberi come scrivo ogni volta, e la Vita ci presenta quotidiane occasioni per poter compiere la nostra evoluzione che sebbene lunga e faticosa non è affatto impossibile.

È tempo di attraversare “la soglia” per contattare il nostro Sé che si trova aldilà delle emozioni.

Seguiamo la luce ed il cuore, sempre.

Con amore,

Alessandra Ruta

Fonte : https://sultettoconale.wordpress.com/2018/11/16/la-pace-e-aldila-delle-emozioni-e-tempo-di-attraversare-la-soglia

 

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