PERCHE’ LA SINCRONICITA’ E COSI IMPORTANTE OGGI
L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, è il lettore a deciderlo.
Solo in epoca moderna abbiamo bisogno della parola ‘Sincronicità’. Tutto è cominciato quando lo psichiatra Carl Jung ha individuato il concetto e gli ha dato questo nome, ma la sincronicità era una parte così naturale della vita che non ci sarebbe stato bisogno di un vocabolo.
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Il dottor Richard Tarnas, filosofo e psicologo all’Istituto della California di Studi integrali, ha osservato il motivo per cui il concetto di sincronicità è entrato nella coscienza occidentale proprio in quel dato momento, e il motivo per cui è così importante per la mentalità moderna.
Anche secondo Jeffrey Kripal, professore di scienza delle religioni alla Rice University a Tarnas, il concetto di sincronicità è molto importante: «Ho gradualmente smesso di credere in quasi tutto. Ma credo nella sincronicità», ha dichiarato una volta Tarnas, che ritiene che la sincronicità sia un modo per riconnettersi con il mondo circostante, per trovare un senso nella vita postmoderna.
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Richard Thomas (Goethean/Wikipedia/CC BY-SA)
Ecco come Tarnas ha definito questo concetto durante un discorso registrato al Synchronicity: Matter & Psyche Symposium nel 2014: «La Sincronicità descrive il fenomeno delle coincidenze in cui due o più eventi indipendenti sembrano formare uno schema con un significato, nonostante non abbiano alcuna apparente connessione causale lineare».
Tomas ha ricordato che nella visione del mondo primitiva, le persone consideravano il mondo e loro stessi interconnessi, illustrando il concetto con un’immagine di un cerchio all’interno di un altro. Il cerchio interno rappresenta l’io o ego, quello esterno il mondo. Poi esiste una barriera tra i due cerchi, che è permeabile. Ma nella visione moderna, questa linea è continua, dal momento che l’ego è separato dal mondo.
Nel passato, se una persona pensava a qualcuno che non aveva visto, o a cui non aveva pensato per molti anni, e quella persona fosse apparsa inaspettatamente, spesso si sarebbe pensato che il pensiero e l’evento fossero collegati. Oggi, invece, viene sovente considerata ‘solo una coincidenza’.
In genere, non fa parte del pensiero moderno il ritenere che la mente di una persona sia connessa in qualche modo con il mondo circostante, al punto che la persona possa intuire l’arrivo di un amico che non vede da tanto tempo.
Secondo Tarnas, attualmente prevale invece la visione del mondo cartesiana (che prende il nome dal filosofo del XVII secolo René Descartes, noto per la summa ‘Cogito, ergo sum’), in cui l’io è isolato dal mondo esterno. In questa idea l’io contiene il significato, ma il mondo è privo di significato, è oggettivo.
In altre parole, nel passato la sincronicità era un dato di fatto. Il mondo interno ed esterno di una persona erano flessibili e non era sorprendente che qualcosa nel mondo esterno fosse connesso ai suoi pensieri. Era anche dato per scontato che Dio o la Provvidenza, o altre forze al di là del mondo umano, governassero eventi fortuiti. Oggi, però, la sincronicità è spesso ignorata, e viene etichettata come ‘semplice’ evento fortuito.
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Tarnas ha affermato che il seme del riduzionismo piantato durante la rivoluzione scientifica del XVI secolo ha accresciuto la sua forza nel XIX secolo. Pertanto Jung ha parlato di sincronicità nel mondo Occidentale con una visione disincantata e in un momento critico.
«La sincronicità rivela le importanti connessioni tra il mondo soggettivo e quello oggettivo», aveva scritto Jung. Connie Beyer lo cita nel suo libro Everything is personal [Tutto è personale, ndt]: «La sincronicità è una realtà onnipresente, per chi ha occhi per vedere».
Tarnas ha raccontato un episodio di sincronicità della sua vita, uno dei tanti che ha osservato: un suo buon amico, Charles Harvey, ex presidente della British Astrological Association, era morto in Gran Bretagna; alcuni membri della sua famiglia negli Stati Uniti si erano riuniti per una commemorazione al Presidio, un parco vicino al Golden Gate Bridge nella baia di San Francisco; avevano in mente un luogo in cui riunirsi, ma erano pieno di gente. Tarnas si ricordava di una piccola cappella lì vicino, dove aveva suggerito di recarsi: era il luogo perfetto.
La cognata di Harvey si era alzata per dire alcune parole sul defunto, ma i suoi occhi si erano spalancati all’improvviso per la sorpresa e aveva taciuto. Tarnas e altri avevano seguito il suo sguardo e avevano visto una placca d’oro nella cappella che recitava: «In onore del tenente colonnello Charles Harvey (1845-1910)». Il piccolo servizio di commemorazione si era inaspettatamente ritrovato nel luogo dove era iscritto il nome del defunto.
Victor Mansfiels, fisico alla Cornell University e autore del libro Synchronicity, Science, and Soul Making [Sincronicità, Scienza e la creazione dell’anima, ndt] ha dichiarato che la sincronicità pone seri problemi al mondo moderno dal punto di vista psicologico e filosofico; e lo stesso è stato notato anche da Tarnas.
Mansfield ha osservato troppi episodi di sincronicità, nella propria vita e in quella degli altri, per non etichettarli come ‘mere coincidenze’. «Sono delle esperienze particolarmente sconvolgenti, per un fisico istruito nella cultura del materialismo scientifico», ha puntualizzato Mansfield.
Articolo in inglese: ‘Why Synchronicity Is Especially Important Today‘
Fonte: http://epochtimes.it/n2/news/perche-la-sincronicita-e-cosi-importante-oggi-2480.html