di Christian Airoldi
Sono quattro le forze fondamentali ad oggi indagate che agiscono nel regno animale (di cui ovviamente fa parte anche il genere umano) e che ne sostengono la vita:
- la gravità,
- l’interazione nucleare forte,
- l’interazione nucleare debole e
- la forza elettromagnetica;
ma è soprattutto a quest’ultima che si deve l’origine di ogni altra attività fisiologica osservabile. Le relazioni di interdipendenza fra le ossa dello scheletro, l’attività neuromuscolare, il flusso ematico e dei liquidi organici in genere, i processi di combustione metabolica come la respirazione cellulare, le funzioni ormonali e ogni altra espressione biologica sono tutte di origine elettromagnetica; senza di essa sarebbe impossibile mantenere l’integrità strutturale e ci disintegreremmo letteralmente.
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La forza elettromagnetica è infatti considerata la “colla universale” che tiene coeso tutto ciò che ci circonda, dalle particelle atomiche alle molecole che si aggregano per costituire qualsiasi oggetto materiale, noi compresi. Ed è grazie alla forza elettromagnetica che esistono la luce, i fulmini, la corrente elettrica, i raggi infrarossi, la radio, il telefono e gran parte della tecnologia che caratterizza la nostra società.
Ma se della forza di gravità e dell’elettromagnetismo facciamo esperienza quotidianamente, non ci è consentito, invece, di toccare con mano le altre due forze che agiscono in Natura:
la forza nucleare forte e la forza nucleare debole che,
a dispetto del nome, è quella che rende possibile la vita sulla Terra. Scoprire e dimostrare l’esistenza di queste forze, ci ha permesso di capire molte cose del mondo e di come esso funziona.
Ma la conoscenza non è nulla se non coltiviamo in noi il seme più importante, quello della comprensione profonda, ciò che ci slancia verso l’essenza stessa del miracolo dell’esistenza.
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E’ una forza che nasce da dentro fin da quella apparentemente debole tensione fra gli atomi del nostro cuore e che tutto mantiene connesso a sé in una stretta di gluoni, e che cresce e si espande tutto attorno ad ogni essere senziente nell’universo.
Forse solo in questo nuovo millennio gli scienziati stanno realizzando che alla base della Teoria Unificata del Tutto, per dirla con le parole che forse furono di un grande scienziato e di un ancor più grande uomo:
“è una forza che comprende e gestisce tutte le altre, ed è anche dietro qualsiasi fenomeno che opera nell’universo e che non è stato ancora individuato da noi.
Questa forza universale è l’Amore.
L’Amore è Luce, visto che illumina chi lo dà e chi lo riceve. L’amore è Gravità, perché fa in modo che alcune persone si sentano attratte da altre. L’amore è Potenza, perché moltiplica il meglio che è in noi, e permette che l’umanità non si estingua nel suo cieco egoismo. L’amore svela e rivela. Per amore si vive e si muore. Questa forza spiega il Tutto e dà un senso maiuscolo alla Vita. Questa è la variabile che abbiamo ignorato per troppo tempo, forse perché l’amore ci fa paura, visto che è l’unica energia dell’universo che l’uomo non ha imparato a manovrare a suo piacimento. Per dare visibilità all’amore, ho fatto una semplice sostituzione nella mia più celebre equazione: se invece di E = mc2 accettiamo che l’Energia per guarire il mondo può essere ottenuta attraverso l’Amore, moltiplicato per la velocità della luce al quadrato, giungeremo alla conclusione che è la forza più potente che esista, perché non ha limiti.
Dopo il fallimento dell’umanità nell’uso e il controllo delle altre forze dell’universo, che si sono rivolte contro di noi, è arrivato il momento di nutrirci di un altro tipo di energia. Se vogliamo che la nostra specie sopravviva, se vogliamo trovare un significato alla vita, se vogliamo salvare il mondo e ogni essere senziente che lo abita, l’amore è l’unica e l’ultima risposta. Forse non siamo ancora pronti per fabbricare una bomba d’amore, un artefatto abbastanza potente da distruggere tutto l’odio, l’egoismo e l’avidità che affliggono il pianeta.
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Tuttavia, ogni individuo porta in sé un piccolo ma potente generatore d’amore la cui energia aspetta solo di essere rilasciata. Quando impareremo a dare e ricevere questa energia universale, vedremo come l’amore vince tutto, trascende tutto e può tutto, perché l’amore è la quintessenza”.
Lungi dall’essere solamente le parole di uno scienziato romantico innamorato della vita, questo ragionamento era fondatissimo e ben agganciato ai fondamenti della fisica anticipatrice delle più moderne concezioni quantistiche.
E’ ormai un fatto osservabile e misurabile che il cuore stesso abbia funzioni simil “cerebrali” contenendo un buon numero di neuroni ed essendo dimostrata una forte interdipendenza fra questo e gli “altri cervelli”, ma è anche vero che sia proprio il suo campo elettromagnetico ad avere la più estesa e potente emissione.
Il cuore può trasformare la percezione della realtà e quindi la realtà stessa, sia la nostra personale che quella che trasmettiamo agli altri “sistemi mente-cuore” con cui entriamo in relazione. E’ più evidente che mai la presenza di uno stress ambientale nella qualità di campo energetico che ci circonda e pervade, e che ciò deriva dal bombardamento di “vibrazioni” di tutte le emozioni trasmesse con ogni mezzo: verbale, digitale, energetico… Sistemi di credenze obsolete, attaccamenti ed identificazione, giudizi, abitudini emozionali reattive relative a determinate situazioni o persone che innescano automatismi psiconeuroendocrini che drenano energia, sono tutti conti da chiudere per superare un passato emozionale nocivo.
I veri rigeneratori emozionali sostengono la mente, le emozioni e il corpo in una modalità non transitoria, attraverso una costante rieducazione psicobioenergetica correggono efficacemente la morbosa attitudine alla falsa compensazione che moltissimo incide ed influenza negativamente la componente epigenetica e vibrazionale della biologia umana: il cibo, lo sport, i trattamenti per il corpo, il fumo, l’alcol e il caffè, lo shopping, e ogni altra attività che svolgiamo in una modalità compulsiva di evitamento, anche se non marcatamente disfunzionali, avranno un effetto molto limitato nel tempo, spostando in ogni caso il nostro focus da dentro di noi all’esterno, facendoci perdere il baricentro emotivo ed energetico.
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Se, come sostiene anche la fisica moderna, ogni manifestazione e la struttura stessa della vita sono legate alla forza elettromagnetica e se, come aveva intuito Einstein, quell’Energia che ricomprende ed unifica tutte le altre forze fondamentali è l’Amore che si manifesta a livello organico attraverso la Luce del campo elettromagnetico del cuore, allora possiamo realizzare come la luce stessa nella sua espressione biofotonica sia alla base della vita.
La relazione fra questi elementi è di fatto strettissima, inscindibile e imprescindibile. All’emissione biofotonica è associato lo stato di salute di un sistema biologico.
Tutti gli organismi viventi irradiano un debole ma permanente flusso di luce, la cui intensità spazia dalla luce visibile all’ultravioletto. L’emissione di questi Biofotoni è correlata a tutte le funzioni fisiologiche. Le cellule sane emettono oscillazioni ordinate di luce in termini di coerenza, al contrario di quelle disfunzionali. Maggiore è il disturbo iniziale a livello energetico, tanto più caotica è l’irradiazione di biofotoni. Le oscillazioni caotiche di luce non trasmettono più informazioni corrette alle cellule e, similmente ad un effetto domino, allo stesso modo anche le reazioni biochimiche iniziano a non svilupparsi più nel modo corretto.
Dal disequilibrio energetico al sintomo il percorso è così tracciato e conduce alla malattia, sia che l’eziogenesi avvenga su base batterica, virale, fungina, parassitaria, o che sia dovuta a sostanze inquinanti e tossiche che nel loro complesso prendono appunto il nome di “tossine”.
Ecco perché è essenziale inviare alle nostre cellule “messaggi di salute” per vitalizzarne il metabolismo e le loro funzioni in uno stato di equilibrio. L’arricchimento frequenziale delle cellule ipoenergetiche ne stimola la rigenerazione. Questi quanti di “informazione guida” sotto forma di biofotoni devono essere costantemente inviati al nostro organismo per garantirne l’equilibrio. Un fotone singolo può teoricamente regolare tutto il ricambio cellulare, presupponendo che agisca sempre nel momento giusto al posto giusto e che le cellule abbiano ancora sufficienti recettori per l’auto-guarigione. La teoria dei Biofotoni risponde a molti quesiti ai quali finora la semplice biochimica non aveva saputo rispondere, ed apre la strada all’utilizzo di strumenti e tecniche alternative a quelle utilizzate dalla medicina allopatica ufficiale, verso una medicina vibrazionale che guardi alle scoperte della fisica quantistica come nuovo paradigma di unificazione di materia, emozione ed energia.
Ricercatore olistico. Formatore in Discipline Bionaturali. Kinesiologo. Membro della Commissione Tecnico-Scientifica dell’Unione Italiana Professioni Olistiche
Fonte : https://www.mondolistico.net/lamor-che-move-il-sole-e-laltre-stelle/
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