Secondo la legge dei Cicli Cosmici, riconosciuti dalla Gerarchia, alla fine dell’inverno si entra in un Periodo Spirituale segnato da tre festività che avvengono a luna piena e segnano momenti importanti; dal 21 marzo (Equinozio di primavera) al 21 giugno (Solstizio d’estate) ricorre il miglior periodo, come Energie disponibili, per un risanamento ed un rinnovamento fisico e spirituale. E’ il periodo in cui il Sole è al massimo della sua attività (non come calore, ma come energia) e quindi ci invia le influenze più benefiche come espressione della sua potenza creativa.
FESTA DI PASQUA
Plenilunio dell’Ariete, primo plenilunio dopo il 21 marzo (Equinozio di primavera).
La data di questa festa è sempre determinata dal primo plenilunio di primavera, ed è la grande festa occidentale e cristiana, punto culminante dell’anno cristiano.
La Festa della Pasqua. È la festa del Cristo risorto e vivente, Maestro degli uomini e Capo della Gerarchia spirituale. Egli esprime l’amore di Dio. In questo giorno verrà riconosciuta la Gerarchia che Egli guida e dirige, e sarà dato rilievo alla natura d’amore di Dio.
FESTA DEL WESAK
Plenilunio del Toro, secondo plenilunio dopo il 21 marzo.Un mese dopo Pasqua..
La grande Festa dell’Oriente, del Buddha, esprime la nota chiave di “saggezza e proposito divino”, fissata
“Il Piano per l’uomo ha tre grandi mete: la rivelazione dell’amore;
l’illuminazione della mente; l’evocazione della volontà”
La Festa del Wesak. È la festa del Buddha, Intermediario spirituale fra il sommo centro spirituale (Shamballa) e la Gerarchia. Il Buddha è espressione della saggezza di Dio, Incarnazione della Luce, è Colui che addita il Proposito divino. Questa cerimonia è annualmente fissata in concomitanza del plenilunio di maggio. È la grande festa orientale.
FESTA DEL CRISTO e GIORNATA MONDIALE D’INVOCAZIONE definita anche come FESTA DELLA BUONA VOLONTA’
Plenilunio dei Gemelli, terzo plenilunio dopo il 21 marzo.
La grande Festa del Cristo si celebra un mese dopo il Wesak. La sua nota chiave è “l’umanità che aspira a Dio” e fonde i differenti approcci in un’azione unificata d’invocazione.
Ne “Il Ritorno del Cristo” di A.A. Bailey, Il Maestro Tibetano afferma in proposito: “Sarà la festa dello spirito dell’umanità che aspira a Dio e cerca di conformarsi alla Sua volontà, e sarà consacrata ai giusti rapporti umani (…) Sarà il giorno in cui viene riconosciuta la natura spirituale e divina del genere umano (…) e rappresenterà l’effetto nella coscienza umana dell’opera del Buddha e del Cristo”.
Questi momenti di plenilunio sono dunque un occasione per ricevere un afflusso maggiore di forza spirituale, e allo stesso tempo per restituirla attorno a noi con una meditazione o una preghiera.
Le donne e gli uomini appartenenti a qualunque percorso spirituale si uniscono così nella preghiera della Grande Invocazione per creare un canale nella coscienza planetaria.
Numerose sono le fasi della grande meditazione in atto attualmente in tutta l’umanità. Tutte le unità di meditazione e i gruppi di riflessione sono legati gli uni agli altri dall’unità del movente spirituale; essi cercano una cooperazione più stretta e tentano, coscientemente o inconsciamente, di portare il loro lavoro di meditazione a uno stato di quiete universale in modo che la formulazione del desiderio spirituale possa essere svolta con successo e la ricezione dell’energie spirituale sia congiunta.
Nei due giorni precedenti il plenilunio, il giorno del plenilunio e nei due giorni successivi (cinque giorni in tutto) all’alba, a mezzogiorno, alle cinque del pomeriggio e al tramonto, oltre al momento esatto del plenilunio nel vostro paese, cercate di recitare la Grande Invocazione con l’intento di invocare, precipitare e ancorare nella manifestazione esteriore le potenze in attesa. Quando sia possibile, fatelo a voce alta o in gruppo. È il potere focalizzato del pensiero privo di emozione che getterà il ponte sul varco esistente, collegando più strettamente i due mondi, dell’attività spirituale e della manifestazione umana.
Per maggiori informazioni consultate i libri “Il Ritorno del Cristo” ed “Esteririzzazione della Gerarchia” di Alice Bailey.
Anno 2016
FESTA DI PASQUA plenilunio dell’Ariete,23 marzo ore 13.00
FESTA DEL WESAK plenilunio del Toro, 22 aprile ore 07.23
FESTA DEL CRISTO o FESTA DELLA BUONA VOLONTA’ plenilunio dei Gemelli, 21 maggio ore 23.14
IL WESAK
Il Wesak è una festività orientale molto antica; appartiene alla tradizione buddista, ma la sua grande Benedizione è destinata a tutta l’umanità.
Il Wesak è un grande momento di crescita, in cui tutta la Grande Gerarchia, quella che il Cristianesimo definisce la “comunione dei Santi” si rende disponibile, porta la sua benedizione, la sua spinta, il suo incoraggiamento ai fratelli incarnati in corpi umani.
La Tradizione indiana narra che cinquecento anni prima di Cristo, il principe Gautama Siddharta dopo aver trascorso la sua lunga vita nell’ascesi e nell’insegnamento degli ideali di pace, amore, compassione, raggiunse l’altissimo livello di evoluzione spirituale, la perfezione, raggiunse il massimo dell’illuminazione divenendo così un “Buddha”, cioè il risvegliato, liberandosi dalla necessità di tornare a incarnarsi ancora sulla Terra.
Il Buddha, muore nell’anno 483 avanti Cristo, nella notte del plenilunio del mese di maggio,Wesak.
Immediatamente raggiunge la soglia del Nirvana, il Luogo della grande Liberazione, corrispondente più o meno al Paradiso dei Cristiani.
Una volta varcata quella soglia, sarà libero dal doloroso ciclo della rinascita e della morte, si troverà immerso nella luce e nella beatitudine eterna.
Una gioia eterna, perfetta ed incorruttibile si apriva dinanzi a Lui ma, mentre sta per varcare quella fatidica soglia, il Buddha si arresta, si volge all’indietro e guarda il genere umano sul pianeta che ha appena abbandonato…
Vede gli esseri schiacciati dalla sofferenza, dalla fatica, dalle malattie, esposti alla violenza della natura e dei loro stessi simili, e il suo cuore compassionevole prova pietà. Sente il grido di dolore di tutte le creature, dalle più piccole alle più grandi…. Proprio Lui, il Maestro di Compassione non può andarsene e lasciarli così, il suo nobile cuore esita…
Su quella soglia di beatitudine il Buddha si ferma, non ha il coraggio di proseguire e così, dinnanzi a tutti i grandi Esseri della Gerarchia pronti ad accoglierlo, formula il solenne giuramento: Ogni anno, nel momento esatto del plenilunio nella Costellazione del Toro, tornerà sulla Terra a portare la Sua benedizione, per aiutare ed incoraggiare l’evoluzione spirituale dell’umanità.
Come milioni di uomini sanno, ogni anno (all’epoca del Wesak, plenilunio di maggio) il Buddha comunica con l’umanità tramite il Cristo e la Gerarchia riunita e vigile. In tal modo attua un collegamento fra il “Centro ove il volere di Dio è conosciuto” e il “Centro che vien detto genere umano”. Tutta l’opera svolta ora da questi due grandi Figli di Dio riguarda la distribuzione dell’energia d’amore. L’energia di volontà verrà distribuita a suo tempo attraverso il Triangolo precedentemente descritto di cui il Buddha fa parte.
L’opera del Buddha per l’umanità è ormai quasi compiuta e il Suo lungo rapporto con gli uomini sta per terminare. Quando la riapparizione del Cristo sarà un fatto compiuto e i giusti rapporti umani cominceranno ad essere nettamente la regola condizionante della vita umana, Egli passerà all’attività che lo attende. Uno dei discepoli anziani del Cristo, a Lui prossimo nella scala gerarchica, assumerà il suo posto e i suoi compiti in relazione all’umanità.
da “il ritorno del Cristo di Alice Bailey
In questa «festa mobile» (legata al plenilunio) l’umanità ha la possibilità di ricevere la benedizione del Buddha che ritorna, quella del Cristo e dei Maestri di Saggezza che vegliano per guidarne l’evoluzione spirituale.
Tutti coloro che vi prendono parte, anche solo collegandosi col pensiero e con il desiderio di esserci, ricevono la propria parte di Luce.
Questo è il senso della festa del Wesak, un rituale che da duemilacinquecento anni viene celebrato nel mondo buddista.
La valle del Wesak si trova nell’Himalaya, in una zona impervia fra la catena del Karakorum e quella del Kun Lun, alle pendici del monte Kailash, uno dei luoghi più sacri del pianeta. In una delle sue valli, la cui posizione è segreta, si celebra annualmente il rituale e molte migliaia di persone si mettono in cammino da tutto il continente indiano con mezzi di fortuna per parteciparvi.
È una valle chiusa a nord-est, da una grande roccia bianca, venata da un minerale luccicante. Un grande masso squadrato, dell’identico minerale, lungo circa 4 metri e largo 2, utilizzato da sempre come altare, ne delimita l’imboccatura. Questa è la valle in cui si svolge il Wesak, un luogo sacro a cui non si giunge mai per caso, ma soltanto quando si è pronti interiormente. Una valle sacra in uno dei luoghi più magnetici del pianeta.
Nessuno giunge al Wesak se non è spiritualmente pronto, non si giunge alla valle del Wesak senza il consenso dei Maestri. Nessuno può imboccare quella strada né sul piano fisico né su quello astrale se il suo cuore non è puro. In questa valle giungono soltanto coloro che stanno lavorando per servire amorevolmente e incondizionatamente il loro prossimo. Questa grande benedizione è in effetti una grande opportunità per tutta l’umanità per fare un grande balzo sulla via dell’evoluzione spirituale.
Il Wesak è la Festa universale della riconciliazione e della pace, dell’unione tra l’Occidente e l’Oriente, dell’integrazione tra lo Spirito e la materia.
E’ il momento in cui si compie il più intenso sforzo spirituale di tutto l’anno da parte della Gerarchia dei Maestri per avvicinarsi all’umanità, e nello stesso tempo, è il momento in cui gli esseri umani hanno la massima possibilità di innalzarsi verso la Gerarchia dei Maestri.
Questo momento segna profondamente la vibrazione dei presenti, è come se un sigillo di luce venisse impresso nella loro aura, un sigillo che li renderà ben visibili e riconoscibili da parte dei Maestri. Da quel momento coloro che sono pronti a fare il passo successivo verranno innalzati e sorretti.
Coloro che prendono parte alla cerimonia, sia quelli che raggiungono la valle dell’Himalaya, sia coloro che vi si collegano col pensiero e la meditazione da tutto il resto del mondo, tutti indistintamente, vengono elevati spiritualmente al disopra della massa.
Attraverso ciascuno di loro, l’energia del Wesak fluisce fra il cielo e la terra; ogni uomo ed ogni donna presente diventa un canale e ridistribuisce a sua volta la potente energia di Luce che altrimenti rimarrebbe inutilizzata. Il Wesak porta un messaggio di Pace, Amore, Unità, al di là di religioni, di razze, di distanze.
(Dagli scritti di Alice BAiley, Mario Rizzi e Giuditta Dembech)
LA GRANDE INVOCAZIONE
Dal punto di Luce entro la Mente di Dio
Affluisca luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio
Affluisca amore nei cuori degli uomini.
Possa il Cristo tornare sulla Terra.
Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto
Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;
Il proposito che i Maestri conoscono e servono.
Dal centro che vien detto il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce,
E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra
La Grande Invocazioni non appartiene ad alcuno, né ad alcun gruppo, ma a tutta l’Umanità. La sua forza e bellezza stanno nella sua semplicità, e nel suo esprimere certe importanti e fondamentali verità che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale.
La verità che esiste un’Intelligenza fondamentale a cui, vagamente, diamo il nome di Dio;
la verità che, dietro ogni appartenza esterna, il potere motivante dell’Universo è Amore;
la verità che una grande Individualità, dai Cristiani chiamata il Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell’Amore perché potessimo comprendere;
la verità che l’amore e l’intelligenza sono effetti di quello che chiamiamo Volere di Dio; e infine l’evidente verità che solo per mezzo dell’umanità stessa il Piano divino di evoluzione in atto sulla Terra, potrà trovare la sua attuazione. soltanto per opera dell’umanità stessa.
Questo Piano richiede che gli uomini manifestino amore e che “lascino splendere la luce che è in loro”.
Segue la solenne richiesta finale che questo Piano di Amore e di Luce, attuandosi tramite l’umanità, “sbarri la porta dietro cui il male risiede”. L’ultima frase dell’Invocazione contiene l’idea della restaurazione e indica la nota dominante del futuro ed il giorno in cui l’idea originaria e l’intenzione iniziale di Dio non saranno più frustrate dal libero arbitrio e dal male dell’uomo, dal suo materialismo ed egoismo. Il Proposito divino potrà allora attuarsi grazie al mutamento dei cuori e degli obiettivi dell’umanità. Questo l’evidente e semplice significato dell’Invocazione, che risponde all’aspirazione spirituale di tutti.
Dedicatevi a diffondere l’uso della Grande Invocazione e aiutate a portare avanti il piano di distribuzione.
La Grande Invocazione, è un potente strumento solare destinato a produrre dei cambiamenti e i necessari riadattamenti. E’ tanto potente, che quando se ne suggerì l’uso generalizzato nel mondo degli uomini, suscitò qualche opposizione fra i membri della Gerarchia, perché ne temevano i potenti effetti sulle persone non preparate e non evolute. Tuttavia il suo uso è stato giustificato e si desidera che la sua utilità venga grandemente accresciuta e il suo uso sia diffuso molto più ampiamente.
FONTE : http://www.germoglidiluce.it/Rajayoga/IlWesakeletrefestespirituali/tabid/505/Default.aspx