La riproduzione, il perpetuarsi della specie è presente in tutti i regni, escluso il minerale.
L’impulso insito nelle forze sessuali, impegnato per la lotta per l’esistenza, cela una segreta intenzione promanante dallo spirito universale: il generare continue e incessanti occasioni per esperire il fenomeno dell’esistenza, il processo della vita entro un corpo fisico.
Il nascere, il vivere, il morire, il rinascere sono una scusa, un pretesto, uno stratagemma ideato dall’Io del cosmo (Dio), per arrivare ad avere un auto esperienza di sé. Afferrarsi, sapere di sé, avvertire la propria presenza tramite la vita dentro un corpo singolo, è una condizione particolarissima e inusuale per un’entità spirituale.
Nella dimensione dello spirito, “sapere di sé” non è una esperienza comune. Si sa di esistere, ma non è assolutamente necessario “conoscersi”, dirsi “io”: perché non esistono là, principi individuali autocoscienti. Tutto è di tutti e tutti sono uno. Nel mare indifferenziato dello spirito, le “gocce” (entità spirituali) fluttuano e fluendo l’una nell’altra continuamente, partecipano all’eterno ondeggiare. Che è la vita dell’universo, la partecipazione al comune e univoco scopo: progredire sempre a stati e livelli superiori di coscienza.
Lo spirito cosmico “si cerca”, si vuole, desidera sapere di sé, della sua identità: e tramite l’uomo “spinge” la corrente della vita, come sua intenzione di “pura brama” di conoscenza. La “pura volontà di conoscere, o brama divina” si esprime nell’uomo a tutta prima come sesso. Cosa che l’uomo male interpreta, deforma e utilizza al di là dello scopo che gli dovrebbe essere proprio. La forza sessuale chiede di essere disincantata nel suo iniziale presentarsi, dalla sua veste di forza procreatrice e di sensazione erotica. Da brama del corpo, chiede di diventare brama per il divino: da passione per il corpo, invoca la pura passione per il ritrovamento dell’identità mai avuta, dallo spirito.
Una persona bramosa, quindi potenzialmente non può essere né un “fuorilegge di Dio” né rappresentare il “male”: è soltanto un essere in cui lo Spirito “si cerca più che in altri”.Un uomo pieno di passioni, brame e istinti, purché esprima un minimo di capacità di pensiero, se saprà dare un senso alle sue brame, apparirà un individuo ricco di forze di conoscenza: un reale potenziale “cercatore” di sé.
Non esistono “peccatori”, ma soltanto uomini in attesa di comprendere il valore della vita: il dilemma è non arrivare mai a capirlo. Restare “bramosi” tutta la vita senza capire nulla del senso delle brame e degli istinti, è il grande peccato. Il senso della vita, è dare un senso alla vita: comprendere il ruolo delle brame, delle passioni travestite da “occasioni di autoconoscenza”.
La scienza dello spirito europea, indica una via per la realizzazione di una “purificazione” della brama ordinaria, in pura “brama per lo spirito”. Ciò è ritrovabile nei testi di R. Steiner: l’Iniziazione, Scienza occulta e Teosofia. Si tratta della “Meditazione della rosacroce”
Articolo di Tiziano Bellucci, autore di “Il Suono della Luce”, Crisalide Edizioni
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