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Il 26 Aprile avremo la Luna Nuova a 6° in Toro, apparentemente senza alcun rilevante aspetto nel cielo. Come descritto nel blog precedente, tutto sembra essere in uno stato di silente interludio, in cui nulla accade, sebbene molte cose siano in movimento e in procinto di essere rivelate. La chiave di questa mappa celeste è nascosta nello sfondo del Sole e della Luna, che sono congiunti alle Stelle Fisse Schedir, che è associata al cuore/petto della Dea Cassiopea, e Hamal, situata sulla fronte dell’Ariete.
Il Toro è un segno di terra ed è chiamato “il segno del maggiore incentivo di vita” poiché è il simbolo del desiderio ai livelli diversi. La lezione riguarda il modellare la materia quale espressione dei valori spirituali e trasmutare il desiderio personale, che crea conflitto e guerre interiori, nell’aspirazione a seguire la volontà di Dio. Per questa ragione nell’Antico Egitto il Toro era considerato “l’Interprete della Voce Divina”, mentre nella cristianità “il Verbo divenuto Carne”.
Il simbolo sabiano associato al grado di questa lunazione è “la donna della samaria al pozzo degli antenati”, che si riferisce all’incontro di Gesù, l’anima, che rappresenta lo Spirito Creativo che punta al futuro, con la donna samaritana, che simboleggia la tradizione del passato, poiché la sua tribù è detestata dagli ebrei. È a quella donna che Gesù rivela di essere il Messia, sostituendo il vecchio ordine tribale con un nuovo ordine basato sull’Amore. Questo indica che è possibile raggiungere una nuova qualità dell’essere solo quando ciò che è superiore incontra ciò che è più basso e quando ciò che è più basso, divenuto caos, ha lasciato andare i legami tradizionali aprendosi all’Amore: “Un vecchio ordine non si apre mai a una nuova Rivelazione fino a quando non ha accettato il disordine in nome di quel Potere che sublima tutte le forme di ordine”. (Dane Rudhyar)
A livello esoterico il passato è associato alla Luna, la vecchia personalità, e il futuro al Sole, l’anima, che si abbracciano davanti alla Stella Fissa Schedir nel petto di Cassiopea, la regina dell’Etiopia. Secondo Oswald Wirth, questa costellazione è associata alla carta dei Tarocchi La Papessa, la donna metafisica seduta sul trono che tiene in mano le chiavi del mistero dell’origine della vita e della conoscenza divina. Quando ci troviamo dinanzi a lei, significa che siamo pronti a ricevere una rivelazione più alta riguardo le cause invisibili dietro la vita manifesta. La sacerdotessa ci chiede di morire a ogni cosa che abbiamo aspirato di raggiungere e divenire, così da essere veramente vivi. Normalmente sperimentiamo l’essere vivi solamente attraverso le sensazioni; conosciamo noi stessi poiché i sensi ci dicono quello che si trova intorno a noi in modo tale da poter agire di conseguenza. Senza la guida dei sensi, proviamo paura, poiché sperimentiamo il completo ignoto, ma la nostra piccola mente non comprende che si tratta del Divino, o ciò che si trova oltre il velo posto dietro al trono della Papessa. Questa carta è associata al numero 2, che si riferisce al grande spazio ed è anche simbolico della mente subconscia che dobbiamo affrontare per vedere la verità e elevarci oltre le preoccupazioni della piccola personalità.
Cassiopea fece l’errore di vantarsi di essere la più bella delle Nereidi, le incantevoli ninfe del mare, e per quella ragione divenne simbolo della personificazione del vano, a evidenziare l’attaccamento a qualcosa di vuoto, falso e inutile.
Nel silenzio della nostra mente la Sacerdotessa ci chiede di dare un nome e affrontare le nostre vere motivazioni, di avere il coraggio di immergerci dove le nostre reazioni mentali ed emotive ci portano, di permettere a noi stessi di provare il senso di colpa/vittima, affinché l’anima possa mostrarci la verità e disperdere le ombre dei vani desideri del passato. Il libro che tiene in mano rappresenta il Libro della Vita, che simboleggia la verità. Quando cresciamo in consapevolezza, non possiamo più rimanere aggrappati ai vecchi schemi di pensiero o desideri che ci hanno fatto agire in passato. Vedere la verità significa divenire consapevoli di quello che eravamo, dei motivi nascosti alla base delle nostre stesse azioni e comprendere che queste non erano incondizionate, ma solo mosse da un’urgenza personale. Questa è definita “l’intensa purificazione dello zolfo” : la chiave d’argento nella sua mano rappresenta la conoscenza intellettuale che deve essere raffinata dalla chiave d’oro, che, in alchimia, rappresenta la combustione e il dissolversi di qualunque cosa impura e non eterna, per trasformarla in saggezza. Si tratta di una purificazione che avviene nel silenzio delle nostre menti, in cui ciò che non ha valore ed è bugia verrà distrutto.
La Stella Fissa Hamal nella fronte dell’Ariete evidenzia quest’aspetto. L’Ariete governa la testa e ci parla della liberazione dalle forme pensiero che ci tendono prigionieri. Ha a che vedere col capire che quello che vediamo nel mondo esterno è in noi per affrontare l’ombra interiore – il nostro odio, il nostro rimpianto e il nostro dolore – e divenire consapevoli del contributo della nostra relazione intrinseca alla vita apparente. La fronte dell’Ariete può essere associata alla ghiandola pituitaria, che è relazionata all’Ajna, il fiore di loto dai due petali orizzontali, o terzo occhio, che si riferisce alla personalità integrata che più tardi diverrà la personalità infusa d’anima. La parola Ajna significa padronanza e conoscenza; nella tradizione indiana questo chakra viene descritto come “l’occhio della saggezza” o “l’occhio della mente”. I due petali sono simbolici di Ida e Pingdala, le due Nadi principali del corpo, associate alla Luna e al Sole, la forma/personalità e l’anima.
Il messaggio di questa Luna Nuova ha a che vedere con il lasciare andare qualunque desiderio della personalità per sperimentare un nuovo livello dell’essere, la qualità dell’anima, e il fondersi con un nuovo livello di percezione.
Non possiamo entrare nella nuova vita fino a quando non avremo lasciato andare quello che ci tiene nel passato.
Questo non sarebbe possibile se questa lunazione non ci rispecchiasse quello che dobbiamo affrontare. “Uomo conosci te stesso”, prendi coscienza del tuo comportamento, che è guidato dal subconscio, poiché questa è l’unica consapevolezza che può portare l’opportunità del cambiamento. Si tratta di essere onesti con noi stessi e avere il coraggio di affrontare la verità. A un livello, questo porterà accrescimento e sollievo, dall’altro, ribellione e abbattimento. Come afferma Claudine Aegerter nel suo libro “Lo Spirito dei Tarocchi”, ci viene chiesto di non vivere una doppia vita, poiché, mentre alziamo il velo dell’illusione, dobbiamo sempre essere onesti e veri.
Non possiamo andare oltre il velo senza incontrare i cancelli di ferro della morte di ciò che è vano e, fino a quando il velo non sarà strappato, non potremo fermarci, ma solo andare avanti senza guardare indietro.
L’Amore disgrega ciò che è falso per rivelare la verità. L’Amore apre le porte al divino in noi e scopre le bugie. Possiamo essere vivi solo quando accogliamo l’anima in noi ed iniziamo a vivere seguendo la sua guida, quando la dualità viene trascesa e la personalità è stata infusa dalla luce interiore: “Vedo, e quando l’occhio è aperto, tutto viene illuminato”, è la più alta aspirazione del Toro. Questo è un passo necessario per il dispiegarsi della nuova vita. Quando moriremo all’illusione di quello che pensavamo e sentivamo di essere, la verità nascosta dell’anima ci verrà rivelata. L’Amore è la chiave e, quando amiamo veramente, siamo nel cuore di Dio.
Sono morto come minerale e sono divenuto una pianta,
sono morto come pianta e cresciuto come animale.
Sono morto come animale e sono diventato un uomo.
Perché dovrei avere paura?
Quando sono stato qualcosa in meno morendo?
Jalāl al-Dīn Rūmī
Cristiana Caria