Il Plenilunio avverrà nella mattina del 6 settembre 2017 alle ore 9.02 (ora italiana) nel segno dei Pesci a 13.53° e sarà congiunto a Nettuno a 12.49° opposto al Sole in Vergine.

Questo Plenilunio in Pesci ci regala un grande respiro di tregua e di apertura al mondo delle emozioni e dei sentimenti più puri, dopo mesi di cocente energia di Fuoco – l’estate tra le due le Eclissi –  ci ha traghettato senza mezze misure a confrontarci con l’ombra fuori e dentro di noi. La Luna Piena in Pesci, giunge al culmine del ciclo iniziato con la Luna Nuova in Leone del 21 agosto 2017, e sarà magicamente connessa con l’energia del suo Governatore: Nettuno, portandoci per mano verso il romanticismo, il sogno, la dolcezza, l’apprendimento e affinamento dell’arte della resa.La resa a chi e che cosa?

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Il cammino del segno dei Pesci ha un compito molto grande e questo Plenilunio lo offre a tutti noi: seguire le nostre emozioni senza però perderci in esse. Fluire verso la vera connessione con l’Anima superando la separazione del nostro ego che ci divide gli uni dagli altri, senza però smarrire il nostro centro vitale, nucleo d’identità, mostratoci soprattutto nell’ultimo ciclo Leone. Riuscire a trovare un canale e un ponte che ci possa collegare con gli altri e alle energie nascoste del mondo che sono la manifestazione concreta del regno spirituale. Espanderci interiormente con le esperienze del sublime in contatto con le forze della natura, con l’ispirazione creativa, tramite con l’amore e il perdono del passato attraverso la potenza del sentimento in tutte le sue forme. Sciogliere la linea di confine che ci separa dal Tutto che ci fa sentire soli e separati.

Il segno dei Pesci e il ciclo Lunare di questo settembre, è portatore del percorso evolutivo di tutti gli altri 11 segni e delle 11 Lunazioni che lo hanno preceduto in questo anno – e porta in sè il saper regnare nel mutamento che è la vita stessa, come le onde del mare regolari e diverse l’una dall’altra e allo stesso tempo ci prepara a compiere un salto verso l’inizio di un nuovo ciclo lunare  che giungerà con il prossimo Plenilunio nel segno dell’Ariete il 5 ottobre 2017, il pioniere della ruota dello Zodiaco.

Concludere un ciclo è paradossalmente la cosa più difficile per i Pesci (pianeti nel segno) o chi ha una dominante Nettuniana, e lo è per noi in questo periodo così ricco di energie che mutano rapidamente da non permetterci di prendere fiato. Non concludere qualcosa, una storia d’amore, una fase, un corso di studi, un’esperienza, significa rimanere nella vaghezza, non definirsi e sembra permettere anche un non tempo e una nonseparazione. Questo in genere crea il più grande ristagno a livello energetico, perché ci tiene fermi in un limbo, anche se al momento pare proteggerci dal dolore del distacco.

In verità il non attaccamento a qualsiasi cosa è l’esperienza ultima indicatoci dal dodicesimo segno della ruota zodiacale: la libertà totale dell’appartenere a tutto perché non si ha paura di perdere nulla. Non si ha paura di perdere nulla quando ogni cosa mia non è mia, il “mio” ha lasciato il posto a qualcosa d’altro. Ma questa è l’esperienza del Trascedente ed è qui ora quasi impossibile descriverla in poche parole e non è ora l’obbiettivo di questo articolo.

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Cosa vuol dire portatore delle energie degli 11 segni che precedono i Pesci? Com’è possibile questo a livello umano? Questo è uno de più grandi compiti che ha questo segno: avere una personalità così ampia e con confini così morbidi da comprendere molteplici altri sè, all’interno di sé stesso. Per avere una personalità così espansa bisogna aver sperimentato una vasta gamma di esperienze, così che la nostra sensibilità possa abbracciare e comprendere esperienze lontane da noi. Noi entriamo in risonanza con qualcosa che abbiamo provato ed è dentro di noi, risuoniamo solo con ciò che conosciamo. Questo è il canale più potente che abbiamo – il cuore – aperto alla sofferenza quanto alla felicità, e tanto più è immenso e ricettivo, tanto più potrà espandersi e percepire – potrà stare in contatto. Con cosa? Con il sentire.

La Luna Piena in Pesci ci invita a sentire. Qualsiasi cosa provenga dalle zone più intime del nostro animo. Se io chiudo i miei ricettori di emozioni perché ho paura di soffrire, divento insensibile e non potrò né sentire nè la mia sofferenza né quella altrui, ma nemmeno potrò più provare vera gioia. Per questo l’energia Pesci e Nettuno, hanno il compito di farci sentire più fluidi e ricettivi, per aiutarci ad entrare nella non definitezza dell’Ego, spronarci  all’apertura e la risonanza con il nostro animo e con gli altri esseri umani intorno a noi.

Se eleviamo a potenza massima questo canale che ci mette in contatto con il nostro sentire e la non negazione di ciò che proviamo, è possibile sintonizzarsi con i sentimenti più elevati come l’Amore Universale, l’Empatia ed infine la Compassione. Ok, calma un attimo, ora non è che tutti iPesci debbano diventare dei santi o dei martiri e con questa Luna non è che dobbiamo attuare un misterioso processo mistico, (lato ombra a volte molto spiccato in chi ha pianeti Pesci o un Nettuno dominante). Il punto è, di qualunque segno siamo, provare a sintonizzarci con ciò che l’Universo ci offre e provare a chiederci dove noi impediamo, oppure viviamo in modo distorto, questo flusso. Il desiderio che appartiene a tutti in ogni differente forma: amare ed essere amati. Desiderare, consciamente o meno di tornare ad uno stato di Unità e Non Separazione gli uni dagli altri, l’Eden perduto in cui sentirci galleggiare compresi, capiti, amati e sazi d’amore. Accade nell’innamoramento, ma l’innamoramento è solo il mezzo che ci permette di riprovare l’estasi dello Spirito. Come nello stato d’essere prima della nascita, fusi e confusi nel ventre di nostra madre, o come quando ci specchiamo nello sguardo di chi amiamo e come prima ancora di essere qui.. come Anima.

Il Plenilunio in Pesci del 6 settembre 2017 è potente per tutti quanti, anche perché ognuno di noi ha una zona del proprio Tema Natale in cui risiedono i Pesci e Nettuno, e oltre a questo, tutti abbiamo da imparare dall’archetipo che esso rappresenta e tutti dovremmo imparare ad amare nel senso più autentico del significato, prima di tutto portando l’amore verso noi stessi, il cammino più arduo.

Siamo in grado di essere compassionevoli con noi stessi?

Siamo capaci di uscire dal nostro reticolato di opinioni e pensieri per sintonizzarci sugli altri senza mettere prima il nostro punto di vista?

Siamo in grado di sentire quando è il nostro ego che parla e quando la nostra Anima cerca di darci dei messaggi?

La Luna congiunta a Nettuno ci mostra la via verso l’accettazione di tutte quelle parti interiori che sentiamo separate, di tutte quelle cose che ancora non ci perdoniamo, della nostra vulnerabilità che tendiamo ancora a proteggere e della paura del dolore che camuffiamo spesso con finta distanza e freddezza.

Quando noi stiamo male? Intendo dire, quando proviamo quel male che sa di dolore sordo che non ci fa stare in pace e porta tutte le energie nella testa a mulinello, persi nel nostro interrogarci sul perché e sul per come? Stiamo male quando abbiamo perso il contatto con il nostro sentire profondo, con noi stessi e la nostra anima autentica che non troviamo. Quando non sappiamo bene cosa proviamo, siamo confusi, vulnerabili, e scappiamo nei pensieri della mente per cercare di fare ordine, non riuscendo comunque a calmarci. La resa è non lottare più contro lo stato emozionale che sentiamo affiorare e spaventarci – la resa è stare lì oltre la paura e quella del nostro ego che teme la frammentazione dell’Io. Una delle paure più radicate nell’uomo, che senza la sua identità, la sua memoria e lo scorrere del tempo lineare, si sente perduto.

La nostra Identità, il cui segno che ci ha accompagnato per tutta l’estate si è fatto depositario – il Leone – è fondamentale per la formazione del nostro cammino come esseri umani, definisce i nostri gusti, ciò che ci piace, ciò che amiamo e chi siamo, ma tutto questo è solo un pezzo del nostro vero essere che è molto più vasto. Comprende anche tutto ciò che non ricordiamo ma è sepolto nell’inconscio e ci ha determinato, comprende i sogni e quel mondo onirico a cui non sappiamo dare significato, comprende quindi tutto un territorio a cui la coscienza non riesce ad accedere con facilità. Eppure gran parte della nostra densità è proprio lì sotto, nelle profondità marine di cui scorgiamo solo la superficie. Se vogliamo assecondare i movimenti lunari, possiamo lasciarci condurre verso un abbandono cosciente dei dettami della coscienza (e sottolineo scelta cosciente, perché se fosse il contrario, sarebbe l’inconscio che a strabordare oltre la coscienza portandoci nell’estremo della follia, oppure l’uscita da se stessi con l’uso di droghe che ci portano in stati alterati, farmaci, alcol ecc.).

La resa è qualcosa che ha a che fare con l’abbandono supremo di una lotta o una resistenza a noi stessi e questo Plenilunio ci regala una magica configurazione nel cielo: oltre alla congiunzione con Nettuno, ci presenta un Trigono di Fuoco che ci porta a contattare l’intuizione, Mercurio in Leone tornato diretto, in trigono a Urano in Ariete e Saturno in Sagittario. Inoltre Marte e Mercurio sono congiunti.

Possiamo davvero permetterci di accedere a zone di grande risveglio interiore e l’ego, potrà riposare, arreso alla grandezza amorevole dello Spirito.

 

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In guerra ci arrendiamo quando non c’è più niente da fare e spesso vi è il malinteso nella parola resa, viene associata a qualcosa di negativo, associata al concetto di perdere. Quando ci arrendiamo al sonno, non è forse una resa? E non è piacevole quando accade? Non è liberatorio? Dove andiamo in quel momento? La nostra coscienza lascia spazio a qualcosa d’altro, di cui non conosce i codici.
E se resa significasse arrendersi alla supremazia di noi stessi, della nostra mente e del nostro controllo sulla realtà, o ciò che noi crediamo realtà?
La guerra è così faticosa perché nel nostro profondo pensiamo di dover essere sempre noi a costruire strade, difese, scelte. Sento i racconti di molte persone che mi dicono “E’ tutto su di me, sulle mie spalle, se non ci pensassi io chi lo farebbe?”. Spesso è davvero così, ma se allarghiamo la visione e ci poniamo in un’ottica Pescina, non è proprio vero che abbiamo tutto questo controllo e potere sul nostro tempo, sul nostro futuro e sulla nostra vita, e questo è anche liberatorio e ci toglie anche da uno stato di grande onnipotenza infantile.

 L’invito di questa Luna è di perdere il controlloandare in quelle direzioni dove la mente razionale non ha più risposte. Il Pesci è collegato al mito di Dioniso, accedere all’essenza di noi stessi tramite riti Dionisiaci che portavano in altre zone oltre la coscienza, era la cultura che si contrapponeva all’equilibrio razionale e formale delle forme Apollinee nell’antica Grecia. Questo mito ha molto a che fare con il perdersi per ritrovare la verità su di noi.

Cerchiamo di prendere tutto quello che scrivo in modo non proprio letterario, non vi sto invitando a mollare i freni inibitori e fare riti di Luna Piena come le Baccanti o simile, ma vi sto invitando a contattare una parte di noi che giace silenziosa e va stimolata a esprimersi. L’arte è una di quelle cose che ci permettono di contattarla, la mente tace e un’ondata che non si sa bene da dove provenga, ci dona la sacra ispirazione. L’amore è l’altra naturale fonte a cui attingere questo mondo parallelo, dove noi siamo più aperti, più disposti a vedere il bello che abbiamo intorno, meno confinati nel nostro Io separato.

Proviamo a stare più alti che possiamo con la visione: come possiamo sentirci noi stessi, identificati con noi e la nostra centratura d’essere, con i nostri gusti e le certezze fino ad adesso costruite e anche fonderci in una fluttuazione indifferenziata in cui la coscienza si mette da parte?
Come possono questi due concetti stare insieme senza andare? Uno contro l’altro? Per comprendere che non c’è nessun dualismo tra queste due forme d’essere, ci metteremo più in distanza. Solo la distanza dal quale ci si guarda, che muta tutto.

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La Luna Piena del 6 settembre 2017, illuminata dal Sole in Vergine – il mondo concreto in cui viviamo con le sue regole e i suoi confini tangibili, – potrà mostrarci un altro punto di vista.

 

8e8bb05b03693d7d648e0a4fa044338d Se io sono nel bel mezzo di una città, immaginiamo Tokyo, tra vie inerpicate, luci, e labirinti di quartieri, rischio di perdermi se non ho con me una cartina o di una bussola. Ho bisogno di percorrere alcune strade e non altre, non saprò la lingua ma forse seguendo una mappa io potrò raccapezzarmi. (piano della realtà Vergine). Ma se io sono in aereo e guardo quella stessa città dall’alto con le sue vie e i suoi reticolati, essi non saranno più una giungla perché la città avrà cambiato forma dall’alto, saprò vedere la fine delle strada e anche oltre. (piano della realtà Pesci). Saprò inoltre che Tokyo una città che appartiene ed è contenuta in qualcosa di più grande come il Giappone, che a sua volta fa parte di qualcosa d’altro come la terra e così via. Cosa accadrebbe dunque se io persa in quelle vie, invece di ostinarmi a trovare la strada e usare tutte le mie energie fisiche  e mentali, stessi in quel presente arreso, imbevuto di una specie di fiducia di qualcosa che non posso vedere, ma so che c’è?
Dall’aereo lassù io posso vedere che poco più lontano sta per giungere un pulmino che m’incrocerà chiedendomi se voglio aiuto. Dall’areo posso anche vedere che in quella strada in cui mi sono persa c’è una cosa bellissima che vedrò pochi passi dopo appena girato l’angolo.
Io laggiù dentro la città persa nelle vie non lo posso ancora vedere. La mia coscienza e il mio IO, non arriva a vedere oltre me. Non ho gli strumenti per farlo. Ma posso provare ad affidarmi a una fiducia più grande come potessi essere in contemporanea su quell’aereo?
Sono in grado di aver fede, sentire in me anche senza vedere, che i fatti della mia vita andranno in un senso che è giusto per me, anche se io non ne ho il pieno controllo?

Questo è il più grande salto di fede che possiamo compiere in una vita. Affidarci.

 

Questo è ciò che hanno come meta tutti i cammini spirituali e una Luna in Pesci congiunta a Nettuno ci parla proprio di questo: sviluppare un qualcosa che abbiamo tutti dentro, solo che ne abbiamo una paura folle, o perché mille strati di delusione e di paura hanno fatto si che noi non ci credessimo più.

In questo Plenilunio il Sole Mercuriale, razionale e alla ricerca di ordine della Vergine, illuminerà il fantasioso, illimitato, regno delle emozioni, rappresentato dalla Luna e Nettuno nei Pesci: un invito a riunire le due polarità che crediamo antitetiche come visone del dettaglio e visione d’insieme, nomi delle vie di Tokyo e visione aerea, cuore e mente, limitazione e libertà, corpo e spirito, ordine e disordine, materia reale e pulviscolo astratto di sogni. Dovremo poter riuscire ad essere sia nella città intricata di odori profumi e colori della vita, sia respirare quell’immensità che può esserci lassù nell’aereo, siamo entrambe le cose.

Un Anima e un corpo e che abitano la realtà, sia della percezione sensoriale che dell’altro emisfero altrettanto  reale delle visioni immaginifiche ed estatiche.

E’ una Luna medianica questa che ci offre la possibilità di esserlo tutti quanti in qualche misura, essere quindi il mezzo, lo strumento, attraverso il quale possano giungere messaggi da altri mondi: interiori, onirici, fantasiosi, notturni, vasti, dall’areo dove c’è un pezzo di noi a guidarci.

Mercurio tornato in moto diretto nel segno del Leone, nello splendido Trigono di Fuoco tra Urano in Ariete e Saturno in Sagittario, ci aiuta a credere nel sacro fuoco dell’intuito, dell’irrazionalità, del mondo simbolico e nell’immaginazione nascosta in ognuno di noi che aspetta solo di uscire.

Immaginiamo il nostro futuro, e seguiamolo a braccia aperte stando vicino al cuore. Anche se non vediamo ancora il cambiamento, potrebbe essere dietro l’angolo che non abbiamo ancora percorso. La parte di noi in aereo lo scorge già …

 

Buon magico Plenilunio a tutti,

Anna Elisa Albanese 

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Fonte : http://www.sentieroastrologico.it/luna-piena-pesci-6-settembre-2017-viaggio-oltre/

 


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