Il Plenilunio avverrà nella notte del 2 marzo 2018 alle ore 1.52 italiane, nel segno della Vergine a 11°52.
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Quale Plenilunio può narrare in modo migliore il passaggio nel mutamento dei colori, le atmosfere e i cieli che precedono la primavera se non questo? Quale migliore configurazione può adesso traghettarci verso la fine dell’inverno e la prepararazione all’apertura del nuovo che ci aprirà l’Equinozio di Primavera del 21 marzo? Il Plenilunio nella Vergine opposto allo Stellium nei Pesci, è il passaggio morbido nella Terra di Mezzo, un tempo sospeso senza forma, ovattato come la neve degli ultimi giorni – la riflessione dell’attesa – il finire di qualcosa e l’iniziare, in un passaggio, che si fa ora lentezza nel respiro più ampio della luce che inizia a espandersi.
Possiamo approfittare di questo Plenilunio per imparare a respirare il tempo.
Sospendere le azioni quotidiane che compiamo in automatico, quasi anestetizzati a volte, per concentrarci sull’ora e su ciò che sentiamo come emozioni e ciò che percepiamo con i nostri sensi: tatto, vista, olfatto, udito – la Vergine appartiene all’elemento Terra e ci vuole ricollegare con il corpo fisico e ciò che esso ha da comunicarci. Se è la poesia della neve a colpirci osserviamola nella sua grazia, se è il freddo a farci sentire isolati, stanchi o affaticati, onoriamo il finire di questa stagione che ha protetto i semi sotto la terra, e proviamo a cogliere il senso più ampio di tutto questo. (Ovviamente questo vale per noi che viviamo nell’Emisfero Boreale, ma per la parte della terra che ora si avvicina all’autunno, ci saranno altre riflessioni da fare).
Vediamo la configurazione che viene a formarsi in questo Plenilunio: Sole e Nettuno congiunti nei Pesci, insieme a Mercurio Venere e Kirone opposti alla Luna in Vergine: un’esondazione di acqua che compie un trigono meraviglioso a Giove in Scorpione. Se da una parte abbiamo la sponda della Terra – concretezza – corpo fisico – realta materica – che ci fa da ancora e porto – la Luna Piena nella Vergine che compie un trigono a Saturno in Capricorno e Plutone in Capricorno, dall’altra avremo l’Acqua – emozioni – sogno – onirico – fantasia – che può trovare spazio, anfora e anfratto che la contenga e protegga. In un cielo mosso principalmente dagli elementi Femminili di Acqua e Terra, si staglia un Marte in Sagittario in Casa I (da Tema di Plenilunio orario italiano), tempestoso e poco incline al mettersi da parte, in quadratura alla Luna in Vergine e Mercurio e Venere nei Pesci. Questa è la scintilla inquieta che dà il colore a questo cielo sul finire dall’inverno, questo Plenilunio in verità è l’ultimo, prima dell’Equinozio di primavera. Stiamo dunque passando in un tunnel di tempo che ci sta portando alla maturazione e alla gestazione di idee, mutamenti, bagliori, di cui vedremo il sorgere nel prossimo ciclo lunare.
Unico elemento maschile di Fuoco (insieme solo a Urano in Ariete con cui compie un Trigono), in un cielo prevalentemente femminile, Marte Sagittario rappresenta la parte di noi che ci porta in avanti, non ci permette di arrenderci o finire nell’oblio, nell’illusione e nel ritiro dal mondo fisico – richiamo incantato di Nettuno e delle sirene Pescine.
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Dove ci sentiamo ancora impazienti, temerari e battaglieri?
Dove non ci acconti di scoprire ancora?
Dove non ci arrendiamo?
Stiamo amando in maniera sana o stiamo ancora mettendoci alla prova?
Marte in Sagittario quadrato a Mercurio e Venere in Pesci, va scuotere l’inquietudine, le parole non dette, le emozioni strozzate nella gola che teniamo sotto il tappeto e non esprimiamo, le parte di noi che sacrifichiamo ancora in nome di antichi retaggi lontani, immagini archetipiche di femminili come impotenti vittime sacrificali che confondono l’amore con il sacrificio. Lo Sellium in Pesci a cui Marte non sta dando pace, è la spinta necessaria a farci compiere il salto richiesto: l’amore autentico non è sacrificio. l’amore è amore, e non ha in sé il prezzo della colpa o del rinfaccio all’altro o del tenere duro come fosse una guerra di resistenza. Noi possiamo lasciare andare, possiamo amare e farci amare senza esigere di essere amati. Quindi anche noi non dobbiamo sacrificare parti di noi per estorcere all’altro amore e vicinanza.
Il Plenilunio in Vergine del 2 marzo 2018, può farci riscoprire l’accoglienza necessaria e la dolcezza nel ritrovare la vera parte sana che ognuno di noi ha. La parte sana, come un respiro vitale e necessario, che ci permette di emergere dopo che siamo stati in apnea (per chi lo è a livello sentimentale o personale), e tornare a respirare aria salubre. Sana da salute – lat. salus –ūtis –salvezza, incolumità, integrità, salute. La parola integrità ha molto a che fare con questa Luna in Vergine: andiamo a scavare se stiamo tradendo o rimuovendo parti di noi, andare a prender per mano ogni conflitto e provare a portarlo al centro. Non scacciandolo né sopprimendolo, semplicemente mettendolo in rapporto con il resto.
L’Asse Pesci – Vergine attivato dal Plenilunio, ci vuole portare in un processo di guarigione e pacificazione, che è possibile solo se perdoniamo e accogliamo i pezzettini immaturi che sono dentro noi stessi. Il bambino ferito, inespresso arrabbiato ha bisogno di essere accolto. Il primo passaggio di amore è rivolto a noi, per poi aprirci a una sana amorevolezza verso chi ci è accanto. Ma noi per primi siamo l’esempio di tenerezza e amore con noi stessi.
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Il simbolo della Vergine ha in sè il compito di portarci il dono della saggezza più antica di noi, quella della cura e della preservazione delle cose, della conservazione e del non lasciare nessuna cosa acerba, ma farla maturare e fruttificare al suo meglio, e al massimo delle sue potenzialità. Un simbolo collegato alla ritualità, all’imparare a comprendere qualcosa che non è mai fermo e ha una sua corrente, che non è folle non è pazza, ma segue dei criteri ciclici ben precisi. Nella nostra giornata possiamo osservare il giorno e la notte mutare e non ce ne stupiamo perché la nostra mente sa che la terra è in movimento intorno al sole e questo causa il mutare della luce. Ma ciò che per noi appare ovvio, è solo un pezzo della conoscenza di cui pensiamo di essere dotati e solo un granello dei segreti racchiusi nella magia del fluire del tempo e del nostro farne parte. Questa è la magia del segno della Vergine, segno mutevole che ci accompagna al finire dell’estate, quando è il Sole-segno, a essere preso in considerazione, ed ora al finire dell’inverno, nel ciclo lunare che precede la primavera.
Ora potremo occuparci di noi con quei gesti piccoli e delicati che fanno del rito un gesto d’amore più elevato e quasi magico; dalla cura del nostro corpo infreddolito e stanco dell’inverno, dalla cura di un piatto che cuciniamo con dedizione attenti a cosa immettiamo nel nostro organismo tramite il cibo, dalla cura del saperci prendere un giorno di riposo se ora siamo stanchi e teniamo sempre duro.
Ritempriamo il corpo e l’anima che sta attraversando la vita e le stagioni del suo divenire, accogliamo anche ciò che non capiamo ora, ma di cui forse il senso ci apparirà in seguito (Pesci e Nettuno), conserviamo le cose materiali che ci possono dare conforto ed eliminiamo le cose che non usiamo più (Vergine) per fare spazio al nuovo che dovrà giungere. Entriamo negli armadi della nostra Anima come entriamo negli armadi della nostra casa senza temerne gli scheletri, con lo stesso intento di armonizzazione, integrità, comprensione e bellezza.
Buona Luna Piena a tutti,
Anna Elisa Albanese
Immagini: 1)Virgo (zodiac series 2) Canvas Print 2)DonneInArte Elizabeth Shipper Green 1905
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