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Chi non se la ricorda la pubblicità con George Clooney alla porta d’ingresso di una festa a mani vuote, e la bella ragazza che enfatizza “no Martini no party” sbattendo la porta in faccia!
Questa simpatica metafora è perfetta per comprendere una realtà che oggi è sempre più pertinente per chi è impegnato in un percorso di crescita personale, perché nella ricerca dell’equilibrio, l’interezza e la totalità interiore; l’ombra va portata al party, altrimenti, come George, la porta sarà chiusa in faccia con l’invito di ritornare con i requisiti appropriati per partecipare alla nostra festa chiamata “vita”.
Alle feste, solitamente ci presentiamo con le nostre maschere più simpatiche e socievoli. Siamo attratti dalla luce, preferiamo identificarci con essa, su questo non ce’ dubbio ma l’affascinante potere creativo del lato oscuro umano è una questione che riguarda tutti noi, nessuno escluso; e per quanto cerchiamo di ignorare o reprimere quella parte scomoda in favore dell’aspetto “scintillante”, il lato oscuro è presente nei nostri pensieri e azioni, così com’è visibile ovunque nella nostra realtà circostante.
Per quanto è fastidioso ammetterlo, chi nega l’ombra in favore della luce non è ‘migliore’ di chi vive nell’ombra lontano dalla luce, la definizione è solo una questione moralistica, perciò la domanda da porsi è: come mai noi ricercatori della verità abbiamo cosi tanta difficoltà nell’accettare questo fatto, e come si fa a invitare l’ombra al party, per cosi dire, per entrare nel flusso creativo della nostra vita?
Una risposta può essere trovato negli studi di Carl Gustav Jung (1875-1961) psichiatra svizzero e psicoterapeuta che ha fondato la psicologia analitica, che diversamente da Freud, colloca l’individuazione, ossia: il processo psicologico d’integrazione tra il conscio e l’inconscio, pur mantenendo la loro autonomia relativa, al centro della psicologia analitica. Il Sé – uno degli archetipi Junghiani, che significa l’unificazione di tutto (conscio e inconscio), è un prodotto di questa “individuazione” ed è rappresentato da un cerchio con un punto al centro ʘ, il Sé è il tutto, mentre l’ego è il piccolo puntino contenuto all’interno del complesso.
Nel modello di Jung, la misteriosa riserva dell’oscurità umana è la sede della creatività che rappresenta il vero spirito della vita umana, egli pone l’accento sul fatto che la conoscenza dell’ego-personalità è spesso confuso con la comprensione di Sé. Chiunque abbia un ego-coscienza, dà per scontato che conosce se stesso, ma in verità, l’ego è in grado di conoscere solo i suoi contenuti, e non l’inconscio con il suo vasto territorio inesplorato. Le masse misurano la loro conoscenza di sé da ciò che la persona nel loro ambiente sociale sa di se stesso, ma non per i veri fatti psicologici, che sono per la maggior parte delle persone, ignoti; A questo proposito la gente si comporta nella stessa maniera anche con il proprio corpo, di cui struttura fisiologica e anatomica ne conoscono pochissimo.
Anche se il termine ‘Ombra’ è famigliare ai ricercatori della verità, non è compreso e accolto fino in fondo da tutti, la tendenza è di rinnegarlo e nascondere dietro una pseudo facciata di benevolenza spirituale per cui l’Ombra è repressa e negata perché l’ego è incapace di riconoscerla. Ed è proprio qui il punto interessante per noi ricercatori, l’ombra è un problema morale (dualità) che sfida l’intera ego-personalità, perché nessuno può prendere coscienza dell’ombra senza un considerevole sforzo morale. La risposta al tranello è il miracolo del Cuore amorale, incapace di giudicare; è l’unica dimensione nel sistema in grado di accettare qualunque idea, concetto o ideale fuori del contenuto dell’ego senza fare domande o trovarsi impegolato in un conflitto d’interesse. Ancora più interessante è la manifestazione dell’Ombra nei suoi aspetti sia turbolenti sia di caratteristiche molto positive, Jung stesso afferma:
“ Dove l’amore impera, non c’è desiderio di potere, e dove il potere predomina, manca l’amore. L’uno è l’ombra dell’altro”.
Questa visione dell’amore come ombra al potere è interessante perché la parola “ombra” è sinonima di “sbagliata” per l’ego, appunto perché è una questione moralistica e non può essere accolta diversamente. Poiché il nostro interrogativo non è di natura clinica, è meglio lasciare la psicoanalisi agli esperti. Tuttavia, da una prospettiva di crescita personale, la teoria di un’ombra che possiede tratti sia negativi sia positivi riguarda molto dei nostri talenti oscurati da tabù sociali o ridotti al minimo per la paura di manifestarli; Celate dal dolore, i nostri tesori giacciano nell’Oscurità, talenti che attendono solo le circostanze idonee in cui esprimersi. Questo è il concetto alla base dell’alchimia spirituale, la trasmutazione si ottiene forgiando il metallo vile nelle fiamme, una purificazione che trasforma quello che è ignobile in oro prezioso, un gesto di arresa, di comprensione e accettazione delle avversità personali trasformate tramite la presenza nel Cuore che rivela i doni nascosti all’interno del dolore e la non accettazione di noi stessi.
Perciò per accedere al Party, non sarà necessario diventare esperti nel capire le dimensioni complesse della mente, serve solo l’aiuto dal Cuore, l’Alchimista interiore che unisce in amore, quello che è duale in uno, Jung stesso valuta:
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“l’amore è un concetto estensibile che va dal cielo all’inferno, riunisce in sé il bene e il male, il sublime e l’infinito”.
Il processo è semplificato quando riconosciamo, e accogliamo, senza giudizio e moralismo, l’ombra che sorge nel qui e ora, nel momento, senza troppa attenzione mentale investita nei vari quando, perché, chi e come, perché scavare nella mente è complicata e soprattutto, una distrazione per non sentire la potenza della propria oscurità. Tutto quello che serve è 1. riconoscere che qualcosa è accaduto al di fuori dei contenuti del nostro ego e 2. stare presente nel Cuore sentendo le reazioni nel corpo insieme al proprio mostro!
“La nostra visione apparirà più chiara soltanto quando guarderete nel vostro cuore. Chi guarda l’esterno, sogna. Chi guarda all’interno si sveglia”.
Tutte le parti della nostra psiche, senza esclusione, servono come mezzi di crescita, e vanno riconosciuti e considerati degni d’inclusione. Come possiamo essere presenti nella materia se non gettiamo un’ombra? Il salto di consapevolezza accade nel momento in cui siamo in grado di dare il benvenuto all’Ombra come un aspetto creativo insieme alla Luce nello spazio del Cuore.
Senza avere grandi pretese, quest’unione è il nostro contributo all’evoluzione dell’umanità. Il momento in cui il nostro concetto moralistico tra giusto e sbagliato cambia, la Luce e l’Ombra non sono più avversarsi, il Negativo non è più un aspetto della vita negabile, da rifiutare, perché svuotato di dualità, l’Oscurità è un contenitore che fa nascere la materia in ogni forma immaginabile; è un utero fertile, pronto per essere impregnato dal seme della creatività – la Luce.
Se il vostro desiderio è di fluire creativamente con la vita e importante che vi presentiate alla porta della festa complete, perché ‘No Ombra non Party’, è la regola del gioco; Ovviamente per noi donne…George non è incluso nel patto!
Caroline Mary Moore
Fonte : http://www.dalleclissedellesserealmisterodelvuoto.com/2016/12/06/no-ombra-no-party/
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