Non fuggire la sofferenza. Amala. Ed essa ti libera.
Dinanzi una cultura, una società e un modus vivendi che ci propinano continuamente l’alienazione da noi stessi attraverso televisione, riviste, cellulari, tablets, cinema, film, video, libri e svaghi tossici, siamo chiamati a destarci e generare in noi quella spinta libera e consapevole di voler “accorgerci” chi siamo, dove siamo, perché siamo qui e dove stiamo andando.
Vecchi interrogativi forse, ma di quelli che non tramonteranno mai. Non possono tramontare perché sono il motore dell’autocoscienza, ovvero la spinta evolutiva psichica che ci conduce a manifestarci per quello che siamo, portando a compimento i nostri talenti individuali e unici. La società degli stereotipi, dove tutti hanno desideri simili, anelano le stesse grandi cose e fanno lavori alienanti e ripetitivi, ha il compito di abbassare il volume di quella bella voce interiore che grida Libertà e Autoriconoscimento.
La sofferenza personale e l’insofferenza animica sono stati dell’essere del tutto normali. E’ un buon segno di sanità mentale non sentirsi adeguati in una società malata. Lo diceva anche Krishnamurti. Lo stile di vita dell’occidentale medio produce come effetto naturale il “mal di vivere”, un esteso senso di mal essere e incapacità di accettare la propria incarnazione. Si arriva poi a pensare a come potrebbe essere il suicidio, una vita senza di noi, oppure si grida guardando il cielo e le stelle: “Voglio tornare a casa! Venitemi a prendere!”.
E’ normale ragazzi, è normale. Sono segni di buona salute.
L’agio e il disagio che proviamo nel fare o non fare le cose sono segnali di vita di un’Anima che parla da dentro. Imparare ad ascoltarsi è la regola d’oro per chi vuole conoscersi e realizzarsi. Il Cuore sa dove va, e lo sa sempre, anche quando la mente è in preda alla paura, grida talmente forte da soppiantare i sussurri del Cuore. Il cambiamento fa paura alla mente, mentre per il Cuore è una passeggiata. Per questo si insiste tanto, nei percorsi di crescita personale e spirituale, ad insegnare all’allievo come si fa a ricreare il divino ordine in sé: ovvero, la mente al servizio del Cuore.
Nei momenti più bui, dove sentiamo più forte il peso della sofferenza, del dubbio, della paura e della solitudine, non dobbiamo re-agire come ci hanno sempre insegnato gli adulti e i dottori: non dobbiamo “fuggire”. Siamo stati addestrati alla fuga della sofferenza, e siamo diventati esperti nei modi di scappare e non voler sentire ciò che dal profondo emerge per partorire una nuova consapevolezza. Questo atteggiamento, che per noi è deleterio, invece per la società dei consumi è un grande dono.
Più fuggi dall’insofferenza e più hai bisogno delle multinazionali e “prodotti” che quotidianamente creano. Nella misura in cui non ascolti la voce dell’anima, hai sempre più bisogno di un farmaco e un medicinale che ti permetta di smettere di “sentire” quello che non vuoi affrontare. La macchina sociale detesta le persone coraggiose che portano in mano la fiaccola della Verità.
Allora il consiglio che voglio darti, nell’attesa che anche tu cominci a vivere questa vita cibandoti molto più di Emozioni Superiori quotidiane, di Gioia e di Fiducia e connessione con la Vita e con il Sole (e stai tranquillo che questo momento arriverà), è di non aver paura della sofferenza. Che tu stia soffrendo per gelosia, per amarezza, per delusione, per rancore, per rabbia, per solitudine, per lutto, per invidia, per bassa autostima, o perché non lo sai… Non fuggire. Non tentare di scappare da questo. Stai qui.
Il primo passo è l’accettazione. Accetta tale condizione. Accettalo come si accetta un regalo. Non valutarlo in base al suo contenuto, è comunque un regalo. E’ una Luce che ancora non si vede ed è intrappolata nel Buio. Ma se lo scacci questo buio, o non lo vuoi ascoltare, allora ti perdi anche la Luce. Pertanto parti da una tenera accettazione. Amati così come sei. Con tutte le tue imperfezioni. Vai bene.
Sei sofferente e non sei felice perché stai andando da Ade, stai entrando nel suo regno di morte. E’ un regno meraviglioso, non temerlo. Conoscerai la sua sposa. La sua consorte Persefone. Anch’essa è regina negli inferi. Grazie ad Ade conoscerai Persefone. E se saprai seguirla essa ti condurrà mano nella mano, come una guida. Nel momento del dolore, amati di più, accettati di più, stai con te stesso. Persefone ti condurrà e scoprirai che è grazie a Lei che ci sarà una Nuova Primavera. Grazie a Lei tutto rinascerà sulla terra.
Per partorire questa nascita (nuova consapevolezza su di te) è necessario che sperimenti la perdita e lo smarrimento. E’ un gioco. C’è Luce in fondo al tunnel, impara a percorrerlo con coraggio. La Fiducia ti verrà naturalmente perché sai e sei sicuro che quella Luce c’è, quella Luce esiste. All’inizio non la vedi ed è normale. Solo continuando a camminare nel Buio la si può intravedere.
Non fuggire la sofferenza. Amala. Ed essa ti libera.
Andrea Zurlini
Nella sezione “seminari” trovi i miei prossimi incontri, seminari e conferenze. Ti aspetto
FONTE: http://www.andreazurlini.it/blog29.html
Dipinto di Amanda Cass
Com’è bello quest’articolo, un po’ di brividi e la sensazione che qualcuno mi stia abbracciando. Testimone di questo processo, ora accadono nuove cose. Grazie Andrea! Bravo. Ti abbraccio
Molto bello e condivido. Ho però bisogno di un piccolo aiuto: come fare quando la sofferenza non è personale ma nasce dalla tristezza e dall’angoscia di assistere al dolore di altri esseri? Violenza, maltrattamenti, soprusi di ogni genere su creature indifese…. Va bene pensare che fa tutto parte di un disegno più grande che – almeno per ora – non siamo in grado di vedere, ma quale atteggiamento mentale può aiutarci a “lasciare andare” anche questa sofferenza indiretta?
Ti sarò grata se vorrai rispondermi.
Buon cammino!
Semplicemente grazie!