Avremo la Luna Nuova nella notte tra il 4 e 5 maggio 2019 alle ore 0.47 italiane nel segno del Toro a 14.10°.
“Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo?”
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Ho iniziato con questo bellissimo estratto di un Tolstoj appena trentenne dal suo libro “La felicità domestica” (1859), perché anche se siamo in un periodo storico totalmente diverso, in cui l’intimità, la calma, le lentezza del tempo e del rito, vengono superate e considerate antiche e obsolete dalla rapidità comunicativa e tecnologica del mondo in corsa, queste parole possono essere chiavi importanti per questo Novilunio in Toro.
Natura – Corpo – Nutrimento – Anima – sono le parole da mettere nelle nostre intenzioni per questo ciclo lunare, nella notte più buia di raccoglimento e introspezione di Luna Nuova o Luna Nera, scegliendo di andare contro tendenza e farci un attimo sordi – con il famoso paraocchi taurino che non vede oltre il suo territorio – al mondo esterno e ai suoi luccicanti richiami. Paraocchi che limita la visione e diviene ombra integrata, necessaria, utile al progetto del Toro, che deve consolidare ciò che ha (valore per lui) – senza cercare fuori di lui – rendendolo permanente nel tempo.
Il clima metereologico ha smarrito i suoi cicli, siamo in un’Era di passaggio che ha pochi punti fermi, il tempo dell’uomo moderno sta smarrendo le sue fondamenta, le antiche tradizioni contadine si disperdono e mutano, aprendo le porte verso una libertà mai potuta intravedere in passato. La varietà di stimoli e sollecitazioni esterne è immensa e stupefacente, e soprattutto simultanea. Avremo davvero bisogno di paraocchi per tornare a concentrarci e fermarci, anziché inseguire “colori rossi”, infiammati di desiderio; pulsione Taurina per eccellenza. Da qui risulta chiaro che soffermarsi su ciò che si ha, senza voler ogni volta di più, e spaziare oltre sia con la mente che con un aereo, sia molto difficile, perché i confini si sono spostati, modificati, sfaldati, ed è vero che in qualche modo ci stiamo avvicinando a essere cittadini del mondo. La parola confine è qualcosa su cui voglio riflettere con voi: il nostro primo confine è quello corporeo, per poi giungere al confine – Casa – Nazione – Territorio – che è quello che sta mutando sempre più il suo significato e noi con esso.
La brama dell’Avere è un lato ombra non solo del Toro, ma dell’umanità, il consumismo si è basato su questo principio per espandersi a macchia d’olio in Occidente e le energie femminili offertoci da questa Luna Nuova, sono quelle dell’imparare fermarsi a guardare ciò che si ha, prima di cercare di riempire altrove ciò che ci manca.
Il segno del Toro è legato alla simbologia della terra intesa come stabilità e base su cui poggiamo i piedi e corpo fisico che ci fa muovere nella materia – mondo. Simbolo anche della stanzialità, delle lenta e perseverante costruzione nel tempo per consolidare – i fiori sbocciati nel risveglio della primavera lasciano il posto alla durata nel tempo delle foglie – in questi 7 anni con la permanenza di Urano in Toro, saremo costretti (non solo i nativi del segno), volenti o nolenti, ad aprirci a nuove modalità di far fruttare le risorse personali in un ottica più condivisa, non perdendo il contatto con le nostre radici e tradizioni, ma trasformando quelle non più valide in un mondo in divenire e con grande spinte in direzione di una nuova società multi culturale e multi religiosa. Siamo tutti chiamati ad attuare questo cambio di prospettiva in vista di un patrimonio comune quale è il nostro pianeta Terra, ma quanto è sottile il confine tra la chiusura estrema dentro il nostro recinto di sicurezze, a fuga continua in territori che non sono nostri quasi a depredarli? Confine tra noi e gli altri, confine di con – tatto o separazione, paura di essere invasi, violati o desiderio estremo di fusione, assorbimento dell’altro.
Vicinanza e separazione, sono la faccia della medesima medaglia portata ai due paradossi, in cui il senso del vuoto e del pieno si accavallano, acquisizione e perdita. Il senso di non avere a sufficienza ci spinge a cercare fuori di noi continuamente per prendere qualcosa che ci riempa e ci sostenga. L’estremo opposto del chiuderci troppo in cose già conosciute e consolidate, chiudendoci al nuovo che avanza e al mondo che muta, rafforza la paura di essere defraudati di ciò che abbiamo costruito in termini di sicurezza. Questo tema delicato, che tocca anche il tema dell’intimità con l’altro e del cosa condivido – cosa prendo – o cosa mi viene tolto – verrà esplorato in maniera decisa e profonda in questo ciclo lunare che ci porterà al Plenilunio nello Scorpione – contraltare del Toro – il 18 maggio 2019.
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Nel tema di Novilunio delle notte del 4/5 maggio, avremo Sole e Luna congiunti in Toro in Casa IV – il settore delle radici e dell’intimità – l’Ascendente di Novilunio è Capricorno in cui si trovano Saturno e Plutone entrati da pochissimo entrambi in moto retrogrado. Venere, pianeta governatore del Toro, si trova in Ariete in aspetto di quadratura a Saturno e Plutone e Trigono a Giove in Sagittario. Aspetti che si formeranno esatti pochissimi giorni dopo nella Luna Crescente.
Sole e Luna nel Toro andranno a perfezionare un Trigono con Plutone e Saturno nel Capricorno – esatto tra il 10 e il 14 maggio 2019 – e potremo dar vita in queso seme di Luna Nuova a progetti concreti a lungo termine e consolidare la fiducia nell’abbondanza. Rivalutare le ricchezze e la bellezza intorno a noi, non in luoghi lontani o progetti futuri e impossibili, ma nel tempo dell’Adesso: come sta adesso il nostro corpo? E’ stanco? Di cosa ha bisogno per sentirsi di nuovo bene? Cosa ha bisogno per sentirsi bello e in armonia? Dove è contratto rigido respingente, se manifesta questa chiusura, o dove morbido desideroso e accogliente?
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Ci hanno insegnato che inseguire la bellezza è sintomo di vanità e edonismo, ma la bellezza di un fiore o una farfalla ci riempiono il cuore di meraviglia, perché manifestano l’essenza stessa della natura e del Divino, e allora perché non guardarci con lo stesso amore? Perché non desiderare di essere più belli? Sarà possibile farlo in maniera diversa da come pensiamo: non è farlo cercando oggetti belli, o vestiti belli che saremo più belli – o almeno non solo – ma provando a valorizzare in modo naturale e più autentico la nostra bellezza. Dormendo bene, mangiando bene, trovando insomma, quei ritmi più placidi e vivificanti, legati al ritmo della saggia natura, che la simbologia Toro cerca di farci integrare.
La semplicità è una delle parole chiavi del segno, e non confondiamo semplicità con pochezza e nemmeno con qualcosa di puerile: semplicità è ciò che non ha bisogno di ostentazione, immagine esteriore e parole – parole che spesso il Toro porta allo scarno e riduce al silenzio. L’essenzialità del Toro non ha bisogno di nessun orpello perché è – anzi, perché ha già tutto – solo che dovrà acquisirne sicurezza, perché per la maggior parte della vita – almeno la prima metà – il nativo del segno, (o chi ha molti pianeti in Toro), penserà di non avere a sufficienza, o peggio di non essere lui stesso sufficiente. Avrà paura di bastarsi.
Partiamo da ciò che ci circonda e ciò che abbiamo; il corpo, la pelle, nutriamola e accarezziamola, prendiamocene cura con tenerezza. Confine – corpo che per i giovanissimi è quasi scordato negli incontri, relazioni, che divengono per la maggior parte virtuali e il corpo non c’è più. C’è qualcun altro sullo schermo al posto nostro, non siamo mai completamente presenti. Lo schermo ci separa, protegge e isola, un avatar, un identità virtuale, le parole scritte su whatsapp e le spunte blu sono le risposte di ascolto del mondo fuori dalla porta. Non dico di non cavalcare l’onda tecnologica, ma usciamo anche allo scoperto, guardiamoci negli occhi, accarezziamoci le mani, regaliamoci dei fiori. E poi osserviamo la nostra casa, dopo il corpo primo confine che contiene la nostra Anima, la casa ci contiene e separa il dentro dal fuori, ci fa sentire al sicuro e le celebri “pulizia di primavera”, hanno un loro significato energetico molto potente. Permettiamo all’energia di circolare aprendo cassetti, stanze della memoria, buttando via e lasciando andare ciò che ora non si adatta più alla nostra personalità attuale.
LA CASA CI PROTEGGE O CI IMPRIGIONA? IL CORPO CI ELEVA O CI RENDE BRUTI? USIAMO LA MATERIA PER CONSOLIDARE CIÒ IN CUI CREDIAMO? OSSERVIAMO LA MAPPA DELLA NOSTRA PELLE E CIÒ CHE HA DA RACCONTARE DI NOI.
Soffermiamoci senza scappare nel chiasso del mondo fuori che ci chiama a gran voce, l’estate arriverà rapida e non ci sarà più tempo di sostare “dentro”: occupiamoci di entrare nel nostro tempio – cuore – anima – farlo divenire limpido e integro. Non nascondiamo segreti e ombre sotto il tappeto, in questo modo emergeranno moltiplicate più avanti.
Ragioniamo su ciò che ci fa sentire ancorati – se è qualcosa che ci limita o che ci dona sicurezza – se siamo abituati ad avere molte idee e progetti e non portarli mai a termine, ora è il momento di provare a consolidare e dare valore anche alla realtà pragmatica – su quello che è il “materiale” a nostra disposizione. Spesso pensiamo di non avere risorse a sufficienza per fare ciò che più desideriamo – ci sentiamo mancanti di competenze, qualità, materia prima a cui attingere, soldi per poter fare questo o quello, e così rimandiamo, o peggio, cadiamo in quel sentimento ombra che è l’invidia e il risentimento. Accorgiamoci da dove giunge questo sentimento di mancanza e andiamo a lenirlo con amore.
Il segno del Toro ha un compito evolutivo che troppo spesso viene confuso con progetto solo materiale e poco incline alla spiritualità. Lati come possessività, avidità, lentezza nelle decisioni, ottusaggine, sono i lati negativi più delle volte descritti in modo estremo dai segni opposti al Toro (e viceversa). Con ciò non voglio dire che all’interno del simbolo del Toro non si annidino questi estremi, ma quello che ora dovremo capire è perché. Che cos’è esattamente la fissità così tanto imputata a questo segno? Per arrivare allo spirito e alla leggerezza, non è necessario prima imparare a sentire bene la realtà che ci circonda? Trascendere la realtà non vuole dire fuggirla, ma appunto trascenderla, quindi attraversarla nella sua interezza: annuasarla, tastarla, assaggiarla, assaporarla. Questo a volte è stato scordato in cammini ascetici troppo estremi, o in una religiosità (e non spiritualità) legata alla mortificazione della carne e del piacere.
NON SIAMO VENUTI QUI NELLA MATERIA PER RINUNCIARE AD ESSA, MA PER IMPARARE A NON ESSERNE SCHIAVI. ED È QUESTO IL VERO COMPITO CHE IL SIMBOLO TORO DOVRÀ INSEGNARCI E IMPARARE LUI STESSO, AMMAESTRANDO I SUOI APPETITI E SENTENDO CHE È PIÙ SAZIO DI QUELLO CHE CREDE.
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Urano nel Toro posizionato proprio sul Fondo Cielo nel Tema di Novilunio, è qui a mostrarci il cambiamento suggerito a noi come singoli, e all’umanità intera, per quanto riguarda la gestione delle risorse. Nel piccolo siamo noi ogni giorno a lottare con le nostre sicurezze di base, le economie, il corpo fisico che ci imbriglia, ma anche con ciò che pensiamo di non possedere, perché nell’ombra più antica del Toro, c’è quella sensazione interiore fortissima, di non avere a sufficienza e di non aver avuto abbastanza. Il trasferimento di mancanza di beni materiali – bulimia oggettuale o shopping compulsivo – è in verità una traslazione del valore affettivo – Io non ho – equivale a livello inconscio a – Io non ho avuto abbastanza amore.
Questa è l’antica ferita da rimarginare: se io sento di non aver ricevuto abbastanza, quello sarà il mio luogo emotivo e relazionale dove io mi sentirò mancante, senza valore e senza risorse personali a cui attingere. Sarà il luogo-ferito e fragile dove ogni volta – anche inconsapevolmente – non aprirò la via verso l’abbondanza perché non darò, o darò troppo aspettandomi di ricevere ciò che non ho avuto. Grazie alla consapevolezza dovrò andare a ridimensionare quella zona antica per trovare il mio tesoro nascosto, il mio valore d’esistere prima di tutto e dall’Io non ho – dovrò imparare a sentire – Io ho.
Io ho un corpo.
Io ho valore in quanto essere vivente.
Io ho risorse dentro di me che aspettano solo di venire alla luce.
Io ho già e non sono mancante – l’altro non ha più di me e soprattutto non mi deve nulla.
Venere in Ariete in quadratura a Plutone e Saturno in Capricorno nel Tema d Luna Nuova, sono proprio l’attrito necessario che ci obbliga a fermarci e cercare l’equilibrio tra istinto e ponderazione, tempo e urgenza, intuito e pragmaticità, che uniti insieme hanno l’obbiettivo di portarci a sentire di essere dotati di valore e di imparare a darcelo per primi con rispetto, coltivando il tempo più lento della materia. Aprendo le nostre mani al gesto del dare, provando a non temere di essere sopraffatti e invasi, e nemmeno così fragili dall’essere sempre imboccati. Prepariamoci al Plenilunio nello Scorpione ad attraversare una fase di ritrovata vita e di ricalibratura di tutte le nostre priorità. Senza paura di divenire per un attimo più riservati, noiosi e banali, (agli occhi degli altri), ma placidamente felici dentro il nostro antico tempo ritrovato.
Buon Novilunio a tutti voi,
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