Ci sono legami così profondi e duraturi da sfidare le coordinate spazio temporali in cui ci muoviamo abitualmente, per raggiungere una dimensione rarefatta e impalpabile della coscienza, un territorio in cui l’amore è l’unico codice in grado di dare forma alla realtà.
Esiste uno spazio incorporeo, mosso da leggi diverse da quelle cui siamo abituati nella fisicità, un luogo colmo di verità e di emozione e privo di maschere: è lì che tutti noi sperimentiamo e condividiamo i sentimenti più profondi.
Spesso senza saperlo.
Ci sono anime che prendono su di sé il compito di ricordarci l’esistenza di questa realtà, fatta di coinvolgimento, fiducia e abbandono.
Creature che scelgono di portare un messaggio profondo nella nostra esistenza materiale, malata di cinismo e indifferenza.
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Esseri venuti a ricordarci che siamo qui per canalizzare l’amore e far risuonare le sue frequenze più elevate.
Sono persone speciali, capaci di creare un ponte tra l’impalpabilità delle emozioni e il nostro mondo pieno di difficoltà, in modo che l’indomabile energia dei sentimenti possa infondere la sua miracolosa vitalità dappertutto.
Queste persone, a volte, affrontano prove difficili perché, proprio nelle difficoltà, emergono la saggezza e la forza emotiva.
Sembra che sappiano già quali compiti il destino ha in serbo per loro e accolgono la vita con una maestria che lascia sconcertati e ammirati insieme.
La morte imprevista e prematura può essere una di quelle esperienze.
In questi casi, il dolore, che accompagna chi resta, diventa un limite che impedisce all’amore di scorrere libero tra le dimensioni.
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La mancanza fisica spinge a ricercare chi non c’è più, oltre la materialità, nel mondo inafferrabile dei sentimenti.
Il desiderio di incontrarsi costringe a sfidare il limite che impedisce all’amore la sua naturale continuità, e libera la creatività necessaria a vincere quelle barriere mentali che ci intrappolano dentro schemi di pensiero precostituiti e pesanti.
Occorre fare un salto quantico per incontrare chi non ha più corpo e vive, senza spazio né tempo, nei luoghi dell’amore.
Ma, oltre le dimensioni materiali, il cuore conosce realtà che i sensi fisici non possono raggiungere e sviluppa percezioni diverse, adatte a ritrovarsi fuori dallo spazio, dal tempo e dal corpo.
Ci sono legami così profondi da superare anche la prova più difficile: quella della morte.
Sono unioni capaci di costruire una continuità tra dimensioni diverse, per dare forma a un’intesa che vibra contemporaneamente: nel tempo e nell’eternità.
Esistono persone speciali in grado di affrontare il dolore fino a ritrovarsi in un’immortalità fatta dei gesti di sempre e della coscienza infinita che li attraversa.
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Persone nascoste nella quotidianità e brillanti di luce interiore, venute a insegnarci che l’amore è l’unica energia che muove il mondo e dà forma alla vita.
L’unica legge che non chiede rispetto perché esiste in una dimensione fatta di riconoscimento e autenticità.
L’amore è un’energia che afferma la reciprocità in ogni istante e trasforma il dolore in saggezza, comprensione e verità, modellando l’unione in un eterno SEMPRE condiviso.
STORIE D’AMORE SENZA CONFINI
Non se lo erano mai dette, però lo sapevano tutt’e due.
Madre e figlia sapevano che il loro incontro sulla terra sarebbe stato breve.
C’era sempre una punta di paura nel cuore, unita alla certezza che niente avrebbe potuto separarle davvero.
Così, a dispetto dei consigli dei parenti, degli amici e degli psicologi, avevano trascorso troppo tempo insieme.
Tutto il tempo a disposizione.
E in quel tempo si erano preparate al distacco e al compito che, entrambe, avevano scelto: ritrovarsi oltre le dimensioni.
Poi il giorno terribile arrivò, inesorabile e naturale come le cose della vita.
La madre morì.
La diagnosi: carcinoma epatico.
Ma la figlia sapeva che era arrivato il momento.
Non passò molto tempo che la mamma si presentò nei sogni e poi in tante percezioni quotidiane.
La ragazza ne riconosceva la presenza in quella sensazione di familiarità che, di colpo, permeava ogni cosa.
Cominciarono a dialogare.
Mentalmente.
Una domanda fatta di pensiero, cui seguiva immediata la risposta!
Così veloce che diventò necessario scrivere e dare forma a un sapere che altrimenti scivolava come acqua tra le dita.
Le spiegava com’era fatto il mondo immateriale in cui adesso si riconosceva.
Era il compito che insieme avevano scelto: creare un ponte tra le dimensioni per raccontarsi la vita.
E scoprire che niente può fermare l’amore.
Nemmeno la morte.
* * *
Sapevano entrambi che il tempo per loro sarebbe stato poco, perciò si sposarono in fretta, prima che la morte arrivasse a separarli.
Lui voleva lasciarle la casa.
Lei voleva sentirsi sua, per sempre.
I parenti non erano d’accordo ma loro due erano già una cosa sola e diventare marito e moglie era soltanto una tappa lungo un percorso condiviso.
Il passo successivo: comunicare ancora.
Lui individuò il medium e, quando lei l’interpellò, quello acconsentì a far loro da tramite.
Arrivarono tante lettere.
La scrittura dava forma all’amore.
Lui voleva proteggerla sempre.
Lei voleva sentirlo vicino.
Poi scoprirono insieme uno spazio interiore.
Le parole a quel punto non servivano più.
La presenza si fece costante.
Adesso lui è un testimone devoto nella sua vita, pronto ad accoglierla con la sua energia tutte le volte che lei si sente sola.
Il loro è un matrimonio profondo, fatto di un’intima e costante quotidianità.
Hanno imparato a vivere insieme a dispetto della fisicità.
* * *
Quando le dissero dell’incidente, Federica non ci poteva credere: il suo unico meraviglioso figlio morto per colpa della distrazione di un cretino!
Pensò che sarebbe stato meglio morire con lui!
Giurò che lo avrebbe ritrovato!
A tutti i costi.
Voleva riabbracciarlo, sentire le sue risate e le sue canzoni.
Poi quel messaggio nella segreteria:
“Mamma sono io, sto bene, sono qui!”
La voce chiara di lui le sembra quasi uno scherzo.
Ma Federica riconosce suo figlio.
Allora è vivo!
Da quel momento prese a parlargli.
E sentiva che lui le rispondeva.
Con pazienza e col tempo imparò a capirlo: doveva lasciar perdere gli stimoli del corpo, dimenticare il dolore e permettere che le raccontasse dov’era.
La gioia di averlo ritrovato colmava la fatica che faceva a spostarsi in quella dimensione rarefatta dove adesso era lui.
Comprese che suo figlio era un maestro venuto a rivelarle i segreti della vita e il miracolo della morte.
Difficile da raccontare.
Spiegare che un velo invisibile impedisce le comunicazioni e che basta spostarlo per ritrovare chi credevamo di aver perso per sempre.
Federica dice che il mondo per lei ha cambiato prospettiva.
Molti non la capiscono, tanti la ammirano.
Lei serba nel cuore il suo segreto.
Un figlio è un amore per sempre e bisogna capirlo, qualsiasi sia il percorso che sceglie di intraprendere.
Carla Sale Musio
Fonte: http://carlasalemusio.blog.tiscali.it/2015/09/11/amarsi-oltre-il-tempo/
Conosco il dolore del mondo… mi ha insegnato il linguaggio del cuore, trasportandomi oltre i confini conosciuti, lasciandomi intravedere e “sentire” orizzonti senza confini di mondi infiniti! Credo fermamente nella continuità… l’amore non conosce ostacoli, scavalca le montagne, attraversa il fuoco, cammina sulle acque e vola alto per raggiungere dimensioni che soltanto il cuore conosce!
Luana