di Andrea Panatta
PARLA CON LA TUA VOCE
Dopo mille anni passati a studiare libri e ad ascoltare conferenze di ‘altri’ (uno dei travestimenti che hai usato per ricordarti ciò che avevi dimenticato) avrai acquisito un linguaggio di ‘altri’, categorie di ‘altri’ e classificazioni che ‘altri’ hanno dato ai fenomeni energetici-psichici-spirituali. E cercherai di far succedere le cose che gli altri hanno raccontato e messo nella tua testa, senza averne esperienza poiché la tua esperienza delle cose-spirituali degli ‘altri’ potrebbe essere totalmente differente.
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A un certo punto dovrai buttare a mare tutti i libri, le conferenze, le categorie mentali e le migliaia di parole che hanno cercato di descriverti una esperienza di qualcun altro e concentrarti sulla tua. E non potrai mai farlo se non cancelli dalla tua testa tutte quelle definizioni, quelle storie che altri hanno immagazzinato là dentro. Gli altri hanno le loro idee e se sono stati fortunati o hanno lavorato bene, hanno avuto la loro ‘esperienza’. Ma non potranno che indirizzarti sempre verso le loro idee, la loro descrizione di uno stato, al massimo potranno darti dei consigli su come ci sono arrivati (se sono onesti). Poi il resto dovrai farlo tu. Ci vuole coraggio a rendere la propria intera vita un ideale di crescita. La pratica a quel punto non sarà solo un’ora o due al giorno, la pratica sarà 24 ore al giorno. 24 ore al giorno nelle quali ti ricorderai che niente di quello che pensi è reale, e che puoi rilasciarlo, sacrificandolo. Se ogni gesto, ogni parola e ogni decisione sono messe a servizio dell’essere e della crescita non avrai molto da attendere prima che qualche ‘esperienza’ si faccia strada nella tua realtà 3d. Ma è più semplice a dirsi che a farsi. In cento milioni di modi sottili e suadenti l’ego tenderà a farti scordare chi sei e quali sono i tuoi propositi, qual è il tuo ideale.
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Oh, so benissimo che molti di quelli che leggono questo blog o seguono le conferenze credono che io esageri quando racconto le storie su come un misterioso fantasma psichico chiamato Ego possa sabotare la più nobile delle intenzioni e trasformarla in un incubo. So che molti di loro sono là fuori, pronti a giurare di avere sotto controllo la situazione… non è così? Ero anche io come loro fino a poco tempo fa. Certo quando hai raggiunto uno ‘stato’ di apparente calma, e di apparente potere e ti sei appoggiato su quel livello a riposare (come alcuni di voi mi testimoniano di aver fatto attraverso le pratiche) puoi momentaneamente credere di essere ‘arrivato’ da qualche parte e di aver conquistato la pace. Ma non è quasi mai così, ed ecco perchè poi bisogna intensificare gli sforzi, o trovare modi nuovi di mettere alla prova la centratura e la propria capacità di essere pace con tutto ciò che c’è anche se sembra impossibile (e a volte lo è davvero). Spesso non si tratta nemmeno di arrivare ad esserlo quanto ad avere la sincera disposizione ad esserlo…. Lester invitava a fare uno sforzo, per andare oltre lo sforzo ed arrivare ad uno stato senza sforzo, il che, per me è un perenne work in progress dove davvero non c’è modo di fermarsi o di pensare di essere arrivati da qualche parte. Quello che accade è che la realtà inizia a scivolare verso altre linee di vita, nel fare questo lavoro. Singole porzioni di dolore rilasciate permettono alla realtà di sistemarsi e ad altre sorprese più o meno belle di uscire fuori dal subconscio. E’ un lavoro di scavo archeologico che porta a galla gli scheletri e l’immondizia nascosta in anni e anni. Ma ti devi mettere alla prova. Devi provare ad osservarti mentre esisti senza le definizioni degli altri, dei tuoi libri, dei tuoi guru, senza il supporto delle credenze, senza agganciarti a niente, senza l’approvazione e il conforto. Devi provare a essere davvero solo 24 ore su 24 per poter accedere a sezioni del tuo bagaglio che sono ermeticamente chiuse e messe in un angolo perchè socialmente inaccettabili. Devi sacrificare tutto quello che credi sulla realtà e attendere che qualcos’altro faccia la sua comparsa senza andarlo a cercare fuori e senza che qualcun altro tenti di mettercelo dentro. Così si produrrà la tua esperienza, di prima mano, e finalmente parlerai con la tua voce. Così forse la smetterai di citare i tuoi libri e guru preferiti e ti esprimerai con le parole che sorgono dal tuo sè superiore, e smetterai di fidarti di qualsiasi cosa ti raccontino perchè avrai la tua conoscenza, le tue esperienze dirette.
Andrea Panatta
FONTE: http://maghierranti.blogspot.it/
….eh, il sincronismo non smette mai di sorprendermi. Riflettevo, o meglio, presagivo dentro questi stessi concetti così bene espressi in queste parole. E poi proprio oggi parlavo di “scheletri”….Cosa dire? É perfetto.
Sacrosanta verità…ho vissuto e vivo questa realtà!
Arrivare ad ascoltare la propria “voce”… è vero che richiede un lavoro a tempo pieno… ora et labora… ho sempre pensato sin dall’adolescenza, naturalmente scandalizzando visto la mia non più tenera età… che, essendo noi il “tempio di Dio”, anche se miseri mortali, ospitiamo la divinità… siamo scintille divine… allora perchè non contattare direttamente la propria scintilla e ascoltare la sua voce che è la nostra personale voce? In ciascuno di noi c’è una parte del Tutto e a quella infinitesima parte dobbiamo ascolto per ritrovarci. Il lavoro è stato lungo ma alla fine il contatto con la mia monade ha confermato quello che per tanti anni mi avevano negato e nascosto. Il silenzio ha parlato con la mia voce!
Grazie Andrea per lo scritto e grazie a Maria Rosaria per averlo divulgato.
Un abbraccio con il cuore
Grazie di cuore i tuoi messaggi mi arrivano sempre puntuali nei momenti di bisogno, nei momenti in cui ho bisogno di chiarezza. Non a caso diciamo che siamo tutti uniti, che siamo una sola cosa. Per me questo è una conferma. Grazie di Cuore.
per camminare nel Sole…. bisogna costruire i corpi solari,solo in questa maniera si puo parlare di ESSERE!
Sostituirli a quelli lunari che ogni essere erroneamente chiamato uomo ha dalla nascita. intendo eterico astrale mentale ,