Quando piangi perché vieni abbandonato, lasciato, non considerato, non accettato, offeso, accusato, giudicato, picchiato. Quando piangi perché non hai soldi per mangiare, per pagare le bollette. Quando piangi perché nonostante hai tutto quello che credevi potesse renderti felice ma allo stato dei fatti stai male, senti un profondo disagio che sale dalla pancia alla gola fino a farti urlare che odi la tua vita, le persone e il mondo intero.

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Quando piangi perché ti senti schiacciato dal sistema e dai suoi meccanismi. Quando piangi perché le situazioni non fanno altro che ripetersi come un incubo che ti perseguita. Quando piangi e te la prendi con chiunque si trovi a tiro, Dio compreso, nonostante hai smesso di crederci.Quando piangi puoi rendere quel momento così sacro da chiedere a quella “forza” che ti accompagna da intere vite, di guidarti davvero e portarti ad una comprensione reale di quanto ti sta accadendo. Ma questo richiede coraggio perché di lì in poi tutte le illusioni su cui hai fondato la tua vita cominceranno a crollare come un castello di carte al vento. È come quando dopo aver pianto ti rialzi e inizi a combattere davvero.Qualcuno mi disse che se fossimo nati soli saremmo stati felici e questo mi fece comprendere che noi esseri umani soffriamo nell’interagire proprio con gli altri. Sono i rapporti umani ciò che fa crescere dentro un individuo. Entriamo spesso in conflitto con chi ci circonda, la nostra famiglia, il partner, il collega di lavoro, il politico e così via. Gli altri, gli altri, cosa penseranno di me gli altri? Ci sentiamo costretti, a volte quasi obbligati a mantenere in piedi l’immagine che gli altri hanno di noi, nutrendo le loro aspettative e le loro idee mentali su di noi. Questo crea dipendenza e ci porta ad essere ciò che non siamo, facendoci rimanere all’interno di un sacco, spesso ben stretto e annodato, fino al punto di sentirci soffocare. Vogliamo ancora continuare così? Quando davvero vuoi scendere così dentro te stesso da scoprire chi sei davvero? Tu quanto ti lasci distrarre dal mondo, dalle emozioni, dalle illusioni? Gli altri ti stanno specchiando quanto ancora non prendi a cuore ciò che sei e ciò che fai.
Ma se ciò che fai è dettato da un desiderio, da un’emozione, dalla mente e dai suoi capricci, rischi ancora di continuare a prenderti in giro. Tutte le menti preferiscono lasciarsi corrompere dall’abitudine, da ciò che rientra nel territorio del conosciuto, dalle situazioni apparentemente prive di difficoltà, ghiotte di sbalzi emotivi. Se non trasmetti il tuo prendere a cuore la tua guarigione, attirerai specchi che tu chiamerai drammi.Voglio questo, voglio quello, questo mi piace, questo mi fa schifo. Quante volte hai detto non è la mia vita? Forse non era la strada destinata a te. Ma anche quando ti sei ritrovato dinanzi alla tua reale strada e hai fatto il primo passo, hai continuato a dire che non era la tua, hai imprecato urlando al cielo “chi me lo fa fare”. Già chi te lo fa fare? Nessuno, è la vita che ti mette di fronte alle tue responsabilità. Sei libero di scegliere se rinunciare ai tuoi piagnistei lasciandoti guidare da una forza che ne sa certamente più di te o rimanere in un limbo di illusoria sicurezza.

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Un giorno da qualche parte, in qualche posto inevitabilmente ti incontrerai con te stesso e questa, solo questa, può essere la più felice o la più amara delle tue giornate.
– Pablo Neruda –

 Pablo Neruda ci ha visto bene perché possono essere entrambe le cose, amara per la mente, felice per l’essere.La sofferenza psichica è quasi sempre dovuta agli attaccamenti che la personalità ha nei confronti di tutto ciò che è fuori di sé.

Preoccuparsi vuol dire divenire accessibile, accessibile senza volerlo. Una volta che ti preoccupi ti afferri a tutto per disperazione, e una volta che ti afferri sei destinato a perdere tutto ciò a cui ti sei attaccato.” -Don Juan Matus-


Condividiamo su Facebook le nostre vittorie, lamentele e ipotesi di libertà e buonismo come padroni del web, ma nella realtà di tutti i giorni tendiamo, in un modo o nell’altro, a proteggere e delimitare il nostro territorio, tutto ciò a cui siamo maniacalmente attaccati, evitando che venga invaso, sporcato o deturpato. La “zona di comfort” fa molto comodo alla mente ma non ci permette di valicare il confine che ci conduce ad una porta, quella che si affaccia sulla Verità, quella che ci dà il benvenuto a “casa Libertà”.
Ma per giungere ad essa occorre certamente la comprensione della mente, ma non senza l’apertura del cuore. Il giudizio ostacola l’apertura del cuore. Ogni cosa su cui il tuo giudizio si posa diventa una chiusura alla reale comprensione degli eventi. I desideri ingannano spesso la reale comprensione della realtà, soprattutto quando crediamo di creare chi attrarre nella nostra vita.
Non esiste l’anima gemella, il compagno/a perfetto, il genitore ideale, l’amico ideale e così via. Esiste quella persona che giunge nella tua vita per farti incazzare, essere triste, felice, per farti avere sbalzi d’umore, per farti dire che la vita non è cosi come avevi creduto, che la famiglia del mulino bianco era solo un’illusione. Esiste quell’anima che giunge nella tua vita per tirar fuori dal tuo mondo interiore tutti quegli schemi che ti sei sempre rifiutato di vedere fino a quel momento. Benedici quella persona e smettila di idealizzare le persone, gli eventi e le situazioni. Ogni cosa che arriva serve a farti vedere parti di te così nascoste che solo in quelle occasioni possono venire a galla ed essere affrontante

“C’è chi viaggia sempre in continua ricerca di qualcosa e non lo trova mai perché desidera un appagamento momentaneo, fatto di emozioni che non possono durare perché sono indotte esternamente. Molti cercano fuori di sé qualcosa che può essere trovato solo dentro. Pensano di ottenere e vivere la libertà girando da un posto all’altro, da un partner all’altro, da una città all’altra, ma stanno solo cercando nel posto sbagliato perché ovunque andranno, si ritroveranno a fare i conti con il proprio mondo interiore. Ciò che non comprendono è che stanno cercando se stessi identificandosi in qualsiasi cosa sia fuori di loro. Ciò che è fuori può essere preso e lasciato in base ai capricci della mente. Se a lei piace, allora lo tiene e quando si stanca, un po’ come i bambini con i giocattoli, lo butta via e va alla ricerca di qualche altro passatempo”
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L’adulto che ha paura è semplicemente un bambino ferito che ha fatto del mondo il suo nemico, rinunciando alla responsabilità della propria vita. Vede solo colpevoli mentre lui è l’unica vittima, o al contrario assume il ruolo di capro espiatorio, e quella paura fa sì che il suo cuore si chiuda così tanto da evitare il contatto con un autentico perdono. Si arrabbia con tutti urlando il suo dolore sotto mentite spoglie, oppure si racchiude nel suo mondo e si autopunisce accollandosi tutte le colpe. Un adulto che gioca a fare l’adulto non sa che quel bambino gli sta solo chiedendo di ascoltarlo per mostrargli la ferita da dove tutto ha avuto origine.
Non accontentarti della felicità. Aspira alla verità.
Il vero dramma è che molto spesso le persone non vogliono affatto sapere ciò che le riguarda davvero, altrimenti smetterebbero di vivere nelle loro illusioni. Purtroppo questo mondo ti ha dato l’obiettivo da raggiungere, la montagna da scalare, la maschera da indossare, la pancia da riempire, il portafogli da mostrare, l’emozione da consumare come un droga, qualcuno da amare e odiare, un dio da bestemmiare e un altro da lodare, una faccia da truccare, un istinto animale da sfruttare. Ma lo ha fatto solo per distrarti! Quello che in realtà cerchi è così vicino da sembrarti lontano ed irraggiungibile. Ciò che lo rende impossibile da raggiungere è il tuo attaccamento all’illusione. Idealizziamo tutto e tutti e questo limita la visione oggettiva, blocca il tuo sintonizzarti sulla frequenza delle tue parti spirituali (Anima e Spirito).
Idealizzare qualcosa non fa altro che illudersi di porre la verità nel luogo dove in realtà essa viene distorta e fraintesa, ossia nella propria mente. Idealizzare rende ciechi. Ti porta a prendere ciò che piace alla mente e a scartare ciò che non le piace. A godere di ciò che crede le dia piacere, e a soffrire di ciò che ritiene le porti dolore. Ad accettare l’immagine di ciò che desidera e a gettare via l’idea di quello che detesta.

Vale anche per quando si tende ad immaginare con la fantasia una soluzione definitiva ai propri malesseri interiori. Idealizzare l’uscita dal buio come qualcosa di bello o luminoso ostacola una reale visione di quello che accade. Occorre fidarsi e comprendere che quello che accade a volte è la risposta alle proprie domande sotto una chiave metaforica. Ma siamo cocciuti e continuiamo a crearci aspettative.
Le aspettative su gli altri, su se stessi, sull’amore, su Dio, sui progetti, sull’idea di felicità, su qualsiasi situazione a cui si è attaccata una fantasia idealizzata, verranno prima o poi deluse dalla realtà è dell’oggettività della vita stessa. E tu te la prenderai con chiunque non abbia rispettato proprio tali aspettative imprecando che la vita ce la con te. Quando dici “i sogni si realizzano sempre” non ti rendi conto che ti stai riferendo ai tuoi desideri. Dato che i desideri della mente sono perlopiù la conseguenza delle tue mancanze da bambino, andrai incontro a delle delusioni, proprio perché quell’aspettativa verrà abbattuta da una realtà tanto lontana dalla fantasia.
Cosa posso dirti? Sembra un percorso ad ostacoli, ma sono soltanto dei salti da fare e quei salti ti portano alla reale libertà.Hai fatto tutta questa strada, non mollare proprio adesso e ricordati che quando stai insegnando a tuo figlio, stai insegnando al figlio di tuo figlio.

Claudio Guarini

Fonte : http://www.claudioguarini.it/2016/09/perche-continui-soffrire.html

 

 


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