Avremo il Plenilunio in Vergine a 0.42° nel pomeriggio del 19 febbraio 2019 alle ore 16.53 italiane.
Plenilunio che giunge dalla Luna Nuova del 4 febbraio e ci porta direttamente alla tematica dominante del mese di febbraio e marzo: il non semplice dialogo tra mente e cuore. Mercurio, governatore della Vergine, sarà in congiunzione a Nettuno nel segno dei Pesci e rimarrà in anello di sosta nel segno fino al 18 aprile (Mercurio sarà retrogrado dal 5 al 28 marzo).
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Mercurio e Nettuno in Pesci nel Tema di Plenilunio, sono in sestile a Saturno, Venere e Plutone in Capricorno e in quadratura a Giove in Sagittario. Un Mercurio ampiamente sollecitato, e a cosa soprattutto veniamo chiamati grazie a questa configurazione? All’affidarci alla maestria del sentire e meno a quella della pura ragione. Un invito a collegarci con le nostre priorità interiori e il nostro intuito e porre attenzione a sentire dove ci mentiamo e se ci nascondiamo delle verità, conseguenza del quale, siamo fraintesi anche dagli altri. Le verità di cui parlo, sono quando non riusciamo ad affrontare con onestà i nostri stati emozionali, ma li copriamo raccontandoci o che va tutto bene.. o a volte al contrario che va tutto male, rimanendo imbrigliati in entrambi i casi in una menzogna che necessita di trovare senso più profondo.
Mercurio nei Pesci è detto in esilio e in caduta, e anche se queste parole non sembrano suggerire qualcosa di positivo, in verità, rendono molto bene l’idea: Mercurio – facoltà di discriminare, intelliggere e comunicare – che non può attingere ai suoi normali processi di pensiero logico, ma dovrà attuare un processo dilatazione, andare per così dire in esilio da ciò che è abituato a nominare e conoscere tramite la mente, per trovare nuove modalità di espressione. Come facciamo a capire e comunicare (Mercurio) ciò che sentiamo (Nettuno) senza autoingannarci con la mente? Ci serve una grande accoglienza, la nostra stanza delle cose conosciute dovrà dilatare ed espandere le sue pareti: potrebbero servire altri linguaggi, come quelli dell’arte, dell’immagine, o della musica, per esprimere cose che le parole comprimono.
La confusione che potremo avvertire in questo periodo, è la ricalibratura delle nostre modalità di apprendimento e comprensione. Non abbiate paura, l’insegnamento del vento e delle stagioni impazzite di questo febbraio è di lasciarci fluire senza opporre resistenza al giudizio mentale e al cercare di catalogare forme che ancora non conosciamo: siamo in pieno mutamento.
Questo Plenilunio in Vergine prosegue e aumenta il ritmo musicale (clima Nettuniano), aperto con il Novilunio in Acquario del 4 febbraio, da Grave, Lento, Adagio di un gennaio che pareva eterno e immobile, passiamo ad Allegretto, Vivace e Presto di un febbraio che sembra aver perso per strada gli ultimi giorni d’inverno. La percezione di un’accelerazione del tempo (il corpo non sta dietro al tempo intuitivo che è senza tempo lineare), è evidente, non solo nel mutamento climatico immediato che c’è stato subito dopo il Novilunio (in Italia), che ha portato aria frizzante, tersa, vento e pressione che si è alzata di colpo, ma nella nostra attitudine verso il tempo in cui siamo immersi nel quotidiano. Sentiamo stridere in maniera più o meno consapevole, la frattura tra il qui e ora delle nostre giornate, e il richiamo verso l’assoluto, e la perfezione, la bellezza cui l’anima aspira.
L’Asse astrologica di questo Plenilunio rappresentata dai segni Mutevoli Vergine – Pesci, ci pone in contatto con la questione del tempo consequenziale, spazio, limite concreto e corporeo in cui siamo immersi ogni giorno, in contrapposizione al richiamo dell’eterno, immutabile, trascendente a cui ognuno di noi, almeno una volta, ha cercato di dare forma. Anche se non pensiamo di avere niente a che fare con la spiritualità e ci sentiamo le persone più concrete di questa terra, nell’arco della nostra vita, abbiamo contattato, almeno una volta l’esperienza del sublime, “una bellezza grandiosa che sgomenta” come descrive Kant.
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Come possiamo a dare forma a qualcosa di intangibile come i sentimenti che proviamo nei momenti estatici della nostra vita? Esistono. Mai come ora ne sentiamo la necessità perché la polarità Vergine (quotidiano, forma concreta, corpo) e Pesci (infinito, eterno, sublime) sono in dialettica oppositiva tra di loro, per permetterci di integrare le due esperienze nella nostra vita di esseri mortali – e quindi finiti – dell’infinito che ci rende esseri divini su questa terra. Immaginiamo per esempio di dover descrivere a un alieno che scende sulla terra ciò che sentiamo quando vediamo la bellezza che ci commuove (manifestazione dell’infinito qui nella materia). Quando ci riflettiamo nello sguardo della persona che amiamo, quando vediamo certi colori e odori della natura, le luci che cambiano sfumatura a un tramonto, l’emozione del primo sorriso di un neonato, di un profumo che ci riporta a un ricordo perduto….. sarebbe molto difficile usare il solo linguaggio razionale della parola, ed è per questo che l’arte e il simbolo, sono le forme che più ci permettono di avvicinarci all’infinito che non riusciamo a raccontare.
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Il dialogo tra Nettuno e Mercurio nella loro congiunzione nei Pesci, non ha necessariamente il compito di renderci tutti improvvisamente degli artisti, ma può aiutarci nel contattare la parte di noi stessi che si sente costretta in una forma che non riesce a raccontare o a esprimere, a sciogliere tutti quei malintesi che sorgono quando non ci sentiamo capiti – empatia e comprensione emotiva sono del regno Pescino – e provare a trovare un linguaggio differente che non sia per forza quello ordinario. La fantasia, quel regno meraviglioso di cui da bambini avevamo il pieno accesso, ora può tornare a essere un nostro diritto espressivo, se ci permettiamo di non castrarci e giudicarci per questo.
Vediamo dunque più da vicino i due segni sollecitati nella loro opposizione datoci dalla Luna Piena – Vergine e Pesci, e dal connubio di Mercurio, governatore della Vergine, che si fonde nel segno dei Pesci in congiunzione a Nettuno.
Vergine, segno di Terra, corpo e natura: immersione in un tempo concreto fatto di azioni quotidiane che ci consentono di vivere nella materia. Adattamento saggio e consapevole al ritmo ciclico della natura integrando e facendo funzionare in modo organico il tempo dei nostri bisogni personali, desideri aspirazioni e il tempo ciclico del mondo. Notte, giorno, veglia, sonno, sazietà, digiuno, se estremizziamo alcuni di questi stati, perdiamo equilibrio e salute. Il ritmo ciclico della natura è anche il nostro bioritmo e si esprime attraverso la nostra salute psico – fisica, e il segno femminile e ricettivo della Vergine, ha bisogno di calibrare e ascoltare ciò in cui è immersa per trarne nutrimento.
Una stagione che termina ma ancora non è la successiva (fine estate quando il Sole è in Vergine e fine inverno quando c’è il Plenilunio in Vergine) e ci insegna l’arte della mobilità, dell’attraversare il mutamento come trasformazione incessante e la saggezza corporea nel “surfare” tra le sponde di un prima e un dopo, che devono trovare un equilibrio intermedio nella zona di passaggio, rimandando mobili.
Sesto segno dello Zodiaco, si trova a metà del cammino tra i dodici spicchi, è chiamato a non essere rigido nel controllo mentale nel tentativo di organizzare la realtà chiudendola in schemi fissi (Mercurio e Saturno governatori), ma imparare a saper accogliere l’imprevisto, la trasformazione, l’inconsueto e la libertà, offertagli dall’altra sponda Pesci.
Il segno della Vergine, così spesso mal compreso da descrizioni riduttive e semplicistiche, ha il compito delicatissimo e meraviglioso di arrivare alla comprensione del funzionamento ottimale di tutte le parti che compongono un’Unità, senza smarrirsi nell’ingranaggio ma tenendo sempre l’occhio verso la “casa madre”. Immaginate un Mandala visto dall’alto, con i suoi colori meravigliosi e l’equilibrio delle forme che manifesta, ora pensate alla costruzione delle sue forme, alle piccole polveri di sabbia colorata che lo compongono e pensate di guardarle da molto vicino, perdendo di vista la visione dall’alto. Ogni forma sembrerà imperfetta presa singolarmente, anche se in ogni micro, è già racchiuso il macro che vediamo nell’insieme e ogni forma funzionerà in relazione a tutte le altre.
Questo è il grande mistero racchiuso nella Vergine, che spesso perde quella visione dall’alto – Pesci – temendo di perdersi in luoghi emozionali troppo ampi da non poter essere controllati e regolati.
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“Malattia e salute sono concetti al singolare in quanto si riferiscono a uno stato dell’uomo e non, come oggi si usa dire, a organi o parti del corpo. Il corpo non è mai malato o sano, perché in lui si esprimono semplicemente le informazioni della coscienza”.(1)
Questo Plenilunio in Vergine di febbraio ci indica la strada da percorrere, in una stagione di passaggio e mutevolezza, in cui ci sembra di smarrire i punti fissi, perché ci è richiesto uno spostamento di visione – Mercurio e Nettuno nei Pesci in quadratura con Giove in Sagittario, ci obbligano a contattare spazi non ordinari, uscire dall’esigenza della nostra mente razionale di capire, ma collegarci a un’altra modalità di comprensione. Chiediamoci queste semplici domande:
Come funziona ora le nostra mente in queste sollecitazioni “ventose”?
La mente corre più veloce del corpo che è stanco? Ha fretta di essere di andare dove non ha costruito ponti solidi e basi da percorrere?
Dormiamo la notte?
Alimentiamo con il combustibile di cui necessitiamo il nostro Corpo – Anima? O siamo invece in riserva e dovremo rallentare e darci modo di ristorarci?
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Ciò che ristora non è “nel fare”ma nel dare significato al nostro “fare”, ed qui che ci viene in aiuto il segno dei Pesci in cui troviamo Mercurio e Nettuno e Sole, legato al mondo emozionale, associato al tempo interiore, quello non scandito da qualcosa al di fuori di noi come il ciclo delle stagioni e del corpo che matura e invecchia, ma da quel tempo soggettivo interno che batte tutto un altro tempo e ritmo. Ci sentiamo come a quindici anni quando ci innamoriamo oppure ci sentiamo come a ottant’anni quando portiamo sulle spalle il peso della sofferenza. Un tempo che non è più quello ordinario, ma è un tempo di Anima, infinito. Ogni uomo sa che la sua vita avrà un termine e inconsciamente e a volte consapevolmente anela verso il richiamo dell’eternità, cercandola nell’amore, nell’arte e nelle creazioni della sua vita che possano lasciare un segno tangibile del suo passaggio.
In questo Plenilunio in cielo si crea un’alchimia quasi magica, anche se energeticamente molto intensa, occasione per noi per integrare i due mondi cui apparteniamo – mondo umano e mondo divino. Siamo esseri duali e per contattare una delle due parti, spesso sentiamo tirare, avvertiamo conflitto e lacerazione, inquietudine e stanchezza. Sta a noi osservarci, concederci un riposo dal ritmo esterno che corre più velocemente del nostro tempo interno, e comprendere se nella nostra vita siamo troppo sbilanciati “nell’oltre”, nell’astratto, nel sogno e nella fantasia che non ci permette di costruire poi nella realtà, o se siamo troppo ingabbiati dal quotidiano, dai doveri, dalle materia che non ci lascia libertà.
Questo Plenilunio in Vergine è per tutti noi un momento per poter rilasciare, soprattutto nei giorni successivi di luna calante, tutta quella stanchezza e fatica a cui ci siamo per molto tempo sottoposti, e prenderci cura di noi stessi.
Buona Luna a tutti voi,
Anna Elisa Albanese
Fonte : https://www.sentieroastrologico.it/plenilunio-in-vergine-19-febbraio-2019-il-ponte-verso-linfinito
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note (1) Malattia e Destino di Thorwald Dethlefsen
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