Sei bello.
Sei strana.
Sei simpatica.
Sei divertente.
Ma sei pure noiosa.
Sei troppo buona.
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Sei poco determinato.
Hai pochi valori.
Sei egoista.
Sei permaloso.
Sei altruista.
O bianco o nero.
Sinistra o destra.
In alto o in basso.
Due opzioni.
Due sistemi.
Un bivio che ti porta da una parte o dall’altra.
Approccio binario.
Duale.
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Come se una verità escludesse l’altra.
Eppure io non sono nulla di tutto ciò, anche se a volte do l’impressione di esserlo.
Non mi piace definirmi, non mi piace che io ti definisca.
Le etichettature sono comode, semplicistiche, non leghiamoci alle definizioni.
Standardizzano.
Uniformano.
Sclerotizzano.
Mi piace l’idea di guardarmi allo specchio di tanto in tanto e di ripetermi di poter essere tutto quello che voglio essere quando lo voglio.
Un giorno mi sorrido,
un altro sono scazzata/o da morire,
un altro mi faccio la linguaccia
o mi sussurro ti amo perché mi rendo conto di quanto sia importante esserci per me stessa/o, tenermi d’occhio come una madre fa con la sua creatura.
Ma ci sono giorni dove neppure mi piace guardarmi allo specchio, piuttosto preferisco sentirmi parlare, ascoltarmi cantare sotto la doccia o urlare in mezzo alla natura.
Gli altri sono disposti a non definirmi? A non associarmi a concetti, a non inserirmi entro confezioni contenenti personalità circoscritte, stereotipi fissi, persone fatte di un certo modo.
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Quel modo e basta.
Perché oramai è così che si fa…
Non si mette in discussione niente in nome di un alternativa, in nome di un’opzione differente,
in nome di un sistema che invece di duale potrebbe essere triplice, quadruplo, quintuplo…
Un sistema libero.
Aperto.
Flessibile.
Mandiamo al diavolo le definizioni, spesso simili a rigidi aggettivi privi di autentica bellezza.
Mi guardo intorno e vedo un mondo ancorato alle definizioni, ai significati, come se trovarne fosse la risposta ad ogni mistero.
Ad ogni perplessità.
Avvicinatevi al tentativo di definire, ma non abbiate la presunzione di esserci arrivati in modo definitivo. Tentate di descrivervi ma non rimaneteci attaccati a quelle descrizioni: siete esseri in cammino, agenti della vostra vita, promotori di vita. Quando qualche circostanza tenta di farlo, quando la gente ci prova, lasciateglielo fare. Ma abbiate coscienza che voi siete oltre quella definizione, siete tanto altro.
Siete esseri in divenire.
È che credo proprio che solo ciò che è in disarmonia chiede di definirsi. L’equilibrio non si appella a definizioni, è e basta. L’equilibrio è movimento, la definizione è figlia dell’immobilismo.
Veronica Paladini
Fonte : https://ilmiosentire.wordpress.com/2019/02/11/quando-non-ti-definisci/
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