Ciao! Sono sparito per un po’ per vivere profondamente le energie che in questo mese di Settembre si sono mosse con una profondità ed esattezza disarmante nel toccare vulnerabilità e ferite collegate all’Io infantile e alla tematica relazionale.La settimana scorsa è iniziato un nuovo ciclo di 9 settimane sotto l’egidia del numero 37, silenzio e divertimento, svago e centratura sono state le messaggere di un cambiamento che ci ha chiesto di aprirci con fede, con fiducia, all’esistenza e alle persone più prossime.
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Abbiamo passato una settimana di chiusura e riapertura in cui comprendere quali sono i tasselli fondamentali su cui basiamo la nostra esistenza e quali sono le fondamenta da cui ripartire per ristrutturare e rinnovare la casa dell’Anima. In questi giorni la carta de “Il Giudizio” ci mostra come sarti sul corpo dell’esistenza: definiamo, misuriamo, ritagliamo ciò che le calza perfettamente e buttiamo via, allontaniamo tutti quegli “scarti” che sono eccessivi e/o troppo stretti per vestire questo nostro cammino di materia e spirito, gioia e dolore, rinascita e trasformazione. In post passati vi ho parlato della direttiva 13 di questo anno, la direttiva è una Regina che consegna al 2018 gli strumenti attraverso cui gli sarà possibile risuonare al massimo per esprimere le qualità che questo anno ha in sé come potenzialità; è come se la direttiva fosse una maestra che tira fuori da un alunno il suo meglio, e nel caso dei mesi passati e prossimi ci possiamo chiedere in che modo, con quale numero questa direttiva dia espressione alla nostra potenzialità. Vi rispondo…
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Il 13 è un numero d’espansione del proprio raggio d’azione attraverso piccole e grandi morti quotidiane, l’immagine è quella di un sole che irradia ogni cosa facendo sciogliere e implodere tutto quello che al suo tocco si rivela fasullo o arrivato. E in particolare nell’inizio di questa settimana 38 riscopriamo la bellezza della sovranità nella leggerezza di un artista, andiamo incontro all’elaborazione di tutto ciò che riguarda il relazionale, le diverse polarità, l’infanzia, i ricordi emozionali, e così il sentire, i sogni, la conoscenza a volte limitata e ferita attraverso cui filtriamo la realtà… ci viene richiesto un lavoro sulla nostra storia a partire da ciò che osserviamo nella nostra quotidianità, se il punto in cui siamo e le giornate che viviamo non ci soddisfano torniamo indietro, ricalcoliamo il percorso e con una spinta euforica spacchiamo le strutture che sentiamo ormai superate, se invece sentiamo e vediamo che ciò che agiamo nella vita ci soddisfa pienamente… bene! Espandiamoci nella potenza dell’11 ( numero di questa settimana, insieme al 38 e al 2 ), liberiamo il nostro Sole andando a toccare la vita di persone che pensavamo non avremmo mai potuto conoscere e che invece sono lì a bere con noi un drink fresco di piacevolezza, gioia e consapevolezza.
La settimana che culminerà in una bellissima domenica d’autunno ci chiederà di vivere con leggerezza e spensieratezza il dolore se saremo chiamati ora ad affrontarlo, ma anche le profondità, le ombre… ci chiederà di vivere con delicatezza, armonia, condivisione tutto quello che non è chiaro. Mi viene in mente un collega di lavoro che nota un qualcosa di particolare in un altro suo collega, magari uno sbaglio in un compito, una disonestà e che invece di accusarlo lo accoglie prendendo parte al suo dolore e al suo errore. Allo stesso modo mettiamoci dalla parte di chi sbaglia, strano? Molto non so neanche io comprendere a fondo queste frequenze, c’è qualcosa di vicino all’esser fratelli qualcosa che afferma: “L’amore non esclude, include” e in questo senso di unione e comprensione camminiamo nel percorso del 38, un Maestro leggero ma severo, giocoso ma imperante nell’offrirsi alla vita con sacralità, umorismo e profondità.
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Nella Sapienza di Nadav Crivelli conosciamo il 38 come il numero dell’innocenza, un bambino tra le braccia della madre che si lascia accogliere e coccolare, e lo osserviamo crescere e maturare in ciò che accade e cade nelle stagioni della vita, lo vediamo fluire nel pianto di gioia e di dolore e proprio nell’espressione: “Ed egli pianse” ci sentiamo richiamare. Da quanto non piangete? Da quanto non vi permettete di fluire in tutto quello che è il mondo emozionale? Entriamo nel tremore, nella verità del cuore, nella paura e camminiamo lungo la linea superficiale che ci chiederà un salto esistenziale. Molte le prove e le scelte, molte le persone che stanno cambiando cammino, si apre la realtà dell’8 tra chi avanza e chi sceglie di aspettare ancora un po’ per spiccare un volo a cui tutti siamo chiamati ma a cui non tutti vogliono dare valore. Nell’ordinarietà riscopriamo il senso delle nostre esperienze e proprio nell’ordinarietà portiamo il senso della spiritualità che altro non è che la liberazione del Sole e della Luna in un equilibrio d’amore, saggezza, e regalità. Se siamo incatenati nella nostra vita materica come possiamo cantare alla nostra vita spirituale? Noi siamo Anima ma la materia qui è il suo specchio… viviamo le profondità dello Spirito e così espandiamo la nostra luce.
Con Amore,
Joele Sahel Schiavone, per consultazioni individuali: sahel.joele@gmail.com
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