Se la risposta è sì, allora forse sei tra le molte persone che si abbuffano, mangiando direttamente dal barattolo della Nutella con un cucchiaio, specialmente nei momenti emotivamente ardui. Forse il desiderio si innesca, non tanto per il sapore, che senz’altro è delizioso, ma per il suo valore antidepressivo che agisce da catalizzatore per dell’attività celebrale molto specifica che sostituisce i nostri bisogni d’affetto.

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Infatti, la cioccolata è un facilitatore della produzione naturale di endorfina che agisce sul cervello in modo simile all’effetto della morfina, stimola le sensazioni di piacere riducendo e attenuando il dolore. Inoltre contiene una quantità di feniletilamina (Pea) che fa parte delle sostanze cosiddette simil-lisergiche (simili all’LSD) prodotto naturalmente dal cervello specialmente quando interagiamo nelle relazioni, stimolando sia una sensazione di piacere associato al desiderio fisico, sia un senso di piacere nel ricevere il nutrimento emozionale.

A causa della sua associazione con la serotonina, che agisce sul cervello come un’inibitore che tranquillizza, un dosaggio di ‘piacere’ è accessibile tramite il consumo diretto della cioccolata, soprattutto durante un momento di solitudine o difficoltà emotiva, un buon consumo di cioccolata regala momenti prolungati di sublime piacere con una durata maggiore nei confronti di altre sostanze, come per esempio la marijuana, che procura forti sensazioni di benessere ma che viene metabolizzata molto velocemente e con la sua scomparsa, anche le sensazioni di benessere finiscono.

Tutto ciò è molto interessante, ma come si fa ad uscire dall’impulso di correre in cucina per tuffarsi nel barattolo di Nutella ogni volta che sentiamo il bisogno di coccole e nutrimento affettivo?

*Una risposta può essere trovata nel mondo emozionale, in corrispondenza del plesso sacrale, ossia il seconda chakra Svadhisthana che significa “dolcezza”. Associato con l’elemento acqua (emozioni) questa dimensione riguarda le ovaie o gonadi femminili che producono gli ovociti e gli ormoni sessuali femminili, estrogeni e progesterone, mentre i testicoli sono le gonadi maschili che hanno la funzione spermatogenica ed endocrina impegnati nella produzione di spermatozoi e testosterone.

Dall’uno al due, dalla solidità alla liquidità, dalla sopravvivenza alla generazione della vita, il mondo emozionale è strettamente connesso con la nostra capacità di fondere nelle relazioni, esprimere i sentimenti e nutrirsi emozionalmente, perciò il secondo centro energetico è, per eccellenza, il fulcro del sentire e piacere, due qualità stimolati appunto, dal consumo della cioccolata soprattutto quando le emozioni sono in squilibrio.

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Nella sua oscillazione tra luce e ombra, questa dimensione si risveglia il mondo delle fantasie inconsce legate al piacere e il senso di colpa; reprimere questa energia la rende fonte di angoscia e di ansia, invece che di benessere emotivo. Un cattivo funzionamento del secondo chakra scatenerebbe conflitti nella sfera sessuale, perché è il centro da cui nasce l’identità con la propria sensualità e gli impulsi più profondi legati alla creatività in funzione della riproduzione della specie, perciò per alcune donne, l’aumento di ormoni in circolazione durante le mestruazioni, può aumentare il bisogno di mangiare la cioccolata.

L’elemento di questo chakra è l’acqua, simbolo della purificazione che elimina ogni impurità e come l’acqua, per rimanere bilanciato, cerca il rinnovamento e la rigenerazione con il moto continuo. Con l’avvicinarsi della pubertà la produzione di ormoni sessuali aumenta notevolmente, ed è proprio qui che si verifica la prima importante iniziazione; il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Se compiuto in modo improprio, può creare disagi legati alla difficoltà di accettare la responsabilità della propria identità sessuale e la capacità di auto-nutrirsi. Quando non si riconosce il nuovo ruolo di adulto emotivamente autosufficiente, nei momenti di stress emotivo si tende a comportarsi come un bambino/a co-dipendente bisognosi dell’affetto è nell’impulso di trovare la “dolcezza” della vita si tuffa nel piacere di mangiare un’eccessiva quantità di cioccolata!

Il secondo corpo sottile: il respiro tra il piacere e l’avversione. Le esperienze del secondo corpo sottile rientrano in due categorie:

piacere/simpatia = respiro pieno, avversione/antipatia = respiro vuoto

Come per gli altri corpi sottili, il movimento fra le polarità è paragonabile al respiro polmonare. Il sentire piacere, il fondersi nelle relazioni, nutrono il secondo corpo, nella fase dell’inspirazione, dove questo corpo ha la capacità di assorbire sensazioni piacevoli allo stesso modo in cui la spugna assorbe l’acqua. Tuttavia arriva sempre il momento in cui la spugna è satura, incapace di assorbire altro; raggiunto il punto di inspirazione abbiamo bisogno di espirare (riposo, ritiro, tempo per sé) e di staccarci dalle influenze assorbite.

Purtroppo nel mondo dei sentimenti, è proprio lì che le cose si complicano.

Dire no a te per dire sì a me

I nostri ideali e credenze sull’amore, ci richiedono di mantenere il respiro a senso unico: nutrire l’altro, fondendosi (altruismo) per poi sentirsi feriti, offesi, sbagliati, cattivi o pessimi amici/genitori, se scegliamo il respiro inverso nell’espirazione (egoismo). Con il respiro polmonare, non è ammissibile rimanere con i polmoni pieni, possiamo provare, ma poi si innesca il meccanismo di sopravvivenza: si respira involontariamente per salvarsi la vita. Anche nel respiro del secondo corpo sottile accade una cosa simile: per assecondare la sua necessità di respirare, il sistema energetico ci obbligherà a farlo comunque, ma in maniera totalmente inconsapevole, magari scatenando una lite (anche per una cosa banale), o addirittura un’esplosione totalmente sproporzionata e furiosa, nel tentativo di permettere al secondo corpo sottile di espirare, e a noi di allontanarci dalla situazione passando per la cucina e il barattolo di Nutella!

Nonostante il dolore e lo scompiglio creato, incoscientemente, il sistema energetico farà un grande sospiro di sollievo. Non è difficile capire perché ci ritroviamo impegolati spesso in situazioni e drammi emozionali sconvolgenti: è un mezzo inconsapevole per portare il sistema energetico del secondo corpo in uno stato di espirazione (respiro vuoto), perché ci porta a vivere non più nella “fusione”, ma nel raccoglimento in noi stessi. Questo non significa nutrirsi con la cioccolata, ma con quello di cui abbiamo bisogno veramente: rispetto, riposo, cura, pazienza, spazio, considerazione, per nominarne solo alcuni; è se non sappiamo quale siano i veri bisogni? Basta ascoltare quali sono le nostre richieste/pretese emozionali nella coppia.

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          Il respiro corretto del secondo corpo sottile:

  • Respiro pieno: Nutrire il sistema emozionale attraverso il fondersi nelle relazioni. Ci si nutre in modo equilibrato e vicendevolmente con gli amici, la famiglia, la coppia. Io nutro te, tu nutri me.
  • Respiro vuoto: Quando il sistema ha assorbito il nutrimento come una spugna, per evitare un eccesso, è necessario dire “no” al fondersi nelle relazioni per dire “sì” a se stessi.
  • Gentilmente diciamo “no” agli altri per dire “sì” a noi stessi, così prendiamo tempo per le nostre necessità e bisogni, trovando un mezzo per procurarci nutrimento e prenderci cura, un gesto che non include riempire il vuoto con strategie come: guardare TV, shopping o mangiare cioccolato!

          Alcuni problemi che ostacolano un respiro corretto sono:

  • Il secondo corpo sottile è strettamente legato al nutrimento materno e quindi non essere in grado di soddisfare da solo le proprie necessità e i propri bisogni (pretesa infantile).
  • Dire “no” agli altri crea un forte senso di colpa.
  • Nelle relazioni, fondersi e nutrirsi in modo equilibrato e vicendevolmente è raro: si tende a cadere o nel ruolo di chi “salva”, dirige o fa “la mamma”, oppure in quello del bambino bisognoso dell’attenzione materna, che pretende nutrimento senza restituirlo.
  • Il buonismo e l’idea della “brava persona” impediscono di mettere i propri bisogni davanti a quelli di un altro, se poi ci sono di mezzo i bambini…

Emozione: sconvolgimento

La parola “emozione” viene dal latino emovere e significa “mettere in moto”, “portare fuori”. Se ci pensiamo bene, è vero: usare un banale litigio o arrabbiarsi per una cosa da poco, solo per potere espirare metafisicamente nel secondo corpo sottile, è proprio un “portare fuori” a dir poco sconvolgente! Quando accade, uscire dall’illusione è davvero un’impresa titanica e chi ci osserva, potrebbe chiederci giustamente: “Ma quanti anni hai?”

Così come cresce il corpo fisico, anche il secondo corpo sottile ha bisogno di maturare (intelligenza emozionale), ma a causa dei dolori subiti nell’infanzia, raramente esso supera i dieci anni, anche quando fisicamente si è adulti. La ragione di ciò sta nel fatto che ci è stato impedito di sviluppare l’intelligenza emotiva nel secondo corpo sottile con il ritmo naturale del suo respiro.

Non tutte le persone vivono le emozioni come farebbe una primadonna, in modo fortissimo, anzi a volte succede il contrario: non si riesce a provare emozioni perché sono bloccate, si perde contatto con la capacità di sentire a causa di schemi energetici congelati nel secondo corpo. Questi modelli energetici, sotto forma di pensieri, credenze e vissuti, racchiudono sentimenti congelati fin dall’infanzia, e, potremmo paragonarli a mini-capsule del tempo, in cui sono conservati momenti dolorosi, quando il bambino ha deciso che essere vulnerabile gli causava troppa sofferenza e ha bloccato il naturale sentire, elaborando una strategia di autodifesa.

I dolori accumulati sono energie stagnanti che occupano sia il corpo fisico sia quello sottile e, a causa della nostra incapacità d’espressione, rischiamo di vivere in una specie di limbo emozionale dove non esiste né piacere né avversione, se non tramite le varie strategie, come per esempio mangiare la chioccolata. Soltanto quando le distorsioni del secondo corpo sottile cominciano a risanarsi, è possibile muoversi in un ritmo di respiro normale che rafforza le relazioni con un senso di reale intimità, armonia e soddisfazione.

Relazioni co-dipendenti: l’adulto bambino

Ulteriori alterazioni nel secondo chakra riguardano i rapporti di co-dipendenza. In questo tipo di relazione, solitamente ci sono due ruoli: il dipendente e l’anti-dipendente. La persona dipendente è chi cerca di mantenere la polarità positiva del respiro “pieno”, aspira alla fusione con l’altro. Spesso è bisognoso dell’altro, mentre la persona anti-dipendente è quella che cerca di rimanere nella polarità negativa del respiro “vuoto” e perciò è distante e sfuggente nei confronti del partner bisognoso di nutrimento affettivo (nasce poi l’impulso di mangiare la cioccolato). Il fatto interessante delle relazioni co-dipendenti è che, come magneti, i due opposti si attraggono. In questo rapporto disfunzionale, l’energia si trova un equilibrio disfunzionale-funzionale finché uno dei due individui coinvolti non decide di cambiare atteggiamento, correggendo il respiro del secondo corpo sottile.

Diventare grandi

Per vivere un rapporto funzionale (con noi stessi e con la cioccolata) il respiro del secondo corpo sottile ha bisogno di essere portato in equilibrio, come accade per il corpo fisico: nessuno può respirare per noi. Senza un respiro ritmico e naturale nel secondo corpo sottile, si innescano comportamenti emozionali piuttosto complicati e limitanti. Nella fase del respiro “pieno”, dell’inspirazione, le persone possono diventare veri e propri “vampiri”, poiché la paura di essere abbandonate a sé stesse innesca il pensiero che non è possibile sopravvivere da soli e che, quindi, si ha bisogno della presenza di un’altra persona. Questa paura può scatenare una vasta gamma di reazioni, che vanno dal sacrificio ai ricatti emotivi. Nella polarità del respiro”vuoto”, l’espirazione, la persona potrebbe negare di avere bisogno di tempo per la fusione emotiva, e mossa da sensi di colpa, oppure crearsi una vita lavorativa talmente impegnativa da non essere presente nelle relazioni. In altre parole, ognuno complicherà a modo proprio la sua vita sentimentale se non è consapevole ed equilibrato. Esiste però una scelta. Individuare quale dei due respiri prevalgono nelle nostre relazioni significa aprirsi a un’introspezione che ci porterà, consapevolmente, a usare anche la modalità di respiro meno utilizzata.*

In quanto adulti non abbiamo più bisogno dell’approvazione dei genitori, ora possiamo scegliere, è un nostro diritto. Tuttavia sarà un diritto che accoglieremo solo quando porteremo la consapevolezza nel respiro emozionale del secondo corpo sottile per maturare emotivamente il bambino/a interiore che deve crescere e rendersi conto che è in grado di auto-nutrire i propri bisogni emotivi da solo, cosi il rapporto con la Nutella può diventare un gesto piacevole contenibile, piuttosto che un fabbisogno carico di sensi di colpa.

*Testo del libro “ Radicarsi nel Corpo – La via verso un campo energetico equilibrato” Edizioni del cigno

Caroline Mary Moore

Fonte :  http://www.dalleclissedellesserealmisterodelvuoto.com/2017/03/11/diventi-un-consumatore-incallito-cioccolata-emotivamente-pressione/



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