Entriamo oggi nella prima settimana del 2019, si siamo ancora nel 2018 ma anche già oltre… questo mese a cui stiamo per aprire le porte sarà un mese di transizione, quasi fosse nei suoi gesti e nei suoi 31 giorni un’ora di passaggio nella quale ancora per un momento ci viene chiesto di digerire e rivedere ciò che questo importantissimo anno ci ha lasciato sul manto e ancora più giù in profondità nel cuore.

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La direttiva dell’anno che verrà è 14 un numero che ha bisogno della mente per accorgersi di quanto la mente sia essa stessa un limite, una finzione che cade nelle braccia della vita. In questo anno i semi pianti, i semi piantati nel 2017 e nel 2018 andranno incontro ad una fioritura nella quale la mano destra del maschile e la mano sinistra del femminile mostreranno un richiamo di integrazione, prima di tutto interiore. I veli dell’esistenza si mostreranno a tratti per quello che sono chiedendoci silenzio e pazienza per poterne comprendere gli insegnamenti sottili. Vedremo sempre di più le parti mostruose di noi vive nella materia, portateci in dono dall’altro per essere riconosciute come parti di noi stessi e così integrate, questo avverra soprattutto quando le stesse parti rappresenteranno qualcosa che razionalmente percepiamo come nettamente opposto a noi ma che in realtà non lo è… essendo solo più nascoste, dentro di noi. Il 14 è la maschera di pace quando dentro ribolle la rabbia, il caos, la confusione come Nettuno e Marte ci suggeriscono… è il bisogno di tempo per poter comprendere e bilanciare le diverse emozioni che ci abitano così come le scelte che potrebbero mettere in discussione le strutture a cui siamo ancorati, e con esse la nostra stessa identità; siamo abituati ad essere percepiti in corrispondenza del nostro ruolo lavorativo, del nostro posto in famiglia, delle nostre relazioni o di altro di molto altro… cosa accade allora se perdiamo quel ruolo? O se improvvisamente il nostro posto nel mondo cambia? Chi diventiamo? Altro da quel qualcuno che l’altro vedeva in noi… si, forse… diventiamo però altro da noi? No, mai… riscopriamo solo nella conoscenza del fuoco sacro aspetti del nostro Sole che avevano bisogno di tempo per tornare in superficie dando fuoco a tutte quelle etichette che anziché farci risplendere ci onnubilano e ci hanno imprigionato.

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Attraverso la direttiva dell’anno entriamo nella sua frequenza, il 12, un numero che porta in sé due realtà apparentemente opposte che per evolvere e creare hanno bisogno di mostrarsi per quello che realmente sono al di là del compromesso e delle circostanze di facciata, molta la rabbia al di sotto della superficie, molte le lotte che nell’anno a venire potranno attuarsi all’interno di noi per trasformare e guarire il nostro ventre così come la nostra mente. Un processo di integrazione è in atto, un processo nel senso di cammino verticale verso il divino che ridiscende, e un processo nel senso di banco di prova nel quale mostrare la propria determinazione, la propria perseveranza e la propria identità cangiante nonché sapiente nel rispetto del tempo sacro e del tempo necessario affinché il Silenzio esploda armonicamente in musica.

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Innalziamoci quest’anno al di sopra del mondo, profondamente ascoltando il mondo che ci abita e che ci è intorno. Sulla schiena del nostro animale di potere ( consigliate le meditazioni per il riconoscimento del proprio animale di potere ) camminiamo sulla realtà e passo dopo passo facciamo cadere le finzioni a cui ci siamo abituati nel corso della nostra vita, non è facile, no! Molte potranno essere le separazioni ma se queste avvengono in corrispondenza dell’incontro con noi stessi dov’è la vera separazione? Forse è più un autentico ricongiungimento, un amore primo che rilascia benedizione e spazio affinché possa accadere il miracolo e la meraviglia che è in noi… ci vorrà però tempo, pazienza, volontà di un cammino che va verso la pace in ogni suo respiro, riconoscendo nel respiro stesso la nostra azione nel mondo che agisce su noi.

La trasformazione del 2018 continuerà nel 2019 per poi esplodere in un 2020 di manifestazione e Rubedo, siamo nella gestazione di noi stessi, siamo però oltre la Nigredo, sarà quest’anno un Albedo? Per ora non approfondisco ulteriormente, vi auguro ogni benedizione e ogni resa possibile affinché il cammino di Dio possa mostrarsi in voi, attraverso voi nei giorni che verranno.

Con infinito amore, e gratitudine

Joele Sahel Schiavone, sahel.joele@gmail.com

Fonte : https://joelesahelschiavone.wordpress.com/2018/12/31/2019-una-nuova-visione-auguri

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