Plutone, insieme ad Urano e Nettuno possiede qualità trascendentali ed assolve una funzione sia individuale che collettiva;i pianeti transaturniani simboleggiano gli aspetti universali della coscienza, in cui la mente agisce partendo da presupposti che trascendono i dualismi, ad un livello tutt’ora misconosciuto da gran parte dell’umanità.
Plutone è quel pianeta che rappresenta la forza misteriosa che agisce in ciascuno di noi.

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Una forza creativa e distruttiva nello stesso tempo. Il suo impulso agisce in profondità e va a toccare le parti più nascoste del nostro essere, quelle che, pur appartenendo a noi, hanno un’attinenza con le forze ancestrali che ci comandano, con le paure e le risorse di un collettivo.
Quando si manifesta nella nostra vita, Plutone giunge come un turbine trascinando talvolta ondate di confusione e distruzione nella sua scia e ci chiede di cambiare oppure di affrontare le inevitabili conseguenze delle nostre azioni e delle nostre scelte.
Le fondamenta del nostro “ vecchio io “ vacillano, la stabilità viene scossa ed i sostegni ai quali ci aggrappavamo vengono spazzati via.
L’ora della rinascita è giunta.
Ma noi siamo pronti? siamo in grado di reagire positivamente? Il più delle volte lo siamo raramente perché la nostra reazione immediata mira in genere a ritrovare i vecchi sostegni per proteggerci dal mondo sconosciuto che ci è stato improvvisamente rivelato.
La sua azione regola quei processi di cambiamento che sono in tutti noi, a Plutone appartiene il potere di rigenerazione e di profonda trasformazione che, tuttavia, non possono non prescindere da una qualche forma di distruzione. Non a caso lui è il principio di morte e rinascita.
Il dominio di Plutone, nel mito, è sul mondo sotterraneo ed esso corrisponde, in termini psicologici, al grande serbatoio dell’inconscio. I vari livelli dell’inconscio sono il regno interiore degli archetipi e degli dei; vale la pena ricordare che tutti i pianeti sono fondamentalmente Dei e fonte di potenti energie archetipiche, con le quali è possibile entrare in contatto ed instaurare un rapporto profondo.

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Per raggiungere la completezza, l’integrità e la spiritualità è indispensabile abbattere le barriere interiori, trasformando così il mondo inconscio in un mondo di luce e consapevolezza; è un processo di evoluzione e risanamento interiore sia per l’individuo che per il mondo.
Il Dio Plutone è il Signore degli Inferi, dell’aldilà, dell’inconscio oscuro e si posiziona ai margini delle potenzialità globali della coscienza umana, il suo processo di “rinascita” inizia proprio dall’Io e, grazie a lui, avviene la trasformazione di quelle parti di noi che, celate nelle parti più recondite dell’inconscio, non sono ancora giunte alla consapevolezza.
Plutone è il pianeta della trasformazione, è una forza misteriosa creativa e distruttiva allo stesso tempo,governa, insieme a Marte, il segno dello Scorpione ed in analogia a questo pianeta rappresenta la forza vitale, il senso del potere personale e la sessualità. Tuttavia lo fa ad un livello che è al contempo superiore (ovvero più sofisticato) ed inferiore, (ovvero più profondo e sotterraneo) rispetto alla immediatezza e alla trasparenza dell’energia, sessualità e potere simboleggiati da Marte e dall’Ariete.
Egli abbatte le vecchie strutture mentali, fatte di ideali, di convinzioni, di rapporti ormai logori e limitanti, ovvero distrugge ciò che potrebbe ostacolare la nascita di un nuovo spirito e di una nuova vita,regola l’eterna creatività della Terra, promettendo una vita più piena in un ciclo impersonale ed universale.
L’influenza di Plutone sull’umanità si rivela tanto sconvolgente per la sua inesorabilità quanto per l’impossibilità di opporsi al suo processo di disintegrazione ma non bisogna vedere questa sua caratteristica come malvagia; il fine ultimo di Plutone è sempre la trasformazione e la rinascita dell’individuo, ed a volte perché questo accada è necessario abbandonare quelle parti di sé che impedirebbero il cammino verso l’evoluzione personale.
La divinità greca accomunabile a Plutone è sicuramente Dioniso, vediamo perché.
Il dio dell’ebbrezza, del confondersi dell’anima, come scandisce il coro delle Baccanti di Euripide, il dio divorato, smembrato come i grappoli della vite, il dio plurale e “produttore di tutte le pluralità”, come lo definì Proclo nel commento al Timeo di Platone, il dio dai molti nomi (tra i più noti Bacco, ma anche Iacco, “ululante” nei misteri eleusini, Libero”), il dio della maschera e del fallo, dai volti maschili e femminili oltreché umani e ferini (infante, uomo barbuto, dama velata, capro, asino, pantera ), fu, come racconta Nonno di Panopoli, un mescolatore di popoli, un liberatore di oppressi ma soprattutto un affrancatore delle donne: dalle contadine che per accorrere al richiamo del ditirambo abbandonavano la segregazione domestica alle matrone degli affreschi dionisiaci della Villa dei Misteri a Pompei.

Dioniso, come Plutone, incarna le energie selvagge e primordiali dell’essere umano; Eros e tanathos, distruzione e rinascita, egli è misterioso, le sue epifanie ci parlano di una forza primitiva ed inarrestabile ma anche di una potenza “liberatoria” , dal conformismo, da ciò che si ha paura di accettare, dalla nostra vera essenza spogliata da tutte le maschere…
In questo si può vedere con chiarezza il parallelismo tra entrambe le divinità, che essenzialmente incarnano lo stesso tipo di misteriosa energia.
Dai soldati della spedizione di Alessandro Magno in India Dioniso fu assimilato, non a torto, a Shiva, «Dio dell’impeto del toro e del fallo, del fremito che scuote chi è solo nella foresta di notte »
Anche Shiva è una figura universale, senza patria e senza tempo.
Dice A. Danielou:“Non esiste vera iniziazione che non sia shivaita. Tutti i culti esoterici hanno carattere shivaita o dionisiaco”
Shiva rappresenta il cuore celato di ogni iniziazione esoterica, poiché egli è la raffigurazione del potere segreto nascosto nell’uomo, ecco, dunque, perché non vi è psicologia del profondo che non tenda a ricondurre l’individuo alla riscoperta del Grande dio Shiva che è in lui.
Trovando Shiva in sé stesso, l’uomo conosce e risveglia il proprio potere naturale.
La polarità dell’archetipo primordiale, così potentemente ripreso nello shivaismo, corrisponde al gioco stesso del cosmo, all’antagonismo fecondo del maschile e del femminile. L’energia seminale versata nella vulva fa nascere la vita, l’armonia delle forme. E ciò appartiene alla Natura e si collega al culto della Madre, teso a utilizzare l’erotismo per perfezionare l’essere umano, sviluppandone le capacità immediate e i poteri magici e mentali presenti in lui.

Altresì Dioniso è un dio che si mostra improvvisamente e che scompare poi in modo misterioso. Alle feste Agrionie di Cheronea, le donne lo cercavano invano, e ritornavano con la notizia che il dio era presso le Muse, che l’avevano nascosto (Otto, Dionysos, p. 79). Scompariva tuffandosi nel lago di Lerna o nel mare, e riappariva -come nella festa delle Antesterie- in una barca sui flutti. Le allusioni al suo ‘risveglio’ in culla indicano il medesimo tema mitico. Queste epifanie e questi occultamenti periodici collocano Dioniso tra gli Dèi della vegetazione,in effetti egli mostra una certa affinità con la vita delle piante;l’edera e il pino sono quasi diventati suoi attributi, e le sue feste più popolari s’inseriscono nel calendario agricolo. Ma Dioniso è in rapporto con la totalità della vita, come mostrano le sue relazioni con l’acqua e i germi, il sangue o lo sperma negli eccessi di vitalità che si manifestano nelle sue epifanie animali (toro, leone, capro) . Le sue comparse e scomparse inattese riflettono in certo qual modo l’apparizione e l’occultamento della vita e della morte e, in ultima analisi, la loro unità.
Attraverso le sue epifanie e le sue occultazioni, Dioniso rivela il mistero e la sacralità dell’unione tra la vita e la morte. Rivelazione di natura religiosa, perché si realizza grazie alla presenza stessa del dio. Infatti queste apparizioni e scomparse non sono sempre in relazione con le stagioni: Dioniso si mostra durante l’inverno, e scompare nella stessa festività primaverile in cui si realizza la sua epifania più trionfale.
‘Scomparsa’ e ‘occultamento’ sono espressioni mitologiche della discesa agl’Inferi, dunque della ‘morte’. In effetti a Delfi si mostrava la tomba di Dioniso e anche ad Argo si parlava della sua morte. D’altronde, quando nel rituale argolico Dioniso è richiamato dal fondo del mare (Plutarco, De Iside, 35), riemerge proprio dal paese dei morti. Secondo un inno orfico (n. LIII), quando Dioniso è assente si ritiene ch’egli si trovi presso Persefone, moglie non a caso di Ade.
Ade, ovvero Plutone, come abbiamo già visto, è la divinità il cui legame con la morte e la resurrezione è indissolubile in quanto rappresenta proprio le nostre energie più profonde, quelle legate al nostro istinto di conservazione.

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Plutone rappresenta quindi la forza creativa per eccellenza ed allo stesso tempo quella distruttiva, perché rappresenta le due differenti facce della stessa prorompente energia.
Non è un caso che il pianeta sia domiciliato in Ariete ed in Scorpione; l’ Ariete è il primo segno dello Zodiaco e rappresenta la nascita, la Primavera,i nuovi inizi,l’energia dell’intraprendenza, la forza cieca capace di aprire nuove porte, la potenza della rinascita dopo il freddo Inverno.
Lo Scorpione invece è il segno corrispondente all’Autunno inoltrato quando la natura si prepara all’inverno, periodo di piogge e di alberi che si spogliano, in cui il buio prevale sulla luce;in quest’atmosfera di apparente morte in cui la terra si prepara a riposare per poter poi risorgere.
Quel che è interessante notare è che questa misteriosa ed affascinante energia che possiamo trovare in connessione al pianeta Plutone non è altro che la stessa energia che è stata nel corso della storia accomunata alla divinità di Dioniso nel bacino del mediterraneo e prima ancora a Shiva in India.
Differenti nomi per celebrare ciò che , non dimentichiamoci , ci riguarda tutti da vicino, poiché alberga anche in ognuno di noi, e possiamo decidere di esprimerla in maniera distruttiva o costruttiva, ma che quando si esprime al meglio è fonte di meravigliosa creatività e di quella forza sotterranea che ci aiuta a risorgere dopo momenti di pesanti crisi, quando ci sembra che ormai sia tutto inutile, come il simbolo della fenice che misteriosamente sa risorgere dalle sue stesse ceneri.

tratto dal sito “La poetica dello zodiaco”
di Patrizia Flavia Quarta

Fonte :  https://www.facebook.com/Lapoeticadellozodiaco/

 

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