Qual è il principale problema della Società Moderna?

Il distacco dalla Natura, la mancanza di rispetto per la Terra non più vista come Madre ma come un oggetto, l’esasperazione del materialismo, la visione meccanicistica della vita fino all’attuale crisi economica.

Ma come ha fatto il genere Umano ad arrivare a questa catastrofica situazione? Il genere Umano ha sempre vissuto così errore su errore si è dimenticato da dove arriva e dove va?

L’ipotesi che qui si espone è che l’attuale situazione sia dovuta allo squilibrio tra maschile e femminile e che solo il riequilibrio tra i due poli possa ripristinare l’equilibrio terrestre.

Lo stato attuale delle cose è chiaramente caratterizzato da una dimensione maschile in tutti i campi: dalla Politica, all’Economia, alla Religione, alla Sanità, all’Istruzione. Tutte queste istituzioni sono basate sul principio maschile.

Le stesse donne che operano in queste strutture agiscono usando il principio maschile, magari esasperato. In questo modo si riscontra, in tutti i campi un profondo senso di smarrimento sia da parte degli uomini che da parte delle donne.

La famiglia è quella che subisce di più questo senso di smarrimento con donne che vedono nei figli una minaccia alla loro affermazione e uomini che hanno paura delle donne.

[wp_ad_camp_5]

Eppure la scuola insegna che il Genere umano è lentamente progredito fino a diventare quasi un Super Uomo.

E se in questa visione delle cose ci fosse un profondo e terrificante errore?

Se nel passato ci fossero conoscenze che l’uomo ha perso e che oggi è necessario ed urgentissimo ritrovare?

Se nel passato si riscontrassero culture fiorentissime con una struttura sociale politico religiosa progredita e illuminata che non sono state capite?

Questa ricerca vuole tentare di indagare proprio in tutti questi aspetti che sono stati dimenticati o volutamente taciuti per repressione religioso culturale.

Aspetti che potrebbero venire, invece, in aiuto in questo momento di profondo smarrimento.

La Naturopatia insegna che dove c’è squilibrio c’è malattia e che per risolvere una malattia, quando è possibile, si deve innanzi tutto riequilibrare ciò che non è più in equilibrio.

Quindi mi sento di poter affermare che l’Umanità è malata di una malattia cronica e che è urgente porvi rimedio.

La prima cosa da fare è capire dove si trovano gli errori storici.

 

[wp_ad_camp_1]

Lo studio di Marija Gimbutas ci permette di riordinare un po’ le informazioni storiche che ci sono pervenute, dando loro una collocazione diversa grazie all’immenso lavoro svolto dall’archeologa inoltre rivoluziona l’idea della Genesi in cui: “ Il Padre Creatore si rivolge ad Adamo: Con il sudore del tuo volto mangerai il Pane; finchè tornerai alla terra, perché da essa sei tratto: polvere tu sei e polvere ritornerai!”

In questa mitologia arcaica, invece, la terra in cui tutte le creature hanno avuto origine non è polvere ma vita, come la Dea Creatrice.

[wp_ad_camp_1]

La studiosa: osservando i reperti archeologici, cerca di comprendere gli dei e le dee del passato ma man mano che raccoglie informazioni, si accorge che sonosoprattutto dee. Nell’antichità (dal Neolitico) il culto principale era quello della Grande Madre e le funzioni principali venivano svolte da donne che avevano in mano le arti principali: agricoltura, tessitura e ceramica.

Per Marja la religione primordiale non consisteva in testi sacri o dogmi ma era il potere creativo incarnato nel mondo naturale e nei temi incrociati tra loro che reggono l’Universo: nascita crescita morte e rigenerazione.

Marja Gimbutas osserva i reperti che erano a disposizione con una visione nuova: lei parte dalla conoscenza linguistica  dell’antichità molto approfondita e dallo studio sulle antiche tradizioni folcloristiche lituane. Queste sue personali conoscenze la mettono nella condizione di poter osservare analogie molto importanti: gli oggetti quotidiani hanno decorazioni simili a quelli sacri dedicati alla Dea come a significare che nelle tradizioni la Dea imprimeva la sua energia in ogni momento della giornata. Riuscì a catalogare un numero di simboli che formavano una sorta di linguaggio e osservando le tombe delle società che seguivano il culto della Dea Madre si accorse che non c’erano differenze, quindi non c’erano differenze di status sociale. Le comunità si autogestivano con consigli di famiglie, le donne, che avevano la gestione della famiglia assumevano naturalmente un ruolo importante all’interno dei consigli. Non si sono trovate tracce di oggetti bellici, non si sono trovate tracce di fortificazioni nei siti archeologici dell’epoca.

Le Dee dei tempi più conosciuti sono succedute alle antiche Dee Madri: troviamo raffigurazioni della Dea dispensatrice di vita, già dal Paleolitico al Neolitico. Successivamente incontreremo Thera dea di Cipro, Creta.

Le Dee Athena, l’Irlandese Machas, Minerva Diana (ecc. introduzione XIX) non sono mogli ma sono reggenti, creatrici, portatrici di vita o di morte, rigeneratrici.

Il serpente è simbolo di energia vitale, di rigenerazione, un entità benevola.

I colori sono invertiti, bianco morte, nero (utero) vita.

Quando l’uomo non era ancora così separato dalla natura, la Dea aveva forme animali.

I simboli sono un alfabeto metafisico, lo si deduce dalle ripetizioni delle associazioni simboliche nel tempo.

V e chevron sono la Dea Uccello.

I corsi d’acqua sono in stretta relazione con la Dea, l’acqua guarisce, ridona la vista. Spesso i fiumi hanno i nomi della Dea è il caso del Boyne e dello Shannon in Irlanda (dee Boand e Sinnan).

Sequane, la Dea gallica guaritrice che dona il nome alla Senna.

La baltica Laima padrona dei pozzi, fonte di vita.

Si presume che queste associazioni ci fossero dal Paleolitico, quando i santuari erano ubicati presso le sorgenti e le acque minerali.

In molti santuari rupestri paleolitici e neolitici ritroviamo laghi e fiumi sotterranei.

Dal mito greco di Atena si sa che essa era la Dea di tutte le arti, una prova che la Dea Uccello era anche dispensatrice delle Arti, si ha dai ritrovamenti dei fusaioli nel Neolitico e nell’età del Rame.

Gli occhi della Dea simboleggiano l’onniveggente, ma vanno oltre e come i seni e la bocca risultano essere una Fonte Divina.

Si vede dalle statuette del Paleolitico Superiore in Moravia (Dolnì Vèstonice 24.000 a.c.)

In sintesi la tesi dell’archeologa si può riassumere in questo modo:

Dal Neolitico a circa 6000 anni a.c. è esistita una civiltà fiorente, pacifica governata da famiglie gestite da donne che era devota  del culto della Dea Madre.

Marija Gimbutas è l’unica ad aver elaborato una tesi del genere?

No!

Per un’altra strada alle stesse conclusioni è arrivato un giurista e professore di diritto romano svizzero: Johann Jacob Bachofen.

Bachofen prende in esame i testi di diritto trovati anticamente, le incisioni sulle lapidi e le confronta con le storie mitiche. Egli parte dal presupposto che il mito rappresenta la cultura dell’epoca e che per questo, depurato dalla parte fantastica, vada preso come base su cui lavorare per ricostruire il possibile ordinamento “giuridico” dell’epoca presa in esame.

Egli afferma quindi che: il diritto è nato e nasce continuamente dallo “spirito del popolo”, primo e vero fondamento giuridico di qualsivoglia ordinamento. A questo aggiunge che lo spirito del popolo, soprattutto nelle società preistoriche, obbedisce e venera universalmente le “Grandi Madri”.

In questa ottica, per Bachofen, il mito non fu, in nessun tempo, solo “favola”, invenzione poetica priva di ogni valore reale (o storico) ma rappresentò un concreto tentativo di comprensione e spiegazione del mondo, dei popoli e del loro spirito oltre che mezzo comunemente accettato e diffuso di trasmissione delle informazioni e dei saperi.

Indagò quindi nelle antiche storie, confrontandole con le incisioni tombali deducendone che per un lungo periodo le proprietà si trasmettevano in modo matrilineare e che le società erano pacifiche e governate da donne che si ispiravano al principio della Grande Madre.

Sconvolse anche l’idea che la Grande civiltà fosse quella Greca e poi Romana dimostrando come in altre civiltà (es. l’Antica Licia) erano fiorite arte cultura e benessere.

[wp_ad_camp_5]

Andrea De Carlo, nel suo libro “Pura Vita” scrive:

 

“… mano mano che una società si evolve in una direzione non rozza e non aggressiva e non mascolina, diventa una possibile preda per una società rozza e aggressiva e masco-lina che le può arrivare addosso e farla a pezzi. Anche di questo ci sono infiniti esempi nella storia.” “Tipo?”. “Tipo, prendi i Minoici che vivevano a Creta. Non avevano neanche mura o fortezze, erano una società evoluta con una forte componente femminile. Avevano un senso estetico complesso, amavano l’architettura e la pittura e la musica, i giardini, gli abiti, le danze. Poi sono arrivati dal mare gli Ioni che invece erano rozzi e aggressivi e mascolini, e hanno distrutto la civiltà minoica. Ma puoi scegliere qualunque altro punto della storia, se vuoi esempi…”

 

Vicki Noble nel suo lavoro la via Della Dea

Ipotizza che nel Neolitico e nell’età del Bronzo le società fossero guidate da donne e che anche le guide spirituali lo fossero; esse andavano in EXTASI: EX-TASI che significa fuori da se stesse. Donne che riuscivano a entrare in contatto con le energie sottili della Divinità e che facevano da ponte tra la stessa e l’uomo.

Altro dato interessante è che le Sacerdotesse non praticavano da sole ma in gruppo tramite i cerchi di donne, in collegi di sacerdotesse.

Queste avevano funzione di guida spirituale ma anche sociale. Il ciclo mestruale fungeva da regolatore delle attività. Infatti si trovano molti reperti con segnate le fasi del ciclo del gruppo in quanto un gruppo di donne che lavora insieme, sincronizza il ciclo.

Sciamane di questo tipo si trovano nelle Cicladi età del Bronzo, ad Argo, a Creata le Menadi erano alla testa della loro civiltà.

Ci sono migrazioni in funzione delle varie invasioni che si sono succedute, quindi: nel 1800 a.c. collassa la società Matrilineare nella valle dell’Indo, nasce a Creata la società matrilineare.

Altra testimonianza di queste migrazioni si hanno dai ritrovamenti delle mummie del Taro in Cina. Mummie dai tratti chiaramente indoeuropei, i tessuti di cui erano composti i loro vestiti indicano chiaramente la loro origine della zona del Mar Nero (Ittiti di lingua tocaria) si parla della tarda età del Bronzo, questo indica chiaramente che la “Via della Seta” è molto precedente a Marco Polo.

Queste migrazioni spiegherebbero perché le Menadi (Creta) avessero pratiche spirituali molto simili alle joghine e alle Dakini tibetane.

 

Tutti questi studiosi, col loro lavoro, aprono un importantissimo dibattito storico-religioso.  Se realmente questa visione  è vera perché nelle attuali religioni monoteiste è stata estirpata la divinità femminile? Come siamo arrivati a questo? Ma soprattutto quali conseguenze ha provocato nella società moderna l’avere sradicato il culto della Divinità femminile?

 

Pubblicato da alessandrabarbi1976

astrologa, insegnante di tarocchi evolutivi insegnante di danze sacre www.astroscienza.wordpress.com lavora presso www.consulentidellanima.it

Fonte : https://iosonoilcambiamento.wordpress.com/2018/02/19/donne-e-societa-moderna-e-veramente-un-problema-secondario/#more-59

 

[wp_ad_camp_4]

Se il mio sito per te è fonte di crescita ed evoluzione

sostienilo con una donazione


Grazie

Lascia un commento