Dopo un viaggio durato nove anni, la sonda spaziale New Horizons è arrivata al suo obiettivo di studi più famoso: Plutone. Prima di raggiungere il confine del nostro sistema solare, ha ascoltato il canto di giganti gassosi come Giove e ammirato la grazia di lune silenziose; ha attraversato la magia degli anelli di Saturno ed è passata indenne tra migliaia di corpi celesti, sulle ali leggere del vento solare. Questo piccolo triangolo di materia, miracolo tecnologico, è oggi alle porte dell’Ade. Qui rimarrà per raccogliere informazioni per conto nostro, e poi proseguirà verso le scogliere ghiacciate della Fascia di Kuiper, faraglioni a picco sull’oceano cosmico.

Plutone, nella letteratura classica, corrisponde ad Ade, il dio degli Inferi. Nel mito è fratello di Zeus e Poseidone e, in quanto tale, partecipa della spartizione del dominio sull’intero Universo. Zeus ottiene il Cielo, Poseidone il Mare mentre ad Ade «il Ricco», tocca in sorte il mondo sotterraneo, il Regno degli Inferi.

Tra gli appassionati di astronomia c’è grande gioia e fermento per aver raggiunto questo traguardo scientifico ed essere finalmente in grado di estrapolare dati tecnici su questo oggetto celeste così eccentrico e sfuggente. Ade, il cui nome significa l’invisibile: Archetipo evocativo di quelle lande inesplorate dell’inconscio che sono difficili da intercettare, che non riusciamo ad analizzare perché sfuggono al dominio della logica, che però sono particolarmente ricche di informazioni per la nostra crescita ed evoluzione.

Plutone è un corpo celeste piccolo e scuro: emana poca luce persino per le sue dimensioni così contratte (meno della metà di Mercurio, più piccolo della nostra Luna).
E’ così lontano dagli aspetti noti della psiche conscia che si cerca di evitarlo: dal 2006 non è un più pianeta, è un pianeta nano. La sua orbita è così schiacciata e inclinata da risultare eccentrica; la sua morfologia geologica troppo rocciosa, pianure laviche ormai fredde cedono il passo ad azoto e metano solido che non rilasciano la luce, trattenendola avidamente all’interno dell’atmosfera. Non consono, non adatto, collocato tra gli oggetti transnettuniani, alle porte dello spazio profondo. Oltre Nettuno, oltre l’illusione di una consapevolezza oggettivabile. In quell’orbita irregolare, che non ha nel Sole il suo fuoco ma in un punto misterioso del cosmo sconfinato, questo mito astronomico raccoglie tutto ciò che vuole essere dimenticato, tutto quello a cui non vogliamo pensare, che scartiamo per un preconcetto o un taboo generazionale.

Persino la sua scoperta è frutto di una fortunata casualità: emerso da un telescopio mentre si ricercava un motivo per le anomalie gravitazionali nel moto di Nettuno e Urano. Nessuno cercava Plutone. Nessuno si vorrebbe addentrare nelle zone oscure dell’inconscio, solo pochi hanno affrontato con consapevolezza il mito del viaggio infero.

Dal suo angolo silenzioso di Universo riversa la sua influenza sull’Inconscio collettivo e sulle masse, su tutto ciò che può soffocare l’individualità quando questa non viene supportata da un giusto lavoro interiore. E’ il 1930 quando appare, accompagnato dalla sua luna Caronte, per ricordare a questa impegnata Umanità che tutto ciò che neghiamo, ciò che forzatamente releghiamo nell’oscurità dell’oblio è destinato a emergere in modo improvviso, per generare nuovi paradigmi e cambiamenti.

I più saggi di tutti i tempi, in tutte le tradizioni e in qualsiasi mitologia, hanno affrontato questo cammino. Il viaggio interiore nelle oscurità ctonie di un territorio sconosciuto è la κατάβασις (Catàbasi, letteralmente il discendere, l’andare giù), la discesa alchemica nell’universo della nigredo, dove si dissolvono le maschere di una personalità superficiale ed emergono le pulsioni e le rimembranze arcaiche che realmente ci compongono.

Dante con il suo accompagnatore Virgilio; Enea che raggiunge i Campi Elisi; Ulisse non varca le porte dell’Ade, si trattiene sulla soglia dalla quale scorge solo dei fantasmi: immagini sfuggenti e illusorie di una realtà sconosciuta. E’ il viaggio degli eroi come Eracle, il cammino che consente di dare alla vita un senso autentico, estrapolato dal nostro personale mito più che da un paradigma sociale. Tutto questo costa fatica e mette molta paura.

Persino la divinità più importante del pantheon accadico, dea dell’amore e di ogni forma di sapienza, è costretta, dopo aver scelto di compiere la discesa nel Regno infero, a superare delle prove: sette porte presso le quali si deve fermare per affrontare un custode al quale motivare la sua visita. Inanna (più recentemente nota come  Ishtar), Madre primordiale, si ferma ad ogni soglia che incontra sul suo cammino, costretta a lasciare qualcosa: abiti, gioielli, regali preziosi. Sbarazzarsi delle sovrastrutture, lasciare il superfluo, morire alle abitudini più radicate per riabbracciare un’immagine rinnovata e vitale.

Oggi, per interposta persona, ci troviamo tutti alle porte di questo Regno. Noi che abbiamo perso gli dèi e siamo sordi ai miti, noi che abbiamo abbandonato gli εἴδωλον (éidõlon), le immagini originarie e primordiali che muovono il nostro mito personale, in favore di paradigmi economici e idoli di plastica… ci affidiamo a questa piccola sonda, per il nostro viaggio collettivo. Incapaci di muovere un passo tra le ombre che abbiamo generato, troppo dense, troppo nere, le trasportiamo sul monitor di un computer sofisticato, nell’attesa di un’opportuna decodifica, per accedere al misterioso codice dell’Anima.

Il regno di Ade, abisso insondabile della mente analogica, è un regno ricco di tesori. Ricchezze, abilità, possibilità e potenzialità. I tesori che ci vengono forniti dalla parte inconscia, sono considerati meno preziosi rispetto ai prodotti del nostro ragionare. Le nostre risorse archetipiche,  innate ma sommerse, primitive rispetto al nostro modo di essere e dunque a questo connaturate, vengono oggi considerate sbagliate, perché decentrate rispetto al fuoco della nostra pragmatica ottica occidentale.

Forse News Horizons, insieme ai preziosi dati tecnici, ci porterà un nuovo orizzonte da vivere e un nuovo sentire da esplorare.

Si precipitò sul foglio di carta e con occhi scintillanti e voce commossa lesse interamente il documento, risalendo dalle ultime lettere alle prime. Ecco che cosa c’era scritto:
“…Discendi nel cratere di Yocul dello Sneffels
che l’ombra dello Scartaris viene a lambire prima delle calende di Luglio, viaggiatore ardito, e perverrai al centro della terra. E questo ho fatto io.” Arne Saknussem

– Viaggio al centro della Terra, Jules Verne

(Nota di Cammina nel Sole..Dopo questo post meraviglioso mi sento di dire quello che già ieri ho scritto qui  http://camminanelsole.com/16-luglio-2015-la-luna-nuova-in-cancro-e-il-cuore-di-plutone/         Plutone negli abissi profondi del nostro sistema solare ha rivelato sulla sua superficie  un grande  cuore …Forse il nostro viaggio a ritroso nel tempo …fatto attraverso la Grande Purificazione …ha solo un significato …scoprire che aldilà della notte più oscura fatta di “ombre dense e nere” si rivela a noi  un cuore che palpita…il cuore universale  ….L’ESSENZA DEL NOSTRO CUORE)

FONTE : http://animater.org/2015/07/16/new-horizons-e-il-viaggio-nel-mondo-infero/#more-1949

Plutone e l'Evoluzione dell'Anima

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