Avremo il picco di Luna Piena, nel pomeriggio del 9 marzo 2020 alle ore 18.48 nel segno della Vergine a 19.37°.

Plenilunio iniziato con il fatidico Novilunio del 23 febbraio 2020, giunge al suo picco massimo portando a compimento l’Asse Vergine (Luna) – Pesci (Sole, Nettuno).  

Mercurio viaggia ancora in moto retrogrado nel segno dell’Acquario a 28.13°, riprenderà il suo moto diretto esattamente il giorno dopo il Plenilunio: il 10 marzo. Impiegherà però ancora del tempo prima di superare i gradi di passaggio, quando era partita la retrogradazione (il 16 febbraio a 12° in Pesci), cui giungerà solo a fine marzo, tenendoci ancora in una situazione piuttosto sospesa e instabile.

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Chiamata anche la Super Luna di marzo, perché si trova al suo perigeo, l’orbita più vicina alla terra, motivo per la quale la vedremo più grande e luminosa. Se avremo a disposizione cieli limpidi sarà uno spettacolo da non perdere, bianca e splendente la scorgeremo forse a sorridere di questa terra che annaspa, rallenta, s’intoppa e… si ammala.

Prima di descrivere gli aspetti tecnici astrologici di questo cielo (in fondo all’articolo), cercherò di provare a parlarvene in un altro modo, traducendo i simboli del cielo nella mia maniera evocativa, in quello che anche per me è un messaggio difficile da decifrare in un clima generale di totale perdita di punti di riferimento, che mi trova impreparata e in pieno apprendimento evolutivo.

Ho scritto nel precedente Novilunio in Pesci che i tema a cui ci stiamo affacciando in questo 2020 è la guarigione, citando Thorwald Dethlefsen, “La guarigione è sempre collegata ad una dilatazione di coscienza e ad una maturazione. Se il sintomo è sorto perché una componente dell’ombra è precipitata nel corpo e lì si è manifestata, così la guarigione è il processo inverso: il principio del sintomo viene portato a livello di coscienza e redento quindi dalla propria esistenza materiale.”(Malattia e destino T. Dethlefsen di pg. 71)

L’Asse Vergine (Luna) – Pesci (Sole e Nettuno) dilatato al suo massimo da questo Plenilunio, ci evidenzia proprio questi due mondi da far incontrare: salute e malattia, hanno davvero un confine così netto? Il mondo del disordine, del caos, della libertà massima, dell’assoluto e l’infinito che non conosce tempo e materialità (Casa XII – Pesci), e quello del limite come corpo e materia, del ritmo del tempo che non è infinito ma ciclico, del sano equilibrio delle parti da far collaborare (Casa VI – Vergine). Sono davvero così inconciliabili questi due lati della stessa medaglia?

Un dualismo che ci appartiene come esseri viventi che vivono sia nella materia corporea che nello spirito – coscienza – e che proprio grazie al sintomo – la malattia – possono comprendere ogni volta cosa ci sia di bilanciato nella nostra esistenza. A livello individuale quando ci ammaliamo, qualcosa è andato fuori asse nel nostro sistema di equilibrio psico – fisico e di anima (Casa VI), e la malattia giunge per riportarlo a un nuovo ordine ed equilibrio: il sintomo come messaggio (Casa XII).

Sul piano collettivo, attraverso la malattia sta accadendo qualcosa su altissima scala e su miliardi di esseri viventi, chiedendoci forse attenzione e facendoci interrogare allo stesso modo sull’intero sistema di vita, economico, sociale su cui si basa la società – mondo.

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Il tema di Plenilunio si sviluppa nell’opposizione delle Case VI- XII ma con i segni in posizioni ribaltate: Sole e Nettuno si situano in Casa VI (invece che nella Casa cosignificante dei Pesci XII) e la Luna in Vergine si trova in Casa XII (invece che nella cosignificante della Vergine, Casa VI). Entrambi i Luminari formano un sestile con lo Stellium in Capricorno: Marte, Giove, Plutone e Saturno, ma ci troviamo di fronte ancora a un Punto di Talete che converge sul Capricorno e chiede di lavorare ancora lì; limite, adultità, pazienza, resilienza o costrizione?

Nel terribile, orrorifico e magnifico film di Terry Gilliam, “Il mondo capovolto”, il regista ci costringe a calarci nella prospettiva deformata di una bambina sola, deliziosamente candida e incosciente, trinceratasi nella sua fantasia per sopravvivere e conservare un minimo di sanità mentale, tale è l’instabilità delle condizioni terribili che si trova a vivere fuori di sé. Il suo mondo interiore, la fantasia, i sogni e il luogo simbolico della sua immaginazione, le farà da cuscinetto e contenitore, sarà quello da cui potrà attingere la salvezza e la forza per superare le difficoltà e la paura. Per noi allo stesso modo, sarà richiesto un’immersione dentro, alla ricerca di quegli angeli custodi e di quegli spazi aperti che fuori adesso non possiamo esplorare e che ci vengono sottratti.

In questi ultime settimane, il mondo pare aver smarrito i suoi contorni stabili, gli argini si sono ristretti ma i confini del virus sta esondando perché non può essere limitato da pareti. Per ripararci – se non altro dalle paure dell’invisibile come lo è un virus che non si vede – non ci resta che paralizzarci. Il blocco, l’arresto, il non vedere dove sta il nemico, è una manifestazione simbolica molto interessante che richiama la congiunzione Sole e Nettuno. In fondo Nettuno, grande Maestro Spirituale, non ha altri mezzi per fermare un’umanità in corsa, che dilatare qualcosa che c’è e non si vede, se ne parla, ma regnano comunicazioni ancora poco chiare e non definite. Nel frattempo impotenti al nemico invisibile, noi però rallentiamo, modifichiamo delle percezioni, invece che andare fuori, come la bimba del “Il mondo capovolto”, ci guardiamo dentro. Ci ricordiamo di avere affetti, parenti anziani, una casa, un lavoro che rischia di saltare e dei programmi per il futuro che devono inevitabilmente modificarsi. Diamo valore alla libertà perché ce sentiamo portare via, alla vita, a ciò che fino a ieri davamo per scontato.

Nettuno dunque ci dice fermati, dove corri, stai qui. Ora. Senti. Contatta l’istante presente e null’altro. Contatta la vita senza ricorrerla.
E’ qui. In te. Adesso.

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Certo Nettuno ha anche a che fare con la parola sacrificio, e questo è dove l’Ego sta passando, e noi con lui, suo e nostro malgrado ridimensionando le false percezioni di potere e onnipotenza. Entrando nel nostro “mondo dentro” abbiamo incontrato i personaggi di cui tutti abbiamo un qualche frammento nella nostra psiche: il cinico, l’ansioso, il riluttante, il paranoico, il catastrofista, il collerico, il folle, l’impaziente, ecc.  Anche se inizialmente queste parti di noi hanno preso il sopravvento su tutta la personalità con rischio di allagamento, minacciando il nostro equilibrio – che per forza ha dovuto disequilibrarsi per far posto al mutamento – adesso ci troviamo pronti per reintegrare le parti frammentate di paura, sconforto, disagio e accedere al passaggio successivo: la rinascita a un nuovo stile di vita.

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Sto sentendo molte persone che dopo un momento abbastanza difficile di shock, rabbia, stato d’impotenza e paura, ora sono in una nuova fase quasi miracolosa di risveglio, in cui per la prima volta si accorgono di quanto era intasata in un gorgo stretto e serrato, la loro vita prima di doversi fermare obbligatoriamente.

La limitatezza forzata in cui ci troviamo – di cui i pianeti in Capricorno, Marte, Giove, Plutone e Saturno si stanno incaricando di farci vedere ben materializzata – ci costringe a scavare non più in orizzontale nel lontano, ma a far emergere zone emotive, spazi infiniti che prima erano compressi e nascosti anche a noi stessi. Stiamo lavorando meno – a parte molti che invece si trovano a lavorare il triplo come tutto il settore sanitario – eppure, in entrambi i casi questo estremismo dilata qualcosa invece che restringere. Più la stanza si chiude e l’orizzonte fuori viene bloccato, più la visione prende spazio. Questioni importanti per lo Spirito bussano alla porta, questioni che riguardano da vicino il nostro spazio, tempo e le priorità vitali, domande di senso esistenziale che prima potevamo gettare sotto il tappeto, in palestra, al lavoro, in viaggio, attraverso il tanto temuto vuoto che apre squarci, possono trovare il terreno morbido per infilarsi nelle maglie aperte della nostra anima:

Cosa conta per me, chi conta per me, con chi vorrei stare ora in questo tempo? 

Cosa di futile mi stavo traghettando sulle spalle di cui ora mi rendo conto posso fare a meno?

Come voglio vivere d’ora in poi la mia vita, quando “il mondo capovolto” tornerà apparentemente dritto come un tempo?

Come sarà la mia giornata scandita da orari differenti e priorità diverse d’ora in poi? Riuscirò e rimettermi nella scatola organizzata del mio quotidiano in cui stavo prima?

Eccoci qui nel meraviglioso mondo capovolto, in cui ambiti esistenziali che credevamo lontani da noi, o da vivere come esperienze straordinarie, si sono avvicinati così tanto che li troviamo nell’ordinario, nel nostro quotidiano. Parole che nominiamo o sentiamo adesso ogni giorno; ospedali, segregazione forzata, malattia, paura della morte, solitudine, distacco, esilio, isolamento… e tutte queste parole non sono comunemente associate ad alcune esperienze da Casa XII e al mare della compassione dei Pesci? 

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Siamo usciti di colpo dalla nostra realtà – o ciò che credevamo fosse – il nostro quotidiano di certezze e ritmi consolidati, le abitudini, il lavoro, il ritmo giornaliero, la spesa e la scuola – tutti ambiti associati alla Casa VI e alla terra della Vergine. Eppure ora sono mutati. Stravolti in un tempo dilatato e differente.

A che meraviglioso e sconvolgente gioco l’Universo ci sta facendo partecipare, costringendo l’intera umanità a confrontarsi con la compassione, l’uguaglianza che non conosce preferenze di sorta, ricco o povero la malattia non fa distinzioni e ci fa sentire così piccoli e sperduti, annullando ogni tipo di difesa razionale, possiamo solo contattare altre risorse che non sono qui nella materia. Vediamo i mostri o gli angeli? Cosa emerge dalle profondità della nostra anima?

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Proprio come durante i lutti, o i periodi più tosti della nostra vita, viene fuori solo l’essenza pura e semplice, niente più orpelli o nascondigli: cosa conta e cosa no – il nostro credo, la nostra morale, i nostro valori più intimi, la generosità o l’avarizia, la chiusura o l’apertura.

Non possiamo programmare il futuro come prima e scappare con la mente nel futuro. Non possiamo prenotare un viaggio dall’altra parte della terra e scappare con il corpo altrove. Non possiamo nemmeno distrarci da noi stessi rifugiandosi anche in quelle cose meravigliose inventate dall’uomo come teatro, cinema e cultura. Non possiamo abbracciarci e baciarci con disinvoltura.

In questa situazione possiamo solo sentire.

Chi siamo veramente senza veli. 

Buon Plenilunio a tutti voi, vi lascio con questa meravigliosa poesia.

Anna Elisa Albanese

Lavatevi le mani
ma andate scalzi
e baciate la terra ferita.
Starnutite pure nel gomito
ma leccate le lacrime di chi piange.
Non viaggiate a vanvera
ora è tempo di stare fermi
nel mondo
per muoversi in noi stessi
dentro gli spazi sottili
del sacro e l’umano.
Indossate pure le mascherine
ma fatene la cattedrale del vostro respiro,
del respiro del cosmo.
Ascoltate pure il telegiornale
che finalmente parla di noi
e del più grande miracolo
mai capitato:
siamo vivi

e non ci rallegra morire.
Per ogni nuovo contagio
accarezza un cane,
pianta un fiore,
raccogli una cicca da terra,
chiama un amico che ti manca,
narra una fiaba a un bambino.
Ora che tutti contano i morti
tu conta i vivi,
e vivi per contare,
concedi solo l’ultimo istante
alla morte,
ma fino ad allora
vivi all’infinito,

consacrati all’eterno.

Andrea Melis

——

Aspetti Astrologici:

Il mondo capovolto a livello astrologico ci fa incontrare Sole e Nettuno congiunti nei Pesci nella Casa VI opposti a Luna in Vergine in Casa XII: infinito e limite sono costretti a confrontarsi in una disegno più ampio che ad ora non comprendiamo. Ci chiedono un momentaneo sacrificio della nostra volontà, del nostro personale desiderio egoico e un’accettazione di alcuni confini. La Casa VI viene associata al corpo, la salute, il lavoro quotidiano e il mondo ordinario ciclico in cui noi ogni giorno compiamo delle azioni anche abitudinarie che ci danno un senso di sicurezza e appartenenza. Il segno dei Pesci e Nettuno  ci raccontano – in maniera capovolta appunto – che dovremo insegnare a delle parti di noi che hanno perso il senno … il famoso non – tempo di cui avevo parlato nel precedente Novilunio, a reintegrarsi in un nuovo modo di stare al mondo e di guarire. 

In questo mondo capovolto la razionale Luna in Vergine, organizzata e con una memoria infallibile, si trova in Casa XII, costretta a confrontarsi dunque con l’abbandono di ogni logica – almeno per il momento – e l’aiuto enorme e meraviglioso, dell’unica isola che può darle conforto: il corpo.

Mercurio in Acquario in moto retrogrado in Casa V in sestile a Urano e Venere congiunti in Toro.

Venere in Toro congiunta a Urano in quadratura con Saturno (anche se non quadratura classica).

Anna Elisa Albanese

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Fonte : https://www.sentieroastrologico.it/plenilunio-in-vergine-9-marzo-2020-il-mondo-capovolto/

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