di Andrea di Lauro

Pensare positivo è il primo step della resa. Vivere positivo è la prima fase della discesa nel mondo illusorio, o come direbbe Dante: nel mondo degli inferi. Credere nella forza del pensiero positivo significa scappare dalla verità.

Analogia tra la speranza e la forza del pensiero positivo

Non sei felice e trovi un modo per esserlo? Potresti affidarti al concetto del pensiero positivo per poter cambiare la tua vita in meglio. Potrebbe sembrare un buon comportamento da adottare. Cosa mai ci può essere di malvagio? Io invece ti dico che è una mancata sincerità nei confronti del mondo e di te stesso.

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Se ti costringi a vivere positivo significa che ti sei arreso, perché il tutto si traduce nel pensare che la vita sia una lotta da vincere, la tua tragedia da superare. La vita è difficile e quindi devo reagire pensando positivo. Pensa positivo, ti dicono alcuni, e spera in un futuro migliore. Ecco vedi, sperare e la forza del pensiero positivo affiorano da una natura pessimista. Sperare e pensare positivo sono atteggiamenti molto simili e dirigono il cammino nella medesima direzione.

 

Questi due sentieri quasi identici fanno giungere l’uomo alla porta dell’inferno, che io chiamo resa e passività. Attenzione però, esistono due tipologie di resa. Arrendersi alla verità e alla vita vera o arrendersi alla sofferenza e alla mancanza di energia. Qua dovrei aprire un altro capitolo, ma per il momento mi fermo qua.

Sperare rende passivi, perché lo stesso atto del sperare recide l’azione come rimedio alle angosce della vita moderna. E io che posso fare se il mondo va così? Nulla, posso solo sperare in un futuro più roseo. Molti però si sono accorti che mentre si aspira e si spera in un avvenire migliore la vita scorre via velocemente. Solitamente sono sempre le persone anziane, al culmine della loro esistenza, a godere di simili riflessioni. Forse dovremmo accorgercene un po’ prima di essere ad un passo dalla morte, non credi?

Affidarsi alla forza del pensiero positivo non è una questione diversa. Il mondo fa schifo, la mia vita è perennemente costellata di problemi, quindi mi hanno insegnato che l’unica cosa da fare è pensare positivo. Fatto sta che in ogni caso, che io veda il positivo o che io speri in meglio, non faccio nulla per avvicinarmi a una vita degna di essere vissuta. Credere in questa forza può sembrare una reazione ma è una forma di resa poco più velata.

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Un pugno in faccia è positivo?

Come ho scritto in un precedente articolo, non è necessario pensare positivo, perché è la vita stessa ad essere positiva. Se ti costringi a trovare il buono nelle cose della vita, significa che inconsciamente ritieni quelle cose cattive, sbagliate o non piacevoli. È vero che tutto dipende dal modo di interpretare gli eventi e da come ci rapportiamo ad essi, tuttavia un pugno in faccia rimane un pugno in faccia. Vediamo se riesci a trovare il positivo nella sensazione dei denti che si frantumano, nel dolore lancinante che penetra nel cervello come un coltello, nel tonfo che risuona in tutta la cassa cranica. Esistono fattori adatti all’essere umano ed altri meno adatti a lui. Al contempo però, una melodia può essere definita angosciante, oppure evocativa. Un’umiliazione può essere una tragedia, oppure un’opportunità per comprendere la propria personalità. Un pugno in faccia quindi può essere una grande sofferenza, oppure una situazione che ci fa sentire vivi, riconnettendoci alla realtà. Purtuttavia rimane un pugno in faccia.

L’errore sta nella forzatura del vivere positivo, nel partire dal presupposto velato che la vita sia acerba e che vada condita col miele del positivismo in stile new age. Come ho detto in articoli precedenti, ciò che si fonda sullo sforzo ha vita breve. Stessa cosa con il pensiero positivo insincero. Non cercare dunque di insozzare l’istante presente con la tua voglia di star bene. Se stai male, stai pur male. Sei ansioso? Sii ansioso! Assapora tutto il tuo star male, respiralo… vivilo da sveglio, permettiti di star male. Questo sì che è vivere positivo! Questa è la vera forza del pensiero positivo.

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Quando rinunciamo a desiderare che in un dato momento accada qualcos’altro la nostra capacità di misurarci col presente compie un grande passo avanti.

DOVUNQUE TU VADA CI SEI GIÀ

Perché ostinarsi a cercare la dolcezza in un mondo di marmellata?

Questi concetti ti sembrano forse ambigui? Non è necessario pensare positivo quando si conosce il proprio valore personale, quando si è contenti della persona che si è. Quando siamo felici per ciò che siamo, quando proviamo gioia per la vita che stiamo creando e per il semplice fatto di esistere e sperimentare ogni tipo di esperienza… riflette in noi la consapevolezza che la natura della vita (vera) è realmente positiva. Partendo da questo presupposto non è necessario il falso sforzo del cercare il positivo, ma prima (leggi bene le prossime righe) è indispensabile cominciare a vivere per capire che la vita è positiva. Ossia essere svegli, liberi dal torpore della normalità.

Da svegli siamo felici, tutto è fantastico e irrilevante allo stesso tempo. Direi che tutto è irrilevantemente bello. Per il solo fatto che esistiamo, che in questo momento siamo vivi e possiamo prendere qualsiasi scelta, e possiamo fare le esperienze che più ci aggradano, tutto è positivo. Il mondo è un vaso di marmellata! Perché ostinarsi a cercare il dolce quando ne siamo circondati? Assaporala semplicemente. Questo, per me, è vivere in modo positivo. La forza del pensiero positivo non ti servirà più a niente, se assaporerai ogni giorno tutto quello che ti capiterà.

Andrea di Lauro

Fonte : https://www.projectexcape.it/la-forza-del-pensiero-positivo/

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